Il morso di vipera può essere molto pericoloso se non si interviene in tempo, ma bisogna tener presente che in Italia esistono oltre 20 specie di serpenti, e solo 5 sono vipere. Probabilmente a mordere il vostro cane non è stata una vipera ma una natrice, una biscia innocua che per alcune vaghe caratteristiche può assomigliare ad un vipera. Vediamo però alcune caratteristiche per aiutarci a distinguere una vipera da altri innocui serpenti e soprattutto cosa fare se il cane viene morso!
Le vipere sono dei rettili ovovivipari, a sangue freddo, e dunque in inverno vanno in letargo per poi crogiolarsi al sole e cacciare piccoli mammiferi e nidiate di uccelli in primavera ed estate. Di solito se non vengono infastidite non sono aggressive. Sono caratterizzate da una testa di forma triangolare e a punta, con un corpo tozzo ed una coda corta e arrivano di solito massimo a 90cm di lunghezza.
Possiedono una ghiandola situata nella regione posteriore e laterale del capo che produce un veleno formato da un'alta percentuale d'acqua, diverse proteine ad alta tossicità e altri enzimi che agiscono sui tessuti, sulla coagulazione del sangue e, a volte, sul sistema nervoso. Per inoculare questo veleno utilizzano dei lunghi denti mobili canalicolati che formano un angolo di 90° con la mascella ed in caso di morso penetrano nella cute della preda e iniettano il veleno attraverso i canali. I loro occhi hanno pupille verticali, simili a quelle dei gatti, mentre la maggior parte degli altri serpenti ha le pupille tonde.
In Italia, come detto, sono presenti più di 20 specie di serpenti e le vipere sono gli unici serpenti potenzialmente pericolosi; le cinque specie presenti sono distribuite in tutte le regioni, ad eccezione della Sardegna, dove sono assenti serpenti velenosi e sono: Vipera ammodytes o vipera dal corno , Vipera aspis o aspide, Vipera berus o marasso palustre, Vipera ursinii e Vipera walser (di recente scoperta detta anche vipera dei "rododentri").
Come proteggere il cane dal morso di vipera
Può capitare durante le passeggiate che il cane per l'indole di esplorare e annusare incontri un serpente, consiglio quindi sempre durante queste passeggiate di portare dietro un bastone da battere sul terreno, in caso di erba alta o sassi tenete il cane al guinzaglio, in modo che riusciate a tenerlo sotto occhio! Evitate di sedervi o mangiare vicino a sassi, pietraie, cataste di legna, muretti in pietra o erba alta. Se vi imbattete in una vipera, rimanete immobili e battete forte i piedi sul terreno ed usate un bastone, non urlate perché non vi sentono e potreste invece agitare il cane. Se la vipera non si allontana, lentamente allontanatevi voi e il vostro cane.
Come riconoscere il morso di vipera
Il morso della vipera italiana è facilmente distinguibile in quanto lascia due fori provocati dalle zanne velenifere. Questi sono più grandi degli altri forellini lasciati dal resto dei denti che, in realtà, sono poco più di un graffio. La zona apparirà tumefatta, rossa e gonfia oltre che dolente.
Il veleno di vipera contiene numerose tossine, ognuna delle quali esplica una diversa azione sull’organismo nel quale viene inoculato: altera la coagulazione del sangue e causa emolisi, causa dilatazione dei vasi periferici abbassando la pressione sistemica e aumentando la facilità di diffusione all’intero organismo, altera la funzionalità del sistema nervoso ed infine provoca necrosi dei tessuti.
Ad ogni morso la vipera inocula solamente una piccola parte del veleno contenuto all’interno delle sacche velenifere. L’ofide può mordere più volte nel corso di un singolo attacco e non è detto che a ogni morso venga inoculato del veleno: la quantità è estremamente variabile ed influenza notevolmente la pericolosità del morso stesso ma spesso anche il primo morso è privo di veleno.
In primavera, al risveglio dal letargo, il veleno è presente nelle sacche in maggiore quantità e ad una concentrazione di tossine più elevata, soprattutto se il rettile non ha ancora avuto modo di mordere altre prede dopo il lungo sonno invernale.
Il morso di vipera è doloroso e pertanto il cane che ne sia vittima mostra, nell’immediato, segni di dolore a livello della parte interessata (ad es. zoppia) che apparirà gonfia, di prostrazione ed agitazione. Nel caso di morsi al naso o alla gola è frequente la comparsa di edema della glottide con conseguente difficoltà respiratoria. Successivamente compariranno diversi segni clinici, tra cui:
- Respirazione accelerata ed affannata;
- Tachicardia;
- Vomito (anche con sangue);
- Diarrea;
- Mucose pallide;
- Dolore addominale;
- Sanguinamento;
- Urine molto scure;
- Debolezza;
- Tremori muscolari;
- Convulsioni.
Cosa fare se il cane viene morso
- Mantenere la calma. L’agitazione e l’attivazione dei meccanismi di stress facilitano la diffusione del veleno. Purtroppo il morso è doloroso, la zona colpita è dolente e edematosa, ma cercate di calmare per quanto possibile il vostro cane coccolandolo e accarezzandolo.
- Evitare che il cane si muova, prendetelo in braccio e tenendolo immobile. Anche l’attività fisica e il movimento contribuiscono alla diffusione del veleno.
- Togliere pettorina o collare. Se il morso è avvenuto alla testa e al collo, sfilare subito il collare. La zona colpita spesso diventa tumefatta e gonfia ed eventuali collari stretti potrebbero soffocarlo.
- Lavare subito la ferita con acqua ossigenata, non alcool. In alternativa, soluzione fisiologica o acqua di bottiglia o acqua corrente. Ad ogni modo, lavate lavate lavate!
- Fasciate la ferita con benda orlata o vetrap a partire da 10-20 cm sopra il morso a scendere, senza stringere! Deve essere contenitiva ma non compressiva, perché il veleno risale soprattutto grazie ai vasi linfatici, una fasciatura ne rallenta la risalita.
- Contattare il proprio veterinario o altra struttura il più vicino possibile dove portare il proprio cane, la possibilità di salvare il cane è tanto più elevata quanto prima si intraprendono le misure, idealmente si dovrebbe raggiungere un centro veterinario entro un’ora dall’accaduto.
Durante il trasferimento dal veterinario, fino a raggiungere l’auto, sarebbe ideale non far camminare il cane e portarlo in braccio ove possibile, durante il trasporto il cane deve essere tranquillizzato e l’area morsa mantenuta in posizione più declive rispetto al cuore, per poter limitare la diffusione del veleno.
Cosa non fare
- Non incidere la zona interessata dal morso! Rischiate di favorire la dispersione tramite il sangue del veleno. Non usare alcol per disinfettare la ferita
- Non posizionare alcun laccio emostatico o cintura, corda, elastico etc. non usate nulla per stringere al di sopra della ferita. Perché potrebbe causare ischemia e necrosi dei tessuti a valle del laccio, quindi la fasciatura deve essere contenitiva ma non compressiva!
- Non succhiare il veleno! È inutile ed è pericoloso pure per chi lo fa, perché a volte in bocca sono presenti delle microferite, piccole afte o altro che rappresentano una porta d’ingresso per il veleno!
- Non somministrare farmaci, perché potrebbero essere controproducenti. Sarà compito del veterinario instaurare la terapia più opportuna, che vede tra i suoi cardini la terapia infusionale endovenosa, la correzione degli squilibri elettrolitici, la profilassi antibiotica e altre terapie di supporto. L’uso del cortisone è controverso è valutato caso per caso, ad esempio perché il morso è localizzato al collo e l’edema impedisce la respirazione, in questo caso dev’essere fatto endovena.
- L’uso del siero antiofidico è alquanto controverso, sicuramente non è tra le prime cose da fare, oltre che essere difficilissimo da reperire e le poche scorte a disposizione sono riservate agli ospedali nel caso vengano portati bambini o anziani morsicati, insomma le categorie più a rischio nell’uomo, in veterinaria si tende ad usarlo sempre meno o per niente! Il motivo risiede principalmente sui rischi di reazione anafilattica del siero che possono essere addirittura mortali.
Terapia e prognosi
Il morso di vipera non è sempre mortale, se si interviene rapidamente e si instaurano le opportune terapie endovenose, il paziente viene ricoverato e tenuto sotto osservazione, la maggior parte dei casi escono dal pericolo dopo 24-72 ore, anche se poi impiegheranno settimane a ristabilizzarsi del tutto. La mortalità è legata anche ad altri fattori, uno dei quali è la taglia dell’animale, l’altra è la dose di veleno inoculata. Tanto più è piccolo il cane e più è grande la dose di veleno, tanto più alto è il rischio mortalità. Altro dato importante è la localizzazione del morso: su muso e collo comporta un’evoluzione in genere più rapida e potenzialmente letale rispetto a quando questo avviene alle estremità.
In particolare, gli effetti del veleno di vipera esplicano la loro azione sul fegato, sul rene, sull’apparato gastroenterico, sul sangue e sul sistema nervoso. Di conseguenza, il paziente sarà sottoposto principalmente a terapie volte a controllare il vomito, la diarrea, i disturbi della coagulazione, eventuali manifestazioni neurologiche, a ripristinare e conservare la funzionalità epatica e renale. La somministrazione di fluidi è indispensabile per la reidratazione e viene associata a trasfusioni di plasma o sangue intero. Ove possibile, l’emodialisi è uno strumento in più che molte volte può fare la differenza tra la vita e la morte del paziente.