Il lupo è tornato ormai da circa due anni nel territorio del Parco Nazionale del Circeo, da dove mancava da circa un secolo. La sua presenza è stata segnalata più volte, tanto da diventare sempre più probabile l’eventualità di fare un incontro “ravvicinato” con uno di questi esemplari durante una passeggiata nel bosco dell’area protetta.
Per evitare situazioni spiacevoli, ma anche per tutelare e salvaguardare la specie, e per favorire una pacifica convivenza con gli esseri umani l’Ente Parco ha stilato un vademecum, indicando le regole di comportamento in caso di avvistamento o avvicinamento, in modo da far conoscere cittadinanza alcune fondamentali informazioni e avvertenze.
Solitamente il lupo non si avvicina, ma anzi si allontana prima di essere avvistato. Sono rari i casi in cui il lupo mostra confidenza avvicinandosi spontaneamente. Quando succede, si tratta di un avvenimento anomalo che deve essere segnalato agli Enti di gestione delle Aree naturali protette.
Qualora però ci fosse un incontro ravvicinato l’Ente Parco raccomanda un comportamento di rispetto e di buonsenso. Tra le cose da fare c’è, innanzitutto, parlare a voce alta per allontanare l'animale.
Al contrario, se uno o più lupi si vedono in lontananza, è meglio restare in silenzio o osservare senza interferire. Chiaramente mai disturbare il lupo in presenza di cuccioli oppure se sta mangiando.
Infine, ma non meno importante: mai lasciare il cane senza guinzaglio all’interno del Parco. È assolutamente vietato ai sensi della normativa vigente, perché sono un pericolo per la fauna selvatica e domestica, ma sono essi stessi in pericolo.
I lupi, infatti, se dovessero identificarli come rivali, potrebbero ferirli o ucciderli. Se i cani, invece, sono al guinzaglio, è improbabile che il lupo si avvicini.
Il lupo appartiene alla categoria delle specie protette dalla normativa nazionale e dell'Unione Europea e non può essere cacciato né ucciso. Esiste una deroga a questo diktat, ma esclusivamente nel caso di animali considerati "problematici" e fino ad oggi, in Italia, non sono mai stati rilasciati provvedimenti in tal senso.
A differenza di quello che spesso si crede, i lupi sono diffidenti e difficilmente attaccano e, anzi, se possono, si tengono a distanza di sicurezza. Resta però buona norma, come per tutti gli animali selvatici, non avvicinarsi o lasciare a disposizione del cibo.
L’Ente Parco ha accertato nel suo areale la presenza di un solo branco dal numero di individui stabile. A primavera, nascono i cuccioli, ma all'età di un anno, lasciano il luogo d'origine alla ricerca di nuovi territori.
Negli ultimi 30 anni, il lupo è tornato in Italia in un processo di espansione naturale. Ma negli anni Settanta, il numero i esemplari presenti sugli Appennini, era talmente ai minimi storici che è stata imposta l’attivazione di vincoli per la protezione della specie.
Questo ha permesso, a partire dagli anni '90, una netta ripresa della popolazione, grazie a una serie di fattori, quali la diminuzione della caccia e la rinaturalizzazione di molti ambienti marginali e delle zone fluviali. Con queste condizioni, essendo una specie adattabile, il lupo ha così avuto un’espansione veloce.
La loro tutela è essenziale per la biodiversità e a livello nazionale è in atto un grande progetto di monitoraggio denominato “Piano di monitoraggio nazionale del lupo” che mette insieme la realtà alpina e appenninica per ottenere dati esaustivi sulla presenza dell’animale sul territorio.
Parallelamente e a supporto delle attività del piano Nazionale si sta svolgendo anche un ambizioso progetto cofinanziato grazie fondi europei denominato LIFE WOLFALPS che oltre ad includere l’area alpina italiana coinvolge anche, Francia, Austria e Slovenia.