Almeno 13 cani uccisi dai lupi e 2 feriti. È questo il bilancio delle aggressioni verificatesi nei territori del Parco nazionale d'Abruzzo, e limitrofi, tra la fine di ottobre 2022 e la metà di gennaio 2023. Quella delle predazioni di lupi nei confronti dei cani rappresentano la nuova fondamentale sfida per la comunità del Parco e per l'Ente stesso, come spiega a Kodami il direttore Luciano Sammarone: «Vogliamo far capire che si tratta di una problematica diffusa. Purtroppo abbiamo osservato che spesso le vittime sono cani tenuti alla catena o in cortili esterni prive di vie di fuga. Davanti a questi casi i lupi capiscono che i cani che si trovano in simili contesti sono una preda facile. Il problema è quindi sempre nei comportamenti di noi esseri umani, e per questo stiamo cercando una soluzione da comunicare ai cittadini».
Per elaborare una strategia efficace, e aprire un canale comunicativo tra Ente Parco e cittadinanza si è tenuto oggi a Pescasseroli il convegno "Convivere con il lupo". L'incontro pubblico si è svolto all'interno del cinema Ettore Scola, alla presenza di rappresentanti delle istituzioni e degli esperti. «Ci sarà la testimonianza anche di Stray Dogs International Project – aggiunge Sammarone – L'associazione ha eseguito un lavoro di raccolta dati e analisi estremamente significativo per comprendere la situazione dei cani, vaganti e non, a Pescasseroli».
È stato Lorenzo Niccolini, presidente di Stray Dogs International Project, a intervenire nel corso del convegno per raccontare il progetto di censimento dei cani all’interno del Parco d’Abruzzo. «A settembre 2022 abbiamo censito 119 cani – spiega Niccolini – si trattava di cani da guardiania nei recinti, fino ai cani di famiglia. L'intento era quello di avere una idea concreta sulla presenza dei cani sul territorio».
Al primo censimento dei cani padronali ne è seguito un secondo, realizzato nel mese di novembre, chiarisce Niccolini: «In questa seconda fase abbiamo censito i cani vaganti, circa 52, con una mappatura attenta e geolocalizzata sviluppata con un'apposita app».
Cani e lupi possono avere diversi tipi di rapporti: possono essere competitori per il cibo, per lo spazio, possono essere partner riproduttivi dando vita al fenomeno dell'ibridazione. In qualche caso, i cani possono anche essere considerati prede a tutti gli effetti. È questo che si è verificato nella zona di Pescasseroli, ma non solo, episodi simili si sono verificati anche in altre zone d'Italia, come ha testimoniato il tecnico faunista Luigi Molinari: «Tra le province di Parma e Reggio Emilia è presente un nucleo di lupi che considerano i cani come risorsa trofica (risorsa alimentare n.d.r.). Dove lupi e cani co-abitano questo è un fenomeno presente da sempre, anche se raro, e avviene in tutto il mondo, dalla Scandinavia alla Grecia passando per l'Iran. Si tratta comunque di una piccola parte di lupi».
Secondo l'esperienza di Molinari «i cani che vengono attaccati sono soprattutto quelli da caccia durante l'attività venatoria, prede sono anche i "cani da pagliaio", cioé individui di piccola taglia che si trovano vicino alle stalle. In totale, nella nostra zona abbiamo calcolato 110 casi», un numero calcolato per difetto, come chiarisce il tecnico faunistico: «dal computo sono stati esclusi i casi probabili ma non verificati».
Infine, è stato lo stesso Sammarone a intervenire per portare la testimonianza del Parco in risposta a chi chiede una gestione cruenta della popolazione di selvatici: «Se qualcuno crede che questo fenomeno sia il preludio agli abbattimenti di lupi all'interno del Parco ha decisamente sbagliato i conti».
La fonte delle immagini è Radio Parco