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7 Settembre 2023
15:04

Cosa accade se un gatto mangia un insetto velenoso?

Essendo predatori con una propensione innata alla caccia, i gatti tendono a inseguire gli insetti e capita che possano mangiarli. Ecco quando è il caso di preoccuparsi, e come comportarsi.

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Come già spiegato molte volte su Kodami, i gatti sono di fatto piccoli predatori che amano cacciare e che hanno la caccia nel dna, proprio come i loro più antichi antenati, i gatti selvatici africani. Non deve stupire dunque che, ogni qualvolta ce ne sia occasione, si lancino all’inseguimento di potenziali prede, che spesso per i gatti che vivono in casa o bazzicano giardini sono rappresentanti dagli insetti e altri invertebrati.

Inseguire una mosca, una farfallina o altri insetti è, per un gatto, decisamente più divertente e stimolante del giocare con prede “artificiali” e inanimate. Anche se si tratta di un comportamento naturale, però, questa attitudine può avere, ogni tanto, conseguenze pericolose, perché può capitare che il gatto ingerisca insetti velenosi o avere una reazione allergica a punture o morsi. Vediamo allora quali sono gli insetti pericolosi per i gatti, e cosa fare se un gatto mangia un insetto velenoso.

Quali insetti sono velenosi per i gatti?

La prima premessa da fare è che i gatti, quando cacciano gli insetti, non lo fanno per fame, ma principalmente per dare sfogo a una propensione atavica. Difficile dunque che il gatto mastichi e ingoi l’insetto catturato: è altamente probabile che si limiti a inseguirlo e, una volta acchiappato, a “giocarci”, senza mangiarlo. Può capitare però che decida di inghiottirlo (o che lo faccia inavvertitamente), e se nella stragrande maggioranza dei casi non accade nulla, ci sono alcuni insetti che possono causargli problemi.

Prima di proseguire oltre è bene comunque chiarire che alcuni insetti rappresentano un pericolo non tanto per l’ingestione da parte del gatto, quanto piuttosto per la potenziale puntura, che potrebbe causargli una reazione allergica o, nei casi peggiori, uno choc anafilattico. È il caso di vespe, api e calabroni. In questo caso il rischio è rappresentato appunto dalla puntura che potrebbe generare una reazione allergica o uno choc anafilattico per il veleno. Stessa cosa può capitare con alcuni millepiedi, quelli più grandi, o con alcuni ragni, ma stiamo comunque parlando di evenienze rare: millepiedi e ragni velenosi difficilmente si trovano in appartamento, e se ingeriti dal gatto non provocano danni, a meno che appunto non si parli di un gatto allergico anche a piccolissime quantità di veleno.

Falene e farfalle non sono invece pericolose per il gatto, mentre grilli e cavallette, pur non essendo velenosi, possono causare altri problemi al tratto digerente a causa dell’esoscheletro duro, che può irritare anche la gola. L'ingestione di cimici non causa gravi problemi ai gatti, perché non contengono veleno, ma può causare una reazione allergica. Le pulci possono invece trasmettere parassiti, come per esempio la tenia, così come le zanzare, ma in tutti i casi più che dell’ingestione risulta più preoccupante la puntura.

Cosa può succedere se il gatto mangia uno di questi insetti?

Come detto, non è tanto l’ingestione a preoccupare quanto piuttosto la puntura. In linea di massima gli acidi dello stomaco riescono infatti a neutralizzare il veleno, anche se si potrebbe comunque notare reazioni allergiche, come detto, i cui sintomi si manifestano in diversi modi: il gatto può avere difficoltà a respirare, il muso può gonfiarsi o può andare in ipersalivazione e sbavare. L’ingestione di grilli o cavallette, invece, può provocare irritazione alla gola o all’apparato gastrointestinale, come detto, a causa del guscio duro e delle zampe seghettate. Conseguenza diretta potrebbe essere, per esempio, la diarrea.

Cosa fare se il gatto ha mangiato un insetto velenoso

In caso di ingestione di un insetto è bene tenere sotto osservazione il gatto e vedere se presenta sintomi preoccupanti, principalmente da reazione allergica, e dunque difficoltà di respirazione, gonfiore o ipersalivazione. In questi casi è bene chiamare il veterinario, descrivere i sintomi e stabilire con lui cosa fare. In alcune situazioni potrebbe limitarsi a consigliare di tenerlo monitorato, in altre invece potrebbe essere necessaria la somministrazione di cortisone o una visita approfondita per capire se ci siano problemi più gravi.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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