Per noi è assolutamente impensabile immaginarlo come cibo, ma il cane, in diverse culture asiatiche, come la Corea del Sud, è considerato ancora un alimento. Adesso però potrebbe arrivare lo stop definitivo, come annunciato dal presidente Moon Jae-in, durante una presentazione del piano per migliorare il sistema di cura degli animali abbandonati, in cui si è detto pronto a emanare una legge che vieti definitivamente di portare in tavola questo alimento.
Fortunatamente, da diversi anni, anche per i coreani il cane è diventato un animale da compagnia e sempre più famiglie decidono di adottarne uno. Questo ha fatto sì che il consumo si riducesse notevolmente, senza però scomparire del tutto. Per le nuove generazioni, infatti, mangiare carne di cane è un tabù che li porta a sostenere con sempre maggiore convinzione le istanze degli animalisti. Del resto, lo stesso presidente ha sempre dichiarato il suo grande amore per i cani. Ne ha adottati diversi, e uno anche dopo l’insediamento nella Casa Blu, strappandolo così ad un destino molto meno felice.
In Corea del Sud c'è una legge sul benessere degli animali, ma è molto ambigua. Infatti, la norma vieta il massacro di cani e gatti, ma poi non ne vieta il consumo. La strada però va in quella direzione: già a marzo 2021 è stato chiuso il più grande mercato di carne di cane del Paese, nella città di Namyangju, interrompendo così l’orribile mattanza di centinaia di animali.
L’associazione no profit creata dalla giornalista Nina Jackel, aveva realizzato dei servizi in cui si vedevano in che condizioni allucinanti venivano tenuti i cani chiusi in casse o gabbie. La Ong con una petizione online aveva raccolto quasi 50 mila firme e, grazie al sostegno di Save Korean Dogs, erano riusciti a presentare tutta la documentazione al sindaco che aveva poi agito di conseguenza.