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12 Gennaio 2023
9:00

Cosa fare se un cane adulto morde un cucciolo

Può capitare che un cane adulto morda un cucciolo. Il morso di un cane può avere molti significati, capiamo quali e vediamo come è giusto comportarsi in questi casi.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Alle volte può capitare che il nostro cane morda un altro cane, anche se si tratta di un cucciolo, e ci possono essere infinite ragioni in merito a questo comportamento. Ma prima di tutto è importante comprendere quali significati può avere l'uso della bocca nel cane che, non dobbiamo dimenticare, è un predatore.

Il “morso” di un cane può avere molti significati, può svolgersi in modi e con obbiettivi molto differenti. Naturalmente tutto parte dalla capacità del cane di gestire questo tipo di comportamento, ossia di saperlo calibrare per i diversi obbiettivi e questo, in primis, ha origine dalle sue doti di autocontrollo ed esperienza.

Perché un cane adulto potrebbe mordere un cucciolo?

La risposta su quali ragioni possa avere un cane adulto per mordere un cucciolo, come al solito, potrebbe essere: dipende!

Da prendere in considerazione ci sono le caratteristiche dell'adulto, ossia le sue esperienze, le sue competenze sociali intraspecifiche, e poi, nel dettaglio, nel frangente del morso: il suo stato emotivo e il suo presunto obbiettivo. Quest'ultimo parametro potrebbe essere contraddittorio però: potremmo avere il caso di un individuo adulto che intenda educare o correggere un cucciolo, ma non avendo le competenze adeguate potrebbe esagerare e ferirlo facilmente. Quindi da un lato avremmo un intento educativo ma dall'altro un effetto grave che può far pensare ad una vera e propria aggressione immotivata. Un po' come accadrebbe ad una persona maldestra che spingesse un bambino con troppa violenza causandogli un trauma, quando l'intento era di allontanarlo da qualcosa, magari per proteggerlo.

Altra situazione si potrebbe verificare quando tra l'adulto e il cucciolo non vi è intesa e il primo non mostri alcuna indulgenza, o pazienza nell'insegnare qualcosa al piccolo, pretendendo risposte adeguate da un soggetto che non è ancora in grado di comprendere la situazione.

Per esempio, poniamo che il cane adulto sia nella sua cuccia tutto intento a masticare un bell'osso succulento e il cucciolo incuriosito si avvicini troppo, incapace di vedere i segni di minaccia che l'altro gli ha rivolto, magari in modo troppo rapido o sottile perché il piccolo possa comprenderli e rispondere correttamente. Ecco che allora il “morso per allontanare”, inferto con una certa rapidità e violenza, su un cucciolo potrebbe avere brutte conseguenze causandogli ferite, anche gravi.

Situazione molto diversa è invece quando il cane adulto, con gravi deficit di socializzazione, e in uno stato alterato di eccitazione, esca dalla dimensione "sociale" per entrare in quella di "predazione", argomento molto ben trattato nel saggio di Michele Minunno "Dal comportamento predatorio alla relazione. Osservare il cane da prospettive differenti".

In questa situazione il normale comportamento del cane viene alterato e il cucciolo è visto come una "preda". L'epilogo, se non si interviene per tempo, è ovviamente nefasto.

Questo caso va distinto dal medesimo tipo di aggressione motivato però da un cane adulto che percepisce la presenza del cucciolo non già come una "preda", ma come una "minaccia". Per esempio quando un cane ha una relazione profondamente ansiosa nei confronti degli altri membri del suo gruppo sociale. Quello che potremmo paragonare, anche se in modo alquanto superficiale, all'emozione secondaria che prende il nome di "gelosia", ossia il timore che un elemento esterno si intrometta in una relazione tra individui. Anche questo tipo di aggressione è volta all'eliminazione dell'elemento d'impaccio, poco importa che si tratti di un cucciolo.

In linea di massima possiamo dire che non tutti gli adulti sono predisposti al fare da balia ad un cucciolo, ad essere per lui una guida, ad essere da lui inteneriti e coinvolti. E questo non ha nemmeno troppo a che fare con il genere dell'adulto. Si possono vedere cani maschi adulti più epimeletici (disposti alle cure, all'educazione e alla protezione) nei confronti dei cuccioli di moltissime femmine, anche se madri. Quindi non è possibile qui stilare una lista di categorie che possano aiutarci nel prevedere l'atteggiamento di un cane nei confronti di un cucciolo. Come al solito va tenuto presente che ogni individuo è a sé stante, e va conosciuto profondamente.

Bisogna insegnare al cane a non mordere?

Questa domanda non ha di per sé molto senso. Semmai possiamo disincentivare l’uso della bocca in modo inappropriato da parte del nostro cane, possiamo aiutarlo a sviluppare maggiormente autocontrollo, magari con l’aiuto di un professionista del settore, e sopratutto dobbiamo comprendere lo stato del cane e le condizioni emotive e situazionali che lo portano, o lo potrebbero portare, all’uso del morso. Ma ci sono molte cose da dire in merito.
Nel caso specifico dell'uso della bocca il cane inizia il suo percorso verso la maturazione di questo tipo di controllo già a pochi mesi di vita, grazie al paziente e accurato lavoro fatto dalla madre nell'insegnare ai piccoli l'autocontrollo nell'uso della bocca quando cominciano a sperimentarlo nelle attività di gioco, e più ingenerale di interazione tra di loro.

La madre, sovente, interviene quando si rende conto che uno dei piccoli non è in grado di misurare il morso nei confronti dei fratelli interrompendo il gioco o, comunque, l'interazione. Questa fase, conosciuta anche come "inibizione del morso", è molto importante (anche se non si tratta di una vera e propria «inibizione», lo scopo qui è più che altro l’acquisizione di abilità nel «controllo del morso»), e se non viene vissuta dal cane nei primi mesi di vita questo potrebbe essere causa di molti problemi, prima nel cane adolescente, poi nell’adulto.

Detto questo possiamo vedere ora quali significati può avere l'uso della bocca, e capiremo che il ventaglio di possibilità è molto ampio: si va a dal grooming delicato e affettuoso (piccoli morsettini rapidi, che coinvolgono solo gli incisivi) fino al morso per uccidere una preda, ossia quando i canini affondano nelle carni del malcapitato, generalmente inferto in punti vitali, come il collo o la gola.

Ognuna delle tipologie di morso possono variare di intensità, essendo anche influenzate dallo stato emotivo del cane e dal suo, manco a dirlo, livello di eccitazione: tanto più il livello di arousal sarà alto tanto più il morso potrà essere intenso, dato che le facoltà di autocontrollo in quel frangente saranno minori.

Alcuni esempi di morso

Facciamo un paragone per essere chiari: immaginiamo che il cane possa utilizzare la bocca come noi utilizziamo le nostre mani, con una certa precisione e accuratezza, sempre che abbia avuto un corretto sviluppo sociale e acquisito le appropriate abilità, ovvero che abbia fatto le dovute esperienze, soprattutto intraspecifiche. Per esempio che abbia potuto osservare ed apprendere dalla madre, dai fratelli, dal padre, ma anche dai compagni e dagli adulti con i quali ha interagito. La mancanza di esperienza potrebbe essere causa di una certa "goffaggine", proprio come lo sarebbe per noi se non avessimo l'esperienza adeguata nel raffinare le nostre abilità di utilizzo delle mani. Vediamo alcuni esempi di come il cane utilizza la bocca.

Partiamo da un uso relativo all'accudimento ovvero nelle fasi di grooming. In questo caso la bocca di un individuo viene utilizzata per "pulire" un compagno, un affiliato, il proprio cucciolo, insomma qualcuno con il quale il soggetto ha un legame d'affetto. Questi piccoli e rapidi morsetti hanno la funzione di liberare il mantello da fastidiosi parassiti, per esempio, o rametti, spine, semi di piante, eccetera.

Passiamo poi all'uso della bocca per tenere qualcosa, per esempio quando la madre, con intento inibitorio/educativo afferra il muso di uno dei cuccioli, naturalmente senza affondare i denti o stringere in modo eccessivo. Lo scopo non è ferire o causare dolore ma è di tener fermo, immobilizzare, inibire per l'appunto. Alle volte questo comportamento avviene quando i cuccioli giocano in modo troppo assertivo, quando il livello di attivazione emozionale (eccitazione) sta salendo troppo e gli altri segnali della madre non hanno portato all'ascolto da parte dei figli.

Un morso può anche essere dato per trattenere un altro individuo, per esempio quando portato a livello della collottola, anche se abbastanza raro e molto difficile da somministrare, infatti il rischio di fare del male è molto alto, con lo scopo di "schierare", o rovesciare a terra l'altro.

Questo tipo di presa, con maggior forza ed intensità, viene utilizzata anche per trattenere una risorsa in una situazione conflittuale e generalmente coinvolge l'utilizzo dei molari, più forti e grandi, e dei canini, soprattutto per fare da "blocco". Lo si può osservare quando i cani fanno il tira-e-molla, per esempio con una preda uccisa, oppure, più banalmente, con un giocattolo. Qui viene impiegata molta forza e il morso tenuto è spesso accompagnato da ringhi gutturali cadenzati con l'atto dello strattonare.

Vediamo ora qualche esempio di morso in una situazione sociale (ossia tra cani, o tra un cane e un umano). Ci potrebbe essere quel particolare tipo di morso che dall'inglese chiamiamo "snap". È un morso molto rapido, schioccato a vuoto, ossia senza un reale contatto fisico, che ha lo scopo di inibire l'interazione, di comunicare lo stato di profondo disagio di un individuo nei confronti dell'altro. Disagio che può avere diverse ragioni e spinto da vari stati emotivi, per esempio quando il cane prova paura, o rabbia. Diciamo che non è un comportamento atto ad invitare l'altro. In questo caso il soggetto che "snappa" a vuoto sta chiedendo spazio, di potersi allontanare da quella situazione, o che sia l'altro ad allontanarsi, per esempio da una risorsa che vuole proteggere, o da un compagno che ha bisogno di protezione, eccetera.

Questo tipo di morso potrebbe anche arrivare a contatto, ma l'intento non è di causare ferite gravi nell'altro, è come se fosse uno spintone, persegue la volontà di creare spazio di manovra, di far allontanare. Non sempre però l'autocontrollo, specialmente se il cane è intimorito, è molto efficace. Alle volte qualche piccolo danno – nulla di grave – viene inflitto, solitamente sul muso dell'altro cane, che è la parte più avanzata ed esposta in questo tipo di interazione.

Ci sono poi i morsi molto più seri, inflitti con l'intenzione di causare ferite profonde. Sono sempre morsi piuttosto rapidi, scattanti, inferti con parecchia violenza e forza, portati soprattutto con i canini verso punti delicati, come per esempio le zampe, che si possono ferire gravemente, il muso, il collo, eccetera. Questi morsi possono causare sanguinamento copioso, buchi profondi e lacerazioni piuttosto gravi.

Ci sono infine i morsi per uccidere. Questi sono dati con la massima intensità e forza, affondano nelle carni e sono per lo più trattenuti, spesso seguiti nell'immediato da violentissime scrollate date da un ampio movimento orizzontale da un lato all'altro con strappi di eccezionale violenza. Questo morso, se inflitto alla gola dell'altro può anche portare al soffocamento del malcapitato.

Cosa fare nel caso un cane adulto aggredisca un cucciolo?

Questa domanda è alquanto difficile. Commettere un'errore di valutazione potrebbe essere drammatico vista la delicatezza di un cucciolo e l'impotenza di questo di fronte ad un'aggressione (di qualunque tipo) di un adulto assertivo, che non abbia intenti educativi, oppure che avendoli non li sappia dosare in modo adeguato.

Se la situazione è di convivenza, in primo luogo è importante considerare questi aspetti in modo preventivo ossia valutare, magari con il supporto di un occhio esperto in materia, la disposizione del cane di famiglia adulto. Nel caso poi di una situazione che degeneri in modo imprevisto, prima di tutto dovremo evitare che il cane adulto e il cucciolo siano lasciati insieme senza la nostra supervisione, e per questo ci possono essere varie soluzioni, come per esempio l'utilizzo di cancellini che separino le varie zone della casa, almeno fin tanto che il cane adulto non abbia accettato la presenza del nuovo inquilino.

Potrebbe anche verificarsi però la situazione nella quale il nostro cane non accetti mai pacificamente la presenza del cucciolo, che vi sia un crescendo di disagio e di manifestazioni di intolleranza. In una tale situazione, per il benessere di tutti, e dopo aver sentito il parere di un esperto, si potrebbe anche arrivare ad una nuova collocazione del cucciolo in una nuova famiglia, che possa garantirgli una maggior stabilità e meno rischi.

L'incontro in territorio neutrale

Una volta appurata la buona disposizione del nostro cane nei confronti dei suoi simili, e volendo noi fargli incontrare un cucciolo, che potrebbe anche diventare un nuovo membro della famiglia, è consigliabile che ciò avvenga in terreno neutrale, ossia in un luogo all'aperto che non sia il nostro giardino di casa.

Naturalmente l'incontro va monitorato e deve avvenire nel modo più naturale possibile. Inutile dire che in queste circostanze la nostra capacità di leggere il linguaggio del cane per anticipare eventuali situazioni di disagio e di tensione è fondamentale. Non dovremo creare possibili situazioni di conflitto, come per esempio l'eccessiva eccitazione da parte nostra nel dare attenzioni al piccolo escludendo il nostro cane. Oppure distribuendo risorse come bocconcini, soprattutto nei primi momenti di conoscenza, e lo stesso discorso potrebbe valere per la presenza di giocattoli e simili. Ribadiamo che questi consigli possono essere più o meno utili a seconda della personalità del nostro cane.

Rimediare ad un piccolo incidente

Nonostante tutte le precauzioni è comunque possibile che il nostro cane adulto possa arrivare ad essere un tantino severo con il cucciolo. Sono cose che possono capitare, a patto che l'aggressione non sia stata veramente eccessiva, o spinta da pulsioni di predazione, ma sia stata dovuta ad un maldestro rimprovero andato un pochino oltre il dovuto, dovremo prestare attenzione a quali siano state le condizioni e i fattori scatenanti per evitare in futuro che accada nuovamente.

Per esempio si deve gestire con molta attenzione il momento del pasto quando il cucciolo sarà portato ad andare verso il cane adulto per ispezionare la sua ciotola ma tenderà a farlo senza aspettare che questa sia stata definitivamente abbandonata dall'altro cane. Ovviamente potrebbe succedere anche il contrario. Quindi un suggerimento potrebbe essere quello di separare i cani in locali diversi al momento del pasto, anche perché, di solito, un cucciolo ha la necessità di mangiare un numero maggiore di volte al giorno rispetto ad un cane adulto.

La gestione degli spazi potrebbe essere un altro fattore scatenante, quando per esempio il nostro cane non tollera che il cucciolo si avvicini a lui quando intende riposare nella sua cuccia. Alle volte in questi frangenti il nostro cane potrebbe dare tutta una serie di segnali per disincentivare il cucciolo ad avvicinarsi, ma non è affatto detto che il cucciolo li comprenda (anche qui entra in gioco l'esperienza pregressa, ma questa volta del cucciolo stesso, che potrebbe essere carente e non avergli fornito certe conoscenze in merito al linguaggio della sua specie). Quindi, il nostro cane, aspettandosi un certo tipo di risposte (o feedback) e non ottenendole potrebbe rimarcare i suoi segnali passando da uno sguardo fisso ad un basso ringhio, fino a mostrare i denti. Poi, dopo tutto questo, se il cucciolo non dovesse desistere, e noi non siamo presenti per poter sostenere il nostro cane e allontanare il cucciolo, ecco che potrebbe passare al morso d'avvertimento. E ritorniamo così a quanto detto prima.

In una tale circostanza dovremmo aiutare il nostro cane a non trovarsi nella situazione di dover minacciare il cucciolo, preoccupandoci di gestire gli spazi nel modo corretto, anche qui un suggerimento potrebbe essere quello di utilizzare dei divisori che consentano al nostro cane di riposare senza la preoccupazione che il piccolo sia troppo fastidioso e invadente.

Restiamo quindi del parere che la prevenzione è la miglior strada da percorrere. Adulti e cuccioli possono vivere tranquillamente insieme, e spessissimo è così, ma è importante comprendere che alle volte siamo noi a sentire l'esigenza di aggiungere un cucciolo alla nostra famiglia, mentre il nostro compagno a quattro zampe sarebbe di tutt'altra idea.

Un errore comune

Uno degli errori più comuni è quello di pensare che, dato che si tratta di un cucciolo, il quale ha su di noi un certo effetto ammaliatore, le cose andranno naturalmente bene, e che anche il nostro cane sarà entusiasta di dividere la sua vita con un piccolo del quale prendersi cura. Molto spesso è proprio così, ma non va assolutamente dato per scontato. E nel caso il nostro cane non intenda accettare un piccolo questo non vuol dire necessariamente che abbia qualcosa di sbagliato in lui.

Altre volte l'errore origina dall'idea che il nostro cane sia troppo solo durante il giorno, o comunque a causa delle nostre troppo numerose ore d'assenza. Che i cani, molti cani, abbiano un beneficio dall'avere un compagno della stessa specie con il quale condividere la vita è certamente vero, ma attenzione, anche qui non va affatto dato per scontato, e soprattutto non va dato per assodato che la scelta migliore possa essere quella di un cucciolo.

Il più delle volte l'inserimento di un cane adulto potrebbe essere invece la strada da percorrere. Forse è inutile ribadire che meno superficialità si mette in queste scelte meglio è, quindi è importante farsi aiutare da un educatore o istruttore esperto che analizzi la situazione e ci accompagni nel processo di inserimento vero e proprio. Ma anche nel considerare se effettivamente la solitudine del nostro cane non possa essere alleviata da alcune modifiche nel nostro stile di vita quotidiana, senza per forza orientarsi su un altro cane, che potrebbe comunque essere visto come un competitore, sia che si tratti di un cucciolo che di un adulto, soprattutto quando la sofferenza del nostro compagno è data dalla scarsità del tempo che riusciamo a dedicargli, e lui, patendo proprio per questo, si ritrovi a dover gestire un altro cane che si potrebbe intromettere in una relazione già traballante.

Troppo spesso si demanda l'onere di "aggiustare" una situazione problematica ad un altro cane senza prima esserci impegnati noi stessi, in prima persona. Questo è più comune di quanto si pensi, ma è anche altrettanto comune che in breve si avranno due cani con problemi vari da risolvere, invece che uno di cui prendersi cura veramente.

Il mordere è un comportamento naturale per i cani, ma può diventare un problema se il cane è adulto e il cucciolo è ancora in fase di crescita. Per gestire questo comportamento, è importante capire le motivazioni del cane e utilizzare metodi educativi positivi per insegnare al nostro cane a gestire l'interazione con un cucciolo in modo appropriato, ma anche per crescere nel modo migliore il cucciolo stesso. Con un po' di pazienza e determinazione, si può aiutare il nostro cane adulto a superare il comportamento indesiderato e a vivere in armonia con il cucciolo, ma non è consigliabile l'improvvisazione azzardata, meglio coinvolgere una persona esperta per evitare danni e traumi inutili a tutti quanti.

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Luca Spennacchio
Istruttore cinofilo CZ
Ho iniziato come volontario in un canile all’età di 13 anni. Ho studiato i principi dell’approccio cognitivo zooantropologico nel 2002; sono docente presso diverse scuole di formazione e master universitari. Sono autore di diversi saggi.
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