Il leone e il leopardo sono due dei principali predatori della savana africana. Appartengono a specie geneticamente distinte ma la loro vicinanza filogenetica gli permette di riprodursi, risultando interfertili fra di loro. Come accade anche ad altri felidi ibridi, tra cui il ligre, i figli di questa unione non nascono quasi mai in natura.
La ragione è semplice: queste due specie hanno stili di vita e comportamento troppo differenti per avvicinarsi e spesso i leoni attaccano i leopardi alla prima occasione, pur di eliminare dal proprio territorio dei potenziali avversari.
Gli ibridi che sono nati sono stati invece il risultato di alcuni tentativi di riproduzione in cattività, dove la vicinanza e gli stili di vita molto differenti da quelli naturali possono portare questi due animali ad avvicinarsi.
Solitamente a riprodursi sono i leopardi maschi con le leonesse e il nome scientifico che è stato dato a questo ibrido è leopone, una crasi fra le parole leopardo e leone.
Il leone (Panthera leo) è considerato il re della savana, visto che è probabilmente il predatore più temerario è forte dell'intero continente africano, essendo tra l'altro anche abituato a cacciare in gruppo e ad allontanare gli altri predatori pericolosi, come le iene. È anche il secondo felide più grande del pianeta dopo la tigre indiana e può raggiungere anche i 250 kg nei maschi adulti.
Il leopardo (Panthera pardus) invece è un predatore solitario. È uno dei felidi dalla distribuzione più ampia, essendo infatti presente sia Africa che in Asia, anche se il suo areale è in forte riduzione. Per cibarsi delle sue prede in pace, senza essere interrotto dalle iene o dagli stessi leoni, è abituato a trascinare il loro corpo sopra gli alberi, da cui possono anche gettarsi per abbattere con il loro peso prede di medie dimensioni. Pesante fino a un massimo di un centinaio di kg, questo predatore è stato per molto tempo bersagliato dai cacciatori, per via del suo manto maculato considerato estremamente elegante.
Può un leone accoppiarsi con un leopardo?
Le ragioni biologiche che rendono possibile la nascita di un ibrido leone-leopardo sono nascoste all'interno delle loro cellule e nella loro storia evolutiva. Entrambi questi animali hanno infatti un numero di cromosomi abbastanza simile – 36 nel leopardo e 38 nel leone – e presentano un'elevata somiglianza genetica. Proprio quest'ultima proprietà gli permette di riprodursi, anche se dispongono di un numero cromosomico differente.
Dal punto di vista evolutivo queste due specie sono comparse abbastanza recentemente, una caratteristica che gli permette di mantenere ancora una certa capacità riproduttiva, seppur limitata a contesti non naturali. Entrambe le specie sono infatti nate circa 1 milione e 800 mila anni fa in Africa, dove poi hanno cominciato ad espandersi in tutto l'Oloartico (Asia ed Europa).
In natura come detto questi due animali non si riproducono poiché hanno comportamenti e stili di vita differenti. In cattività, tuttavia, la loro condizione può essere molto differente, tanto che spesso perdono anche il loro comportamento naturale. In questo modo possono anche avvicinarsi l'un l'altro senza aggredirsi più del dovuto e rispondere positivamente alle avance sessuali, in qualche particolare caso. Frutto di questa unione è il leopone, che da buon ibrido possiede molte delle caratteristiche proprie dei genitori.
Probabilmente c'è stato anche un momento storico, più di un milione di anni fa, in cui le due specie hanno continuato a riprodursi anche in natura, ma con il passare dei millenni questi rapporti hanno continuato a diradarsi, divenendo poi sempre più rari fino ad azzerarsi del tutto. Questo fenomeno è molto frequente quando due specie cominciano a separarsi geneticamente e a stabilizzarsi in una specie unica vera e propria.
Leopone, l'ibrido di leopardo e leone
Il leopone presenta delle caratteristiche intermedie fra le due specie genitrici. Ha infatti una testa e una criniera leonina, ma il suo manto e la sua coda sono molto più simili a quelli di un leopardo. Anche le zampe risultano un perfetto mix di strutture anatomiche appartenute ai genitori, ma nel complesso il leopone è molto più simile alla madre che al padre.
Possono raggiungere i 260 cm di lunghezza per 150 kg di peso, ma seppur possiedono una forza equiparabile a quella dei leoni sono anche estremamente agili, ereditando dai leopardi la capacità di scalare gli alberi e alcuni versanti rocciosi. A differenza inoltre dei leoni, amano anche nuotare nell'acqua (un'altra caratteristica tramandata dai leopardi) e risultano in media più diffidenti e solitari dei leoni veri e propri, seppur nelle femmine vi è un conflitto che li spinge da una parte a scegliere lo stile di vita solitario del leopardo e dall'altra a optare per una maggiore socialità.
Seppur possono provare attrattiva sessuale nei confronti di altri esemplari appartenenti alle specie genitrici, simulando talvolta anche dei comportamenti sessuali, sfortunatamente per loro questi animali risultano completamente sterili, una caratteristica che hanno in comune con tanti altri ibridi.
Dal punto di vista dimensionale, sono molto più grandi dei leopardi, ma più piccoli dei leoni. Incredibilmente possono tenere però testa ai leoni veri e propri, nel caso in cui nascesse uno scontro. Per questa ragione, tutti gli zoo in cui sono nati degli esemplari di leopone hanno cercato di monitorare la loro interazione con gli altri felini, in modo tale da non favorire l'insorgenza di scontri potenzialmente mortali.
Il primo esemplare di leopone mai descritto nella storia nacque nel 1910 in un allevamento di felini a Kolhapur, in India. Altri esemplari nacquero poi successivamente negli zoo di altri parti del mondo, come il Giappone, l'Italia e la Germania, dopo la Prima Guerra mondiale. L'esemplare di Kolhapur fu poi donato al British Museum of Natural History dal tenente colonnello FW Wodehouse dei Junior United Services attorno al 1940.
La prima descrizione di un leopone non fu pubblicata da un articolo scientifico, ma si ebbe all'interno di una lettera spedita nel 1912 dallo zoologo britannico Reginald Innes Pocock alla Journal of Bombay Natural History Society, che a quel tempo raccoglieva diversi contributi da parte di naturalisti indipendenti. Il contenuto della lettera era abbastanza indicativo. «Per quanto ne so non esiste alcuna descrizione pubblica di un ibrido di leone e leopardo. Sono molto debitore, quindi, al signor WS Millard, segretario onorario della Bombay Natural History Society, per avermi inviato la pelle di un esemplare che fu allevato nei giardini di Kolhapur tra un maschio di leopardo e una leonessa. C'erano due cuccioli nella cucciolata. Uno, la cui pelle è qui raffigurata, morì intorno alle due e mezzo, mentre l'altro, che ora ha circa due anni, credo sia ancora vivo. A prima vista questa pelle ricorda quella del leopardo perché è ricoperta di macchie».
Di seguito alla pubblicazione di questa lettera, diversi scienziati tentarono di replicare i tentativi di riproduzione fra le due specie o di raggiungere Kolhapur per scattare alcune fotografie dell'esemplare indicato da Pocock.
Gli ibridi di leone e leopardo possono sopravvivere?
Nella maggioranza dei casi, gli ibridi fra leoni e leopardi possono sopravvivere anche a lungo, tanto che sono disponibili diverse foto e riprese di leoponi adulti, intenti a svolgere le loro attività quotidiane all'interno degli zoo o delle aree recitante. Nessun allevatore ha mai pensato di produrne in massa, come di liberarli in natura, una soluzione che li condurrebbe molto probabilmente alla morte. I leoponi infatti non sono probabilmente adattati per sopravvivere nelle terre selvagge o alla savana, non disponendo di tutte quelle caratteristiche comportamentali e fisiologiche che gli consentirebbero di cacciare e di difendersi dagli altri predatori.
Per quanto quindi possano sopravvivere a lungo e condividono con le due specie genitrici la stessa longevità, vivendo fino ai 12-16 anni a secondo del sesso, gli unici luoghi in cui possono sopravvivere così a lungo sono gli ambienti antropici e ristretti dei giardini zoologici e degli allevamenti, risultando fra l'altro in natura un problema anche per gli altri predatori selvatici.
Alcuni dei leoponi più longevi mai esistiti sono nati in alcuni zoo giapponesi, che hanno poi provveduto a conservarne i resti per l'imbalsamazione.