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24 Luglio 2024
12:33

Cosa attira i ricci nel tuo giardino e cosa fare se ne trovi uno

I ricci sono piccoli mammiferi onnivori molto diffusi in Italia. Può succedere che nel loro girovagare in cerca di cibo finiscano in giardini privati, ma non c'è bisogno di allarmarsi: ecco cosa fare in questi casi.

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I ricci sono mammiferi della famiglia degli erinaceidi, animali conosciuti principalmente per il loro aspetto peculiare: piccoli e ricoperti di aculei, popolano i boschi e popolano gran parte dell’Europa centrale, Italia compresa. Qui la specie più diffusa è il riccio europeo appunto (Erinaceus europaeus), detto anche riccio comune.

Il riccio fa parte della famiglia dei plantigradi, proprio come gli orsi e i mustelidi, ma ha dimensioni molto piccole: in media un adulto è lungo circa 25 cm, coda esclusa, e pesa circa 950 grammi. Il suo corpo è completamente ricoperto di circa 5.000 aculei cavi di cheratina, a eccezione del muso, delle zampe e delle parti inferiori, ricoperte di pelo dalle sfumature grigie e beige.

Gli aculei hanno una lunghezza di circa 2 centimetri e sono grigi con apice biancastro. Il muso è ugualmente caratteristico, perché termina con un naso molto appuntito e mobile. Essendo molto diffuso in Italia è frequente ritrovarsi un riccio in giardino: il suo habitat sono sia ambienti aperti, soprattutto se ricchi di vegetazione, ma anche boschi ricchi di cespugli e muschio e aree suburbane e rurali, come orti e giardini.

Perché i ricci sono nel mio giardino

Ma perché i ricci finiscono in giardino? Solitamente accade quando i giardini confinano con aree boscose e sono ricchi di vegetazione: i ricci sono animali notturni e solitari ed escono a nutrirsi soprattutto di notte, quando le aree verdi sono solitamente deserti e non rischiano di incontrare esseri umani. Questo accade principalmente quando vanno in cerca di cibo. Tra gli alimenti da cui sono attirati c’è anche il cibo per gatti, sia crocchette sia umido, così come avanzi di carne o frutta.

Va detto che il riccio comune è un mammifero onnivoro insettivoro, il che significa che mangia soprattutto piccoli insetti, ma occasionalmente si nutre anche di radici e vegetali. In natura non ha difficoltà a reperire cibo, ma l’utilizzo massiccio di pesticidi ha distrutto gran parte del suo habitat e fatto sparire gli insetti di cui questi animali si nutrono. Capita dunque che si avventurino in aree urbane, appunto, per cercare cibo.

Cosa fare se trovi un riccio

Trovare un riccio in giardino non deve allarmare né tantomeno spaventare. A meno che non siano loro in pericolo, magari per la presenza di cani o altri rischi per la loro incolumità, o che siano feriti o malati, non vanno spostati né maneggiati. Piuttosto si può cercare di aiutarli lasciando loro acqua fresca e cibo. È bene sapere dunque cosa mangiano i ricci, così da poterli aiutare soprattutto in primavera, quando escono dal letargo e sono molto debilitati, o in autunno-inverno, quando fanno scorte appunto in vista del letargo.

La scelta migliore da questo punto di vista è il cibo per gatti, perché ha un contenuto proteico più elevato. L'ideale è scegliere le crocchette per gattini, di dimensioni più piccole e quindi più facili da masticare, a base di carne di manzo o pollo, e che siano di buona qualità per evitare ai ricci problemi epatici o di digestione.

Le crocchette, se non mangiate, vanno poi sostituite con delle altre fresche dopo qualche giorno. Occasionalmente si possono lasciare per i ricci anche bocconcini di carne di pollo o manzo bollita senza condimenti, uova sode (raramente), piccoli pezzi di frutta non troppo zuccherina, come mela e pera. Da evitare invece il latte vaccino, che per loro rappresenta un alimento estremamente nocivo, e pane e frutta secca, che rischiano di ostruirgli la gola. Meglio evitare anche le camole della farina, di cui i ricci diventano presto ghiotti, perché un consumo eccessivo potrebbe squilibri metabolici.

Infine, può anche costruire un piccolo riparo per i ricci che si avventurano in giardino (sempre che il loro girovagare per tornarvi non li metta a rischio) costruendo una piccola “mangiatoia” ricavata da una scatola di legno abbastanza ampia da ricavare un foro per l’ingresso. La mangiatoia andrebbe poi sistemata in un punto tranquillo e riparato del giardino, come per esempio sotto un cespuglio, e al riparo da pericoli o elementi di disturbo.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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