Con legge costituzionale n. 1 dell’11 febbraio 2022, denominata "Modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione in materia di tutela dell'ambiente", è stato attribuito alla Repubblica il compito di tutelare l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi (anche nell’interesse delle future generazioni). Ed è stato, inoltre previsto che la legge dello Stato disciplini i modi e le forme di tutela degli animali. Per la prima volta, quindi, la tutela degli animali è stata menzionata nel testo costituzionale, peraltro nell’ambito della parte dedicata ai "principi fondamentali".
Ma, a poco meno di due anni da quel giorno, i principi sanciti da questa legge sono stati difesi e attuati? E in quale modo sono stati disattesi? È questo il punto di partenza della giornata di confronto che si è tenuta ieri, 13 dicembre, nella Sala della Regina della Camera dei deputati, organizzata da LAV e da WWF e fortemente voluta dall’onorevole Sergio Costa, attualmente vicepresidente della stessa Camera ed ex Ministro dell’Ambiente.
L'attuazione giurisprudenziale e legislativa dei principi costituzionali di tutela di ambiente e biodiversità, con particolare riferimento alla fauna selvatica, sono stati infatti i temi dibattuti nell’incontro "Costituzione e Animali Selvatici" che si è da poco concluso a Montecitorio. «Proprio nel 75° anniversario della nostra Costituzione il convegno ha voluto portare due messaggi fondamentali – ha commentato al termine dell’iniziativa Gianluca Felicetti, presidente LAV – Il primo è la richiesta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di intervento come massimo garante della Costituzione affinché il principio fondante della tutela dell’Ambiente e della Biodiversità degli Animali e degli Ecosistemi trovi una realizzazione pratica, cioè tutto il contrario di quello che nell’ultimo anno e mezzo è stato realizzato dal Parlamento e da questo Governo con norme come quella per estendere la caccia. L’altro messaggio – aggiunge Felicetti – è di fare in modo che la giustizia porti all’attenzione della Corte Penale i casi di conflittualità fra quello che queste norme realizzano sul territorio, cioè che si possa fare qualsiasi cosa e cacciare ovunque senza controllo, e l’attuazione di questo importante principio costituzionale. Lav sarà nelle piazze per raccogliere firme per gli appelli al Presidente della Repubblica e sarà nelle aule e sul territorio per proteggere questa tutela che oramai il legislatore ha previsto da due anni».
Anche secondo Alessandra Prampolini, direttore generale di WWF Italia, «si sta andando nella direzione contraria a quanto previsto dalla legge del 2022. E l’attacco alla biodiversità e alla fauna selvatica è l’elemento che ci preoccupa di più». Ma è soprattutto il modo di raccontare l’ipotetico conflitto tra uomo e selvatici ad inquinare la lettura dei fatti, secondo l’ambientalista. «Sta tornando il mito del lupo cattivo, quasi che fossimo sotto assedio, mentre è la fauna selvatica ad essere sotto assedio. Per questo la giornata di oggi va vista come un presidio necessario».
Il Colonnello Giorgio Maria Borrelli, comandante del Raggruppamento Carabinieri Cites, ha invece sottolineato come l’azione di polizia per la prevenzione e il contrasto ai reati ambientali «è particolarmente legata all’attività di antibracconaggio capace di produrre enormi guadagni», sottolineando quindi che «la tutela della Biodiversità e della Fauna Selvatica si esplica proprio tutelando le specie che abitano il territorio».
In particolare, il comandante del raggruppamento ha ricordato, come esempio di un quadro normativo ancora inadeguato alla lotta al bracconaggio, i risultati insoddisfacenti dell’Operazione Pettirosso che dati alla mano testimonia un aumento di bracconaggio nei confronti dei flussi migratori di questi uccelli e quindi «un’azione di contrasto non abbastanza efficace».
Nello stesso tempo il comandante Borrelli ha voluto anche sottolineare alcune operazioni che invece hanno dato esito più che positivo come l’Operazione Adorno «che in trent’anni di contrasto attivo al bracconaggio dei grandi rapaci, mostra invece un grande miglioramento della situazione, dimostrando che qualcosa è cambiato nel quadro sociale» così come è accaduto per la tutela dell’aquila di Bonelli in Sicilia che «grazie ad un’azione di controllo dei nidi e quindi dei pulli che vengono rubati per essere rivenduti come animali da compagnia, ha mostrato un notevole miglioramento testimoniato nell’ultimo anno dal fatto che ben 50 pulli sono riusciti ad involarsi, mostrando una specie meno a rischio degli anni precedenti».
Per evidenziare il margine di guadagno di questi traffici illeciti basati sullo sfruttamento di selvatici, il comandante Borrelli ha inoltre portato ad esempio il traffico illegale di uccelli canori utilizzati per attività venatorie oggetto di un’operazione di polizia di qualche settimana fa nel lombardo veneto. «Ognuno di questi animali arriva ad essere venduto anche a 300 euro ciascuno. Il carico che abbiamo sequestrato era di circa 400 tordi». In questo caso, ha sottolineato «la normativa vigente sul furto venatorio non viene sempre incontro e ci sono notevoli difficoltò ad applicarla».
Sintetizza le conclusioni a cui ha portato la mattinata di approfondimento alla Camera dei Deputati Massimo Vitturi, responsabile nazionale dell’area Animali Selvatici della LAV. «Ne è uscito il panorama di una grande prospettiva di miglioramento delle condizioni degli animali e la necessità di revisionare tutte le normi oggi vigenti sulla tutela degli animali, a qualsiasi specie appartengano. Il nostro impegno è chiedere l’intervento del Presidente della Repubblica perché ci sia piena attuazione dell’art. 9 della Costituzione e che il legislatore intervenga per rivedere le norme che sono oramai diventate obsolete. Norme che devono essere rivedute per dare piena attuazione alla tutela di qualsiasi specie animale».
Anche se pronunciate ad inizio convegno, sembrano assolutamente sintetiche del senso della manifestazione le parole dell’onorevole Costa: «Possiamo immaginare una biodiversità senza animali? Che senso hanno ora le polemiche si fanno nell’applicazione della legge? Si tratta di una distonia che va segnalata, negoziando una soluzione da mettere in pratica in questa stessa legislatura».