Fuggito dal banco di un pollivendolo del mercato e scampato a un destino che sembrava ormai segnato, il gallo Garibaldi è finito al centro di una diatriba che coinvolge un intero paese: Copparo, borgo in provincia di Ferrara che da mesi ormai dibatte sul disturbo che il canto del volatile provoca a chi vuole dormire.
Garibaldi (così ribattezzato in omaggio alla sua storia) si è infatti rifugiato non in aperta campagna, ma nel giardino di un appartamento di un condominio di Copparo, dove ogni mattina poco prima dell’alba fa sentire il suo canto. Suscitando le proteste dei residenti, che hanno raccolto e consegnato in Comune, ai vigili urbani, una lunga lista di firme per chiedere che venga trasferito.
Lasciando così al sindaco Fabrizio Pagnoni il compito di decidere se andare incontro alle loro richieste o tentare di mediare, visto che sempre più voci si stanno alzando per chiedere che Garibaldi resti invece nel giardino in cui vive ormai da un anno e che da qualche tempo condivide con la gallina Biancaneve.
Nel mezzo c’è Alberto Vezzali, proprietario del giardino (e non del gallo), che si limita a dare da mangiare agli uccelli e a osservare il trambusto provocato, più che dal canto di Garibaldi, dalle proteste dei vicini di casa e dall’attenzione che il “caso” ha sollevato.
Complice anche l’intervento dell’attivista Giovanni Mazzorana, infatti, la storia del gallo è approdata qualche tempo fa anche in tv, con un servizio dedicato a quel volatile diventato suo malgrado un simbolo di libertà e coraggio. Dopo un anno di polemiche e tentativi di cattura mai andati a buon fine (Garibaldi vive su un albero e scende solo per mangiare, tenendosi a distanza dagli umani), l’arrivo della bella stagione e del caldo ha riacceso il dibattito, con i residenti del condominio, costretti a dormire con le finestre chiuse per cercare di attutire il canto, decisi a ottenere il suo trasferimento.
Cosa dice la legge?
Lo scorso 17 giugno al comando della polizia locale dell'Unione Terre e Fiumi si è tenuto un incontro fra agenti, residenti e lo stesso Vezzali finalizzato proprio a capire quale sia la soluzione migliore da adottare. L’ipotesi è quella di trasferire Garibaldi in una fattoria didattica a Villanova, ma per molti copparesi il gallo è diventato ormai una mascotte, e non sembrano disposti a rinunciarvi. Dall’altro lato c’è il rischio, per Vezzali, di una multa per disturbo della quiete pubblica, pur non essendo di fatto proprietario dell’animale. Il codice civile però parla chiaro: all'articolo 2052 (Danno cagionato da animali) stabilisce che «il proprietario di un animale o chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso, è responsabile dei danni cagionati dall'animale, sia che fosse sotto la sua custodia, sia che fosse smarrito o fuggito, salvo che provi il caso fortuito».
La vicenda è peculiare, e se dovesse approdare in un tribunale il compito di decidere sarebbe affidato a un giudice. Sempre il codice civile infatti stabilisce che a oggi è ormai impossibile pretendere il silenzio assoluto all'interno di case e e condomini, e all'art.844 specifica che: «(…) non si possono impedire i rumori che rientrano nella normale tollerabilità». Quale sia la soglia della "normale tollerabilità”, però, è difficile da stabilire, visto che in molti casi il disturbo e il disagio provocati da rumori è soggettivo.
Il canto del gallo, una funzione fisiologica
Se la fonte del “rumore” è un animale che sta espletando una funzione “fisiologica”, come nel caso del gallo, la situazione si complica ancora di più. Quando un gallo canta significa infatti che sta rivendicando il suo territorio, che vuole attirare una femmina, o, ancora, che sta cerando di affermare il proprio status sociale di maschio dominante. È vero che lo si sente più spesso cantare all’alba, perché il canto che preannuncia il sorgere del sole è il segnale con cui i galli informano gli altri individui proprio del loro status sociale, ma questa tempistica non è determinata dalla luce (o almeno non solo), quanto da un orologio biologico interno che funziona come una specie di sveglia.
Il canto del gallo nel cuore della notte è però innegabilmente fonte di disturbo per chi riposa, ed è vero allo stesso modo che il cortile di un condominio non è il luogo tipico in cui si immagina possa vivere un gallo. Garibaldi però ha scelto quel giardino come sua casa, e non è detto che una fattoria didattica possa rivelarsi più adeguata. Resta di fondo il timore che a lungo andare qualcuno possa decidere di rifarsi su di lui, e in quest’ottica un trasferimento controllato (a patto di riuscire a catturarlo senza traumatizzarlo né ferirlo) potrebbe rivelarsi la soluzione migliore. Sabato mattina a Copparo un banchetto raccoglierà firme per farlo restare in paese: l’ultima parola spetterà al sindaco e agli agenti della polizia locale.