Maltrattamenti e percosse per mezzo di frustini: è questo che sarebbe avvenuto ai cavalli durante i festeggiamenti religiosi dei Tre Santi a San Fratello, piccolo centro in provincia di Messina, secondo le indagini dei Carabinieri.
17 persone sono state denunciate per maltrattamento di animali e competizioni non autorizzate. Per gli investigatori, gli indagati hanno sottoposto i cavalli a «fatiche e sevizie anche mediante l'uso di frustini», dando vita a competizioni abusive che oltre a violare il benessere degli animali hanno messo a rischio i numerosi fedeli presenti lungo le vie di San Fratello.
Al centro del provvedimento una corsa di cavalli svoltasi il 10 maggio 2022. Durante la gara sono caduti a terra un fantino e il suo cavallo. Quest'ultimo è morto alcune ore dopo per le ferite riportate.
Non è raro che gli animali impiegati nelle corse clandestine debbano fare i conti con danni permanenti, o addirittura con la morte. Durante le competizioni gli animali sono spesso sottoposti a uno stress fisico insopportabile, e che riescono a reggere solo mediante l'uso di farmaci dopanti. A prova di ciò, moltissime delle operazioni effettuate sul territorio, hanno permesso di ritrovare nelle stalle dove gli animali venivano tenuti abusivamente anche farmaci adatti a questo scopo.
Le future indagini delle Forze dell'ordine chiariranno se anche questo reato è stato consumato a San Fratello, dove alla corsa clandestina organizzata durante la celebrazione religiosa erano presenti un gran numero di cittadini. Troppi per poter fermare la corsa.
I militari dell'Arma, intervenuti sul posto, proprio considerazione dell'elevato numero di cavalieri e delle migliaia di fedeli presenti, non hanno interrotto la corsa né elevato contestazioni sul momento, anche amministrative, per non turbare l'ordine e la sicurezza pubblica evitando il rischio disordini.
Quello che è avvenuto a San Fratello non rappresenta però un episodio isolato. Dal Messinese al Catanese le competizioni clandestine di cavalli rappresentano un fenomeno endemico difficile da eradicare, come dimostrano le numerose operazioni dei Carabinieri a Paternò, epicentro di questa pratica in Sicilia.
Qui un 31enne ed un 35 enne sono stati denunciati dal Nucleo Operativo della locale Compagnia perché avrebbero preso parte ad una corsa clandestina di cavalli svoltasi il 26 febbraio scorso in contrada San Marco. Entrambi i giovani sono indiziati di partecipazione a competizioni sportive clandestine con animali e loro maltrattamento e sono stati sanzionati anche amministrativamente per aver violato le relative disposizioni del Codice della Strada.
In particolare, il 35enne è risultato avere precedenti per l'appartenenza al gruppo mafioso Assinnata di Paternò. Lo stretto legame tra l'ippica illegale e il mondo criminale è ormai noto, svelato proprio dalle continue azioni di repressione sul territorio. Le corse clandestine di cavalli sono attività delinquenziali organizzate di frequente da clan o gruppi malavitosi che vengono consumate su circuiti abusivi o direttamente a cielo aperto, anche su strade pubbliche chiuse al traffico.
L'operazione a Paternò è il prosieguo di una più ampia attività investigativa che, attraverso il monitoraggio dei social network aveva portato alla scoperta di un giro di corse e al sequestro di una stalla abusiva con tre animali.