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24 Agosto 2023
10:54

Cosa accade se un cavallo si accoppia con un asino?

Muli e bardotti hanno accompagnato la storia dell'umanità come le specie da cui derivano, ovvero cavalli e asini domestici. Non tutti però conoscono le differenze fra queste due particolari creature ibride delle nostre fattorie. Per questo vi presentiamo questo articolo, che vi fornirà una breve lista di indicazioni per riconoscerli meglio.

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Gli asini e i cavalli sono stati fra i più importanti animali domestici che hanno accompagnato la nostra specie nella lunga esplorazione del mondo. Non solo hanno permesso di spostarsi più efficacemente da un luogo ad un altro, ma hanno anche contribuito moltissimo nell'evoluzione tecnologica e nella produzione del cibo che ci ha permesso di compiere mirabili imprese.

Essendo parte entrambi del gruppo degli equini ed essendo anche geneticamente molto vicini sia dal punto di vista morfologico che evolutivo, questi due animali, provenienti in verità da aree molto distanti fra di loro (i cavalli moderni dalle praterie centro asiatiche, gli asini dall'Africa orientale) risultano interfertili. Sono quindi in grado di dare vita a animali che conosciamo con il nome di bardotto e di mulo.

A differenza però degli ibridi di tigre e leone o delle diverse specie di orso, gli ibridi degli equini non sono a loro volta fertili e quindi non possono portare avanti delle gravidanze, essendo sterili. Questo però non ha impedito agli esseri umani di produrne in grandi numeri, poiché il possesso all'interno delle fattorie facilitava non poco la gestione di questi animali (si limitavano le gravidanze indesiderate) e permetteva a chi aveva i genitori fertili di creare una sorta di monopolio all'interno del territorio.

Per quanto riguarda le differenze principali, il bardotto è l'ibrido che nasce dall'unione di un cavallo maschio con un asino femmina, mentre il mulo nasce dall'accoppiamento di una femmina di cavallo e un asino maschio. Probabilmente, all'interno delle campagne italiane, tra i due ibridi era più presente il secondo rispetto al primo, in quando una femmina di cavallo presenta molte meno complicanze nella gravidanza rispetto ad un asino femmina nel generare un ibrido.

Alcune regioni però si sono specializzate nella produzione tipica di uno dei due ibridi, come la Sicilia, che insieme a Spagna e Portogallo è stata storicamente sempre collegata ai suoi Bardotti, fra i più resistenti del mondo. I bardotti siciliani infatti nascono prevalentemente da varietà a loro volta tipiche e famose di asini come gli asini panteschi e gli asini ragusani che già ai tempi degli antichi greci e dei romani erano ampiamente apprezzati per la loro resistenza fisica e la loro incrollabile fedeltà. Paradossalmente i bardotti, per quanto sono più simili ai cavalli, preferiscono di gran lunga di più la compagnia degli asini.

I bardotti genericamente risultano comunque molto più simili ai cavalli rispetto agli asini e hanno delle criniere color crema molto più folte di quelle dei loro genitori. I loro versi ricordano di più i nitriti e hanno orecchie molto più lunghe rispetto ai cavalli. Talvolta i bardotti femmina possono essere fertili ma la loro gravidanza é molto travagliata. La nascita di questi animali ibridi di seconda generazione suggerisce comunque come la vicinanza genetica estrema delle specie Equus caballus e Equus asinus sia il frutto di un evento di speciazione recente, che non deve essere accaduto più indietro di 5 milioni di anni fa.

I muli invece presentano delle lunghe orecchie erette, che ricordano quelli dei cavalli, ma sono quasi del tutto privi di criniera. Prendono dal padre anche la stazza, risultando molto più piccoli dei bardotti seppur sempre più grandi degli asini. Rispetto al cavallo hanno testa e zampe in proporzione più grandi e massicce.

Il bardotto, ibrido fra cavallo e asina

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Il bardotto nasce dunque dall'unione di un cavallo maschio e di un'asina e fra tutti gli equini è probabilmente l'animale meno conosciuto. Al giorno d'oggi infatti i bardotti sono allevati raramente e solo in alcune aree del Pianeta come il Corno d'Africa dove vengono quasi esclusivamente venduti per la qualità della loro carne, un fenomeno che a seguito dei frequenti furti sta rischiando di estinguere alcune popolazioni locali di asini.

Considerato erroneamente dai militari della Prima guerra mondiale meno affidabile del mulo, in realtà il Bardotto è da sempre stato in Sicilia e nella Penisola Iberica un degno sostituto del reciproco ibrido, poiché è in grado di difendersi meglio dalle intemperie grazie alla sua sottile ma folta pelliccia derivante dall'asino ed è capace ugualmente di sopportare pesi gravosi. Il suo unico problema, come già sottolineato, è la difficoltà delle asine di partorire un animale ibrido, ma alcune varietà hanno anche superato questo limite.

I bardotti inoltre, come tutti gli equini domestici, sono degli ottimi compagni per l'uomo e sono stati utilizzati per secoli sia per il lavoro pesante che come animali da compagnia. Essendo infatti molto socievoli, apprezzano la nostra presenza e amano giocare con gli esseri umani.

Per via della loro docilità e della loro intelligenza sono stati utilizzati anche per il  trasporto, venendo impiegati nelle campagne per assistere le donne e i bambini che necessitavano di animali più tranquilli dei cavalli ma più veloci di muli e asini.

Le femmine, anche se presentano dei cicli estrali, difficilmente cercano l'attenzione di eventuali partner, risultando così perfette per quelle fattorie che possiedono un gran numero di cavalli o di asini di sesso maschile.

Dall'asino i bardotti ereditano il colore del manto e la proporzione più grande degli arti e della testa rispetto al resto del corpo. Dai cavalli invece ereditano l'intelligenza, la velocità, la voce, le orecchie più tese e il comportamento maggiormente curioso.

Il mulo, ibrido fra asino e cavalla

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Il mulo nasce dall'unione di un asino maschio con un cavallo di sesso femminile ed esteticamente ricorda più un asino se visto da lontano. Il suo aspetto esteriore tuttavia varia enormemente a seconda delle razze incrociate, anche se a grandi linee il mulo presenta delle caratteristiche che lo rendono sempre più grande di un asino comune.

La sua testa e le zampe sono invece molto più lunghe e meno pelose rispetto ai bardotti, una caratteristica che li rende talvolta più simili ai cavalli degli altri incroci. La criniera piuttosto scarsa e il ciuffo del tutto assente rendono questi animali abbastanza simili agli asini e le loro orbite oculari, tipicamente asinine, nella maggioranza delle volte sono di un colore chiaro, assente nei  cavalli.

Il loro mantello è spesso simile a quello della madre e presentano in media una longevità che ricorda di più i cavalli: vivono fino ai 40 anni, prima di invecchiare velocemente e morire, contro i 30-35 anni degli asini.

Dal punto di vista comportamentale sono abbastanza docili e capaci di sopportare i pesi a cui gli umani li obbligano. Essendo però nati da una coppia mista, dal punto di vista del verso ricordano di più i loro padri, ragliando frequentemente.

Sono stati ampiamente utilizzati nelle campagne come in guerra per una loro presunta maggiore resistenza fisica. Come scritto, però, i muli sono molto simili ai bardotti per quanto riguarda la forza e la tenacia, dunque dal punto di vista lavorativo sono sempre stati equivalenti.

Le differenze fra mulo e bardotto

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Oltre alla diversa origine dovuta al differente incrocio e alle differenze connesse alla taglia (il Bardotto risulta essere più alto, ma con una proporzione degli arti che lo rendono meno slanciato), questi due animali ibridi presentano poche differenze. Il bardotto per esempio è più cagionevole di salute, ma resiste di più ai climi eccessivamente caldi o eccessivamente freddi rispetto al mulo.

I muli di sesso femminile invece, a differenza dei bardotti femmina, non possono proprio mai dare alla luce dei figli, ibridi di seconda generazione, mentre il bardotto – che ne è capace –  possiede un manto più chiaro rispetto ai muli e dispone di un corpo leggermente arrotondato, che lo rendono sufficientemente diverso rispetto ai muli, agli asini e agli stessi cavalli.

Mentre il mulo raglia come un asino, il bardotto infine nitrisce come un cavallo e stranamente preferisce la compagnia degli esemplari che somigliano alla madre.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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