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18 Novembre 2022
9:00

Cosa fare se il vostro cane non è d’accordo con l’arrivo di un cucciolo in casa

Potrebbe capitare di voler adottare un nuovo cucciolo. Se però in casa c'è già un cane, potrebbe non apprezzare affatto il nuovo arrivato. Come comportarsi in questi casi?

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Potrebbe capitare di voler inserire nella propria famiglia un nuovo cucciolo. Il fatto è che magari in casa già c’è un rappresentante della specie canina. In una tale eventualità quali sono le accortezze da tenere, ma soprattutto, cosa possiamo dire se il nostro cane dimostra di non apprezzare affatto il nuovo arrivato?

Quando noi guardiamo un cucciolo di cane la nostra motivazione epimeletica, quella che ci spinge all’accudimento, sprigiona in noi un fiume in piena di emozioni positive, di tenerezza e di desiderio di proteggere, accudire, coccolare quella "palletta di pelo" morbida e calda. Le caratteristiche di un cucciolo sono una vera e propria trappola per noi umani e ci vuole una bella dose di autocontrollo per mantenere la lucidità. Questo fatto, che ha a che fare con la nostra natura di mammiferi fortemente orientati alle cure parentali, viene spesso sfruttato a livello commerciale, non solo quando la “merce” è un cucciolo di cane, ma anche come mezzo per legare positivamente un altro tipo di prodotto alle nostre rappresentazioni cognitive positive. Questa è una delle ragioni per cui spesso nelle pubblicità vediamo “usare” i cuccioli, soprattutto di cane (ma non solo), anche se il prodotto non ha nulla a che fare con i cani in sé.

Adottare un cucciolo, chiediamoci cosa ne pensa il nostro cane

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Quindi noi siamo vulnerabili ai cuccioli, ma che dire dei nostri compagni canini? Di fatto è qualcosa di soggettivo. Ci sono cani, sia maschi che femmine, che adorano i cuccioli, che hanno una forte pulsione all’accudimento e che sono molto pazienti con quei piccoli terremoti. Altri invece che proprio non ne vogliono sapere, i cuccioli li infastidiscono, sono visti come intrusi irrispettosi e troppo vivaci. In pratica come delle minacce al quieto vivere che si immischiano nella vita relazionale della famiglia. Ecco che qui nascono i problemi.

Non è affatto detto che i cuccioli suscitino nel nostro cane il desiderio di accudimento, e non è una questione di genere, vale sia per i maschi che per le femmina anche in questo caso. Ora, il fatto è che prima di adottare un nuovo membro della famiglia dovremmo fare alcune considerazioni, tra le quali, naturalmente, comprendere quale potrebbe essere l’opinione del nostro cane a riguardo. Ci possono essere degli indizi che ci fanno supporre come il nostro cane potrebbe vivere l’inserimento in famiglia di un cucciolo, indizi che hanno in primis a che fare con il suo carattere.

Un cane che tende ad essere molto possessivo sulle risorse, tra le quali – facciamo bene attenzione – ci siamo anche noi; un cane con una scarsissima socializzazione intra-specifica; un cane con una forte reattività e via dicendo, potrebbero dare qualche grattacapo alla famiglia. Ci possono essere dei rimedi per ogni situazione, o quasi, e ne vedremo alcuni in seguito, ma prima di tutto dobbiamo interrogarci se sia una buona idea introdurre un altro membro nella nostra famiglia.

Vorrei prendere un altro cane, ma cucciolo

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Alle volte già il motivo di una decisione del genere è foriero di problematiche future, quasi inevitabili. Capita di sentire: «Dato che il mio cane si sente solo a casa, allora ho deciso di prendere un cucciolo che gli faccia compagnia!» Le intenzioni sono certamente buone, soprattutto se consideriamo che il cane è una specie sociale costretta, ossia che l’isolamento e la solitudine prolungata possono facilmente essere fonte di stress e depressione.

Sì, ma prima di pensare ad un cucciolo sarebbe opportuno farsi un paio di domande, per esempio prendere in considerazione lo stato del nostro cane attuale, e forse non è una buona scelta prendere un "piccolo demonietto" da affiancare al nostro cane anziano, potrebbe facilmente essere una tortura per lui. Inoltre il nostro cane potrebbe sentirsi sì solo, ma soffrire della nostra assenza, sentire cioè la nostra mancanza e vedere un cucciolo come un “competitore” di una importante risorsa, ossia noi, e vedersi costretto a condividerla con un irruente piccoletto in quelle troppo scarse occasioni in cui noi siamo presenti.

Qui il problema è rappresentato dalla nostra scarsa presenza, non dalla noia in sé dovuta alla solitudine. In queste circostanze facilmente potrebbero nascere attriti tra i cani, dove il piccolo se la passerebbe male, ma anche l’adulto, dato che noi saremmo certamente propensi a proteggere e difendere il cucciolo dalle sue minacce e aggressioni, ovviamente. Quindi, alla fine, il nostro cane si sentirebbe anche escluso, non compreso.

Attenzione perché con questo non vogliamo certo dire che le cose non potrebbero invece andare molto bene, il fatto è che queste sono questioni da non prendere con superficialità.

Ci sono addirittura casi nei quali poi il cane di famiglia è stato portato in canile perché non era affatto felice di accogliere un altro cane in casa, e questo, se ci pensiamo, è davvero assurdo. A meno che, come può accadere, le persone non desiderino un cucciolo proprio perché il loro cane li ha stancati, hanno voglia di nuovo di avere un cucciolo che zampetta per casa, e a loro modo di vedere il comportamento del loro cane è un buon pretesto per giustificare il suo abbandono. Ok, l’ho detto che è assurdo, no? Ma questo non significa che non accada…

Un approccio adeguato

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Se abbiamo deciso di prendere un cucciolo, magari perché ci è capitato, senza che noi lo si cercasse (per esempio lo abbiamo trovato in un cassonetto lamentarsi disperato, e invece che portarlo al canile, lo abbiamo portato a casa) ma non sappiamo come si comporterà il nostro cane perché non ha esperienza di cuccioli, ma generalmente pare essere ben disposto nei confronti degli altri cani, allora potremmo attuare alcuni accorgimenti perché la cosa sia il meno traumatica per tutti, cucciolo compreso.

Il suggerimento è comunque quello di portarlo subito da un medico veterinario per monitorare il suo stato di salute, ci sono delle patologie molto gravi e se non siamo in grado di riconoscerle, o non ne vediamo i sintomi, potrebbero risultare letali o molto dannose anche per il nostro cane di casa, come per esempio il Cimurro o la Parvovirosi. Una volta appurato lo stato di salute del piccolo allora possiamo farlo incontrare con il nostro cane, meglio se in una area franca, per esempio al parco, in un luogo tranquillo, e solo in un secondo momento in casa.

Potrebbero essere utile delle barriere che limitano i momenti di contatto soprattutto quando non possiamo monitorare la situazione direttamente, come per esempio dei cancellini rimovibili, quelli utilizzati per i bambini piccoli. Alle volte, in prima battuta, il nostro cane non sembra apprezzare la presenza del cucciolo, ma con il passare dei giorni le cose potrebbero cambiare in positivo. Questo per dire che se non ci sono dei comportamenti estremi, molto pericolosi, nei confronti del piccolo, é possibile che il nostro cane pian piano accetti quel nuovo membro della famiglia. Le sue difficoltà iniziali potrebbero essere state dettate dall’inesperienza, dallo spiazzamento della nuova e sconosciuta situazione.

Cosa fare se il cane non accetta un nuovo cucci0lo?

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C’è però da considerare che le cose non si sistemino e il nostro cane non accetti il piccolo, una situazione che ci pone di fronte ad un serio dilemma che deve tener presente da un lato la sicurezza del cucciolo, dall’altro il benessere del nostro compagno. Alle volte non ci sono compromessi accettabili, come per esempio il tener separati in casa i cani, cosa certamente fattibile in molti casi, ma molto problematica, che forse ottiene di tenere al sicuro il cucciolo, almeno fin tanto che è piccolo, ma che rende la vita alquanto difficile al nostro cane che percepirà costantemente la presenza dell’intruso vivendo in un o stato di emozioni negative perenni, emozioni come, per esempio, la rabbia, la gelosia, l’insicurezza.

In molti casi è meglio comprendere rapidamente come stanno le cose ed evitare traumi da una parte e dall’altra ricollocando il cucciolo in un’altra famiglia, se possibile, per il bene di tutti quanti. Il fatto è che, in un frangente simile, alcune persone cambiano l’idea che avevano del loro compagno, si sentono fortemente deluse, magari ci avevano ricamato sopra parecchio, si erano fatti dei film dei due cani felici insieme che giocavano sulla spiaggia, ma le cose non sono poi andate così. Alle volte, senza esserne consapevoli, montano un senso di rancore nei confronti del loro cane che ha infranto le loro aspettative, e questo, alla lunga, porta a delle incrinature nella relazione.

Le cause dell'aggressività tra cani conviventi

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Ci sono casi in cui i cani di casa, due o più, cresciuti insieme, ad un certo punto manifestino comportamenti aggressivi l’un l’altro, magari per motivi futili ai nostri occhi. Innanzi tutto bisogna tener presente che solo per il fatto che due cani sono cresciuti insieme questo sia sufficiente a farli andare d’amore e d’accordo per la vita. Beh, non è sempre così, basti pensare a quanto sia facile che due fratelli o sorelle (umani, si intende) cresciuti nella stessa casa poi non vadano d’accordo in età adulta, anche se da piccoli non era così. I rapporti tra individui sono magmatici, sono in continua evoluzione, e mutano a causa di una grande quantità di fattori soggettivi, e propio per questo sono molto difficili da indagare. Non è possibile quindi dire che cosa bisogna fare in un caso simile senza tener presente le caratteristiche peculiari degli individui.

Alle volte il comportamento aggressivo si è verificato in un singolo frangente, dove i due cani hanno avuto delle incomprensioni, o hanno dato sfogo a delle frustrazioni magari con reazioni eccessive, ma poi è finita lì. Dipende moltissimo anche dalla maturità della relazione tra i due, diciamo dalla sua profondità e forza. Certamente se la relazione era già fragile, in bilico, facile che un evento come un’aggressione sia una frattura incolmabile tra i due individui, o quantomeno dia adito a pensare che la questione non sia chiusa lì, amici come prima, ma che si potrebbe ripetere, allora la “separazione” in casa è quasi inevitabile, almeno fin tanto che noi non possiamo essere presenti.

Attenzione, il fattore scatenante di un’aggressione potrebbe anche essere involontariamente causato dal nostro comportamento, che non ci siamo accorti, per esempio, che tra i nostri cani c’era qualcosa che non andava e, senza volerlo, abbiamo fatto da scintilla per la miccia. Per esempio, in alcuni casi il dare attenzioni ad uno, ignorando l’altro, potrebbe far scattare reazioni di gelosia incontrollata sulla base di un sentimento di rabbia. Alle volte l’abitudine di far sovreccitare i cani ogni qualvolta stiamo con loro potrebbe indurre a comportamenti aggressivi incontrollati in risposta allo stato di arousal troppo alto, che fa perdere lucidità, e basta un minimo contatto tra i cani per far scatenare una rissa furibonda.

O, ancora, il creare situazioni di conflittualità, soprattutto quando si ha a che fare con soggetti molto possessivi, ho con forti pulsioni predatorie, per esempio lanciando una pallina al parco inducendo i cani a competere tra di loro nell’inseguirla. Sono tutti esempi che però si basano su situazioni in cui la relazione tra individui è già fragile e conflittuale. Naturalmente un consiglio utile potrebbe essere, alle prime avvisaglie di qualcosa che non va tra i nostri cani, quello di consultare un educatore o istruttore esperto per evitare di incrementare la situazione problematica, e magari porvi rimedio facilmente fin tanto che i cani mantengono ancora un buon autocontrollo.

Partir da lì per aggiustare la relazione, appianare i fraintendimenti, comprendere le singole individualità e tentare una via riconciliante, imparando ad evitare proprio quei comportamenti che portano allo scontro. Non è comunque una situazione semplice da gestire, soprattutto perché non lascia troppo margine d’errore. Con il supporto di un buon educatore è per lo più affrontabile, adottando accortezze specifiche per la situazione, che siano un buon compromesso per tutti e riportino equilibrio e serenità nel nucleo famigliare allentando le tensioni.

Il mio cane vuole un cucciolo?

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Ci sono anche situazioni diametralmente opposte. Può infatti capitare di rendersi conto che, per caratteristiche e vocazioni, il nostro cane si senta realizzato quando può dedicarsi all’educazione di un cucciolo. Ci sono infatti individui che manifestano interesse per i più piccoli, che hanno la tendenza a prendersene cura, a guidarli, ad insegnar loro quello che sanno del mondo. Ecco che allora la decisione di inserire un nuovo membro nella famiglia, fatte tutte le debite considerazioni, potrebbe essere la scelta migliore. A questo punto, organizzato l’ambiente di vita, non resterà che rivolgersi ad un canile e andare ad incontrare il giovane cane con il nostro compagno a quattro zampe.

Sono i casi migliori che ci consentono anche di imparare molto sulla comunicazione tra cani, sul loro modo di pensare e affrontare la vita. Questo tipo di situazioni sono quelle che lasciano a bocca aperta le persone con una particolare passione per questi animali, affascinati, ad osservare quello che fanno tra di loro. Raramente i nostro cani di casa hanno l’opportunità di trasmettere le loro conoscenze, la loro cultura, a qualcun altro, come sarebbe naturale, perché non dobbiamo dimenticare che i cani sono animali altamente sociali – come detto – che tramandano di generazione in generazione le loro conoscenze, ovviamente quando gli è consentito farlo.

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Luca Spennacchio
Istruttore cinofilo CZ
Ho iniziato come volontario in un canile all’età di 13 anni. Ho studiato i principi dell’approccio cognitivo zooantropologico nel 2002; sono docente presso diverse scuole di formazione e master universitari. Sono autore di diversi saggi.
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