Le piume e le penne degli uccelli non vanno mai tagliate: si arreca all'animale una mutilazione che, oltre a impedirgli il volo, gli rende impossibile poter esprimere molti dei suoi comportamenti legati per esempio alla riproduzione o alla comunicazione con i propri simili, rendendolo quindi in un certo senso disabile. Il taglio delle penne, chiamato tarpatura, viene effettuato mediante la recisione di tutte le penne remiganti primarie e talvolta secondarie delle ali, al solo scopo di impedire il volo e la fuga agli animali.
Soprattutto in passato, veniva eseguita per evitare che gli uccelli da cortile, da compagnia o ornamentali – come galline, anatre, pappagalli e molti altri – fuggissero dal proprio recinto. In alcuni casi particolari oggi è ancora permessa, tuttavia proprio in virtù dei rischi per la salute e delle conseguenze negative sul comportamento, al salute e sul benessere degli animali, oggi la tarpatura delle ali viene quasi sempre considerata e quindi punita come vero e proprio maltrattamento animale.
A cosa servono le piume degli uccelli?
Tutti gli uccelli hanno il corpo rivestito da penne e piume. Le seconde – più piccole e presenti su quasi tutto il corpo – svolgono principalmente il ruolo di isolanti termici e aiutano quindi gli uccelli a resistere sia al freddo che, in alcuni casi, nella comunicazione inter e intra specifica. Le penne, invece, si trovano esclusivamente sulle ali e sulla coda, sono più lunghe e rigide e servono soprattutto per volare, virare e farsi belli al cospetto delle femmine.
Sono quindi principalmente le penne delle ali a essere tagliate, in particolare quelle più esterne chiamate primarie, poiché lo scopo della tarpatura è proprio quello di impedire il volo degli animali. Le penne delle ali, però, non servono esclusivamente per volare. Molte specie possiedono infatti – soprattutto tra i maschi – penne e piume vistosamente colorate, che servono sia a far colpo su una femmina che per comunicare ad altri maschi, per esempio, il proprio status sociale.
La pratica del taglio delle piume
Il taglio delle penne viene effettuato con semplici forbici recidendo buona parte delle primarie, accorciandone quindi la lunghezza. Come detto, veniva e in alcuni casi viene ancora effettuato su galline, anatre, uccelli ornamentali come cigni, fenicotteri, pappagalli e talvolta anche rapaci, sia in contesti di cattività privati che non, come giardini zoologici o centri di recupero quando si tratta di interventi necessari al recupero dell'animale.
Se effettuato correttamente non comporta dolore fisico all'animale, tuttavia come detto, impedendo o limitando fortemente il volo rende impossibile agli uccelli di esprimere molti dei loro comportamenti naturali, fondamentali per il loro benessere psicofisico. Il taglio viene inoltre ripetuto periodicamente, poiché tutti gli uccelli – con tempistiche che variano a seconda delle specie – cambiano periodicamente l'intero piumaggio del corpo, penne comprese.
Le conseguenze del taglio delle piume
Questa pratica è una vera e propria mutilazione che causa lesioni non giustificabili in alcun modo. Naturalmente, come conseguenza principale impedisce o limita di molto il volo degli uccelli. Può però causare anche diverse altre problematiche di salute, favorendo talvolta l'insorgenza di alcune patologie. Può infatti causare uno sbilanciamento nel naturale modo di deambulare a terra degli animali, predisponendoli per esempio alla comparsa di malattie muscolo-scheletriche, dell'apparato cardiocircolatorio e respiratorio e ad infezioni.
Per di più, può causare forte stress e frustrazione negli uccelli, impedendogli qualsiasi tipo di volo, fuga o comportamento migratorio, caratteristiche tipiche dell'etologia di queste specie. Questo può portare a comportamenti molti problematici, come un aumento dell'aggressività o all'autolesionismo. In fine, alcune specie potrebbero avere anche problemi di tipo sociale e nella comunicazione, portando anche all'isolamento sociale.