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24 Ottobre 2022
13:24

Cosa ci insegna l’emù star di TikTok con l’aviaria sul rapporto con gli altri animali

L'emù Emmanuel, star di TikTok, ha l'influenza aviaria e rischia la vita. Ci sono però diversi aspetti da approfondire su questa vicenda e sul modo in cui ci relazioniamo e spettacolarizziamo i selvatici.

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Emmanuel ha quasi 2,5 milioni di follower su TikTok, dove gli utenti impazziscono per i suoi video divertenti. Emmanuel non è però uno streamer, un cantante o un ballerino ma un emù, il secondo uccello vivente più grande al mondo endemico dell'Australia. Vive con tantissimi altri animali insieme a Taylor Blake all'interno del Knuckle Bump Farms, una fattoria situata nel sud della Florida.

Di recente Blake ha annunciato che la sua fattoria è stata colpita da una pesante ondata di influenza aviaria, che ha già sterminato quasi tutta la popolazioni di galline, oche, anatre e tacchini. Purtroppo anche Emmanuel si è ammalato e, come racconta quotidianamente Blake su Twitter, sta lottando duramente per restare aggrappato alla vita.

Tutti ci auguriamo ovviamente che Emmanuel possa riprendersi e sappiamo che per Blake saranno giorni terribili e pieni di sofferenza, nonostante ciò ci sono alcuni aspetti di questa vicenda che è però necessario approfondire. L'influenza aviaria è una malattia causata da virus influenzali di tipo A presenti naturalmente tra gli uccelli selvatici come anatre, oche, limicoli e rapaci, che possono poi infettare anche quelli domestici, come polli, tacchini e anatre.

emù
L’emù (Dromaius novaehollandiae) è la versione australiana dello struzzo ed è secondo solo a quest’ultimo per dimensioni. Può arrivare fino a 1,9 metri di altezza con un peso che si aggira fra 50 e 55 kg ed è un potente e forte corridore

Gli umani normalmente non contraggono i virus dell'influenza aviaria, ma se succede, le infezioni a volte possono essere fatali. Il mondo intero sta attraversando quella che è stata definita la più grande epidemia di influenza aviaria ad alta patogenicità mai registrata in Europa e anche negli Stati Uniti la situazione è piuttosto drammatica, con milioni di animali abbattuti per ridurne la diffusione.

Molti esperti sono piuttosto preoccupati dal modo in cui Blake sta gestendo la situazione, anche e soprattutto per come bacia e abbraccia Emmanuel e gli altri uccelli malati della fattoria. Se il virus dovesse passare dagli uccelli all'uomo potrebbe mutare e diffondersi ancora più rapidamente da persona a persona, ponendo le basi per una nuova pandemia, proprio come avvenuto con la Covid-19.

Sebbene l'attuale minaccia per l'uomo sia considerata bassa, il comportamento di Blake potrebbe essere estremamente pericoloso per lei stessa e per gli altri uccelli della fattoria, come molti medici e virologi glielo stanno facendo notare su Twitter. C'è poi un altro aspetto in parte collegato a questo rischio da tener presente: l'emù è un animale selvatico, non una specie domestica. Non dobbiamo dimenticarlo.

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Un emù può raggiungere anche i 50 km/h. Si nutre di vegetali e insetti e la femmina depone fino a 20 uova dal colore verde scuro. Sarà però il maschio a covarle e a prendersene cura fino alla schiusa, che avviene dopo circa 7/8 settimane.

Sappiamo da tempo che esiste una stretta relazione tra animali selvatici esotici e l'insorgenza di nuovi potenziali virus. Già è successo con il SARS-CoV-2 e diversi altri virus e cambiare il modo in cui ci rapportiamo alle specie selvatiche è uno dei punti fondamentali dell'approccio One Heatlh. One Health significa letteralmente "un'unica salute", ed è un modello sanitario basato sul riconoscimento che la salute umana, la salute animale e la salute dell’ecosistema siano legate indissolubilmente.

Una lezione che abbiamo imparato duramente proprio con l'avvento della Covid-19, la zoonosi che è riuscita a compiere il salto di specie passando dagli animali all'essere umano, un processo chiamato spillover che ha ben spiegato a Kodami il giornalista e scrittore David Quammen. Gli animali selvatici come Emmanuel, anche per questo non dovrebbe stare tra le mura domestiche o in giardino. Un selvatico, per quanto mansueto e ammaestrabile, non ha subito un lungo percorso di domesticazione come il cane o il gatto e deve restare nel suo habitat naturale.

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Anche perché c'è un ultima riflessione che occorre fare circa la popolarità di Emmanuel sui social, forse quello più importante di tutti: la spettacolarizzazione degli animali selvatici sui social. I social alimentano il mercato nero dei selvatici e minacciano le specie, è già stato dimostrato da diversi studi ed è un rischio che aumenta giorno dopo giorno in tutto il mondo.

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La detenzione e la spettacolarizzazione dei selvatici può incentivare commercio e catture illegali

La spettacolarizzazione dei selvatici fa credere alle persone che è possibile tenere in casa una tigre, un leone, un orso, una iena o un emù, e tutto ciò non fa che incentivare commercio, catture e mercati illegali, che possono anche minacciare la conservazione stessa della specie. Si tratta di un mercato purtroppo in forte crescita, che umilia la dignità e la natura degli animali e ne minaccia direttamente la conservazione.

Come accade in maniera molto simile per gli orsi russi superstar dei social o per i cuccioli di tigri e leoni sparsi in tutto il mondo, anche il mondo in cui noi stessi osserviamo e interagiamo con i video con protagonisti i selvatici, può influenzare queste dinamiche. Occorre perciò prestare molta attenzione quando scrollando lasciamo un like all'ennesimo video di un selvatico tenuto in casa oi ngiardino.

La nuova frontiera della crudeltà e dello sfruttamento degli animali, che può influenzare anche la nostra stessa salute, non si trova più solamente sotto a un tendone da circo o dietro delle sbarre, ma è ormai tutti i giorni sullo schermo dei nostri smartphone all'interno di video pucciosi o divertenti.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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