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2 Novembre 2021
15:25

Corridoi faunistici in Trentino, bocciata la mozione. Il proponente: «La Provincia preferisce l’immobilismo»

In Trentino il consigliere provinciale Filippo Degasperi ha proposto una mozione per la realizzazione di corridoi faunistici che riducano il numero degli investimenti di animali lungo le arterie stradali. La giunta però, ha bocciato la proposta. «L'immobilismo aiuta la Provincia di Trento ad aumentare la rabbia verso gli animali - commenta Degasperi - in questo modo potrà, in futuro, aumentare gli abbattimenti».

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Per fare in modo di ridurre gli investimenti di animali selvatici causati dalle necessità della fauna di attraversare le strade del Trentino, il consigliere provinciale Filippo Degasperi (Onda Civica) aveva proposto una mozione per la realizzazione di uno studio sulla progettazione di corridoi faunistici, chiedendo inoltre alla Giunta provinciale di presentare, entro i prossimi sei mesi, uno studio a riguardo. La mozione, discussa il 28 ottobre, è però stata bocciata e il risultato è stato accolto con disappunto da parte del primo firmatario, il quale ha risposto di non essere per nulla sorpreso: «Non sono affatto stupito da quanto accaduto – commenta a Kodami Fabrizio Degasperi, il consigliere provinciale firmatario della mozione – Il vero aspetto cruciale di questa bocciatura è che l'assessore all'all’agricoltura, foreste, caccia e pesca Giulia Zanotelli non ha lasciato alcuno spazio di dialogo su questo argomento e il motivo è chiaro: siamo in balia di un assessorato che vuole approfittare del numero significativo di investimenti per aizzare i cittadini contro la fauna selvatica, in modo da poter aumentare i prelievi».

Oltre 500 caprioli l'anno rimangono vittime della strada. «Così facendo si favoriscono i cacciatori»

I corridoi faunistici di cui parla Degasperi nella mozione presentata la scorsa settimana, rappresentano una soluzione pratica al complesso problema legato ai numerosi incidenti stradali causati dall'attraversamento della fauna, un tema quanto mai attuale: «Parliamo di oltre 500 caprioli l'anno e 200 cervi, ma anche lepri, volpi tassi e molte altre specie che ogni anno perdono la vita sulla strada in incidenti che spesso sarebbe possibile evitare – aggiunge Degasperi – In alcune zone basterebbe anche ridurre i limiti di velocità. Ma sono certo che non accadrà mai, perché attraverso questa politica, la nostra Giunta sta invece perseguendo un altro risultato: il giorno in cui annuncerà ai cittadini che vi sarà un aumento del numero di prelievi di animali selvatici, verrà applaudita, perché saranno abituati ad incolpare gli animali per gli incidenti. Non dimentichiamo inoltre, che così facendo stiamo favorendo i cacciatori: loro non vedono l'ora che questo accada».

Non solo corridoi faunistici: le soluzioni alternative proposte altrove

«La realizzazione di corridoi faunistici proposta da Degasperi in Trentino è un'importante soluzione che va presa in considerazione laddove necessario, perché la frammentazione degli habitat, a scala mondiale, oltre a rappresentare un rischio per le persone è effettivamente la prima minaccia per la sopravvivenza di moltissime specie – spiega Piero Genovesi, responsabile del Servizio Coordinamento Fauna Selvatica di Ispra – Non dobbiamo però dimenticare che non sono progetti realizzabili ovunque: ci sono contesti in cui, per tutelare gli umani alla guida delle auto e gli animali in fase di attraversamento, bastano anche altri strumenti, talvolta anche meno costosi».

Ciò a cui fa riferimento Piero Genovesi è un insieme di metodi di prevenzione che riducono nettamente i rischi senza richiedere la realizzazione di progetti importanti come i cosiddetti "corridoi verdi": «La conformazione orografica del nostro paese purtroppo ne rende più complessa la progettazione rispetto ad altre nazioni come l'Olanda o il Belgio, dove invece gli spazi ampi e pianeggianti favoriscono questa scelta – spiega l'esperto – Per quanto riguarda gli ambienti montani alpini però, una volta analizzato il territorio nella sua complessità, si può intervenire anche con la creazione di vere e proprie mappe del rischio e, nei luoghi dove avvengono più incidenti, inserire dissuasori acustici o visivi che portino gli animali a evitare gli impatti e gli autisti a poter prevedere la presenza di esseri viventi sulla carreggiata».

«Manca il desiderio di intervenire: in questo ambiente politico è naturale che gli animali diventino i capri espiatori»

Secondo Degasperi però, le misure di cui parla Genovesi, sebbene siano presenti, non sono state realizzate in maniera sufficiente sulle strade della provincia di Trento: «Sappiamo tutti quali sono i luoghi più pericolosi e in alcuni casi sono state inserite anche segnalazioni luminose, ma non abbiamo, fino ad ora, rilevato una diminuzione degli incidenti. Proprio per questo motivo è indispensabile aumentare l'impegno – conclude il consigliere – Ciò che manca però, è proprio il desiderio di intervenire: basti pensare che la scorsa legislatura ha addirittura abolito l'assicurazione che copriva i danni da incidenti con la fauna selvatica, lasciando in questo modo i cittadini vittime di scontri, da soli con la propria emotività, pronti a scaricare la rabbia sulla fauna».

L'attuale Giunta, in carica dal 2018, invece che tornare a tutelare i cittadini reinserendo i rimborsi attraverso una copertura assicurativa, ha deciso pochi mesi fa di bloccare anche i risarcimenti nel caso in cui l'incidente coinvolga i grandi carnivori come lupi e orsi, i quali erano esclusi dal precedente blocco degli indennizzi. «In un contesto di questo tipo è naturale la rabbia contro gli animali aumenti, e che la fauna diventi il vero e proprio capro espiatorio di questa politica».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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