Eleganti, leggiadre e dai colori sgargianti. Le farfalle sono famose in tutto il mondo per la bellezza delle loro ali. Ma a cosa sono dovute queste colorazioni così particolari? Si tratta davvero di “una polverina magica” che gli permette di volare? Ed è vero che dopo essersi trasformate vivono solamente un giorno?
Ci parlano della loro metamorfosi
Quando vediamo una farfalla volare da un fiore all’altro, in realtà, stiamo osservando solamente l'ultimo capitolo della sua vita. Prima di sfoggiare le sue ali colorate e spiccare il volo, infatti, ha dovuto attraversare diverse fasi di trasformazione. La prima fase è quella di uovo che, una volta deposto, dà alla luce un bruco.
Gran parte della sua vita, paragonabile un po' alla nostra infanzia e adolescenza, il bruco la passa strisciando da un arbusto all'altro a caccia di foglie da mangiare. Il suo unico obiettivo sarà nutrirsi a più non posso così da crescere velocemente.
Una volta nutrito a sufficienza si attacca a un rametto a testa in giù e produce un filamento setoso per reggersi al rametto.
A questo punto entra nella fase cosiddetta di "crisalide" o “pupa”: il bruco è appeso a testa in giù e la sua pelle inizia a indurirsi fino a creare una vera e propria corazza protettiva.
Questo stadio può durare da pochi giorni fino a diversi mesi, poi finalmente la farfalla potrà rompere l’involucro e volare via. E questa sarà l’ultima fase della sua esistenza. A questo punto il loro scopo diventerà volare tutto il giorno da un fiore all’altro per abbuffarsi di nettare e accoppiarsi. Niente male come ultimo giorno di vita, vero?
In realtà bisogna sfatare questo mito: le farfalle non vivono solamente un giorno.
Innanzitutto, iniziare a calcolare la durata della loro vita partendo da quando sono adulte sarebbe un po’ come iniziare a contare i nostri anni dal giorno in cui diventiamo maggiorenni. Non ha molto senso!
E poi, a dirla tutta, la vita da adulta della farfalla (quando ha le ali) non è affatto così breve come si pensa. Solitamente dura svariate settimane, ma può arrivare anche ad alcuni mesi, e solamente più di rado dura pochi giorni.
E del perché una farfalla si trasforma
Ma perché la farfalla si trasforma? Qual è il vantaggio? Trasformandosi, l’esemplare si nutrirà di alimenti differenti per ogni fase della sua vita, e in questo modo quindi, gli adulti non dovranno competere con i più giovani per la ricerca del cibo. Inoltre, trasformarsi, gli permette di sfruttare i vari cibi disponibili in natura in base alle stagioni.
Il bruco, infatti, si nutre generalmente di foglie disponibili in inverno e primavera, mentre la farfalla adulta mangia il nettare disponibile in primavera e in estate. E lo fa attraverso la spiritromba: una sorta di proboscide estendibile che usa proprio per succhiare il nettare dai fiori. Come potete immaginare, svolazzare tutto il giorno da un fiore all’altro in cerca di nettare, rende le farfalle ottime impollinatrici.
Anche se ci sono tantissime eccezioni a seconda della specie. Alcune farfalle e falene adulte, per esempio, non si nutrono affatto, mentre altre possono addirittura bere lacrime di altri animali. Posseggono una spiritromba uncinata che usano per stimolare la lacrimazione di rettili o uccelli, e per succhiarne le lacrime direttamente dagli occhi! O ancora la falena vampiro, che, come si può intuire dal nome, succhia il sangue dei mammiferi.
Ali colorate e metodi di difesa
Ma è vero che le farfalle volano grazie alla polverina che hanno sulle ali? In realtà no, E non si tratta nemmeno di una polverina, ma di scaglie.
Non a caso, l’ordine a cui appartengono farfalle (come anche le falene), prende proprio il nome di “lepidotteri”, dal greco “lepis”, scaglia, e “pteron”, ala.
Tutte queste scaglie poste una accanto all’altra, formano sulle loro ali dei veri e propri mosaici, che variano per aspetto e colore in base alla specie di appartenenza.
Sono anche un sistema di difesa davvero geniale che i lepidotteri hanno sviluppato per sfuggire ai predatori. Alcune specie, per esempio, si sono evolute fino ad assumere delle colorazioni perfette per mimetizzarsi con l’ambiente circostante. Come la farfalla Virgola, una farfalla che ha l’aspetto di una foglia secca.
Altri lepidotteri invece utilizzano un metodo di difesa chiamato mimetismo batesiano: si fingono altri animali pericolosi anche se in realtà sono innocui. È il caso dei sesidi, falene travestite da api e vespe.
Poi ci sono alcune farfalle che hanno dei grossi occhi disegnati sulle ali, in questo modo danno l’impressione di essere animali molto più grossi e minacciosi.
Ma non finisce qui, altre specie ancora si sono evolute in modo tale da essere notate dai predatori. Sembra un controsenso ma in realtà si tratta di lepidotteri che, se ingeriti, possono essere velenosi e causare nausea e malessere. Grazie ai loro colori brillanti e vistosi (chiamati aposematici), quindi, informano i predatori della loro pericolosità, così da tenerli lontani. È un po’ come se dicessero: mangiatemi pure se volete, ma a vostro rischio e pericolo!
Possiamo comunque stare tranquilli perché se una farfalla si posa su di noi non succede nulla. Sono velenose solamente se ingerite e solamente alcune specie.
Falena o farfalla?
Entrambe appartengono all’ordine dei lepidotteri, ma qual è la differenza tra la falena e la farfalla? In realtà, questa distinzione non risponde a una classificazione scientifica ma piuttosto all’uso comune. Per riconoscere genericamente una farfalla da una falena possiamo guardare le ali. Le farfalle quando sono in posizione di riposo se ne stanno con le ali chiuse, mentre le falene con le ali dispiegate. Inoltre le falene sono prevalentemente notturne e più massicce e pelose rispetto alle farfalle.
Tutte queste piccole differenze non vanno prese come verità assolute perché esistono tantissime eccezioni. Proprio per questo, per andare sul sicuro, bisogna prestare attenzione alle antenne. Quelle delle farfalle sono clavate (hanno un rigonfiamento sulla punta che ricorda la forma di una clava), mentre le antenne delle falene sono filiformi o a pettine.