Controlli a tappeto nei negozi della Capitale e 140mila euro di sanzioni: questo il bilancio dell'operazione "Pet shop" condotta dalle guardie zoofile dell’Oipa nei negozi di Roma che vendono animali d’affezione.
Nel mirino dell'Organizzazione internazionale protezione animali sono finiti i commercianti di trenta negozi trovati sprovvisti di alcuni requisiti amministrativi richiesti per la vendita di animali. Le violazioni contestate dai volontari vanno dall’assenza delle necessarie autorizzazioni, passando per la mancata nomina dei direttori sanitari, fino all’esposizione in vetrina degli animali in vendita, una attività già vietata da anni anche dalla legge nazionale.
È infatti la legge dello Stato a proibire l’esposizione in vetrina di cani, gatti, uccelli ed altre specie d'affezione. Se ciò non bastasse, questa pratica è esplicitamente censurata da numerose normative regionali e regolamenti comunali.
Purtroppo però il Regolamento di tutela degli animali di Roma non proibisce in modo esplicito né l'esposizione di animali nei negozi, né la vendita degli stessi. Lo stop alla vendita di animali nei negozi è già una realtà in Europa: a partire dalla vicina Francia che ha colto l'occasione anche per dire basta agli animali selvatici nei circhi; una iniziativa analoga si prepara a concludere il suo iter parlamentare anche in Spagna.
«I controlli proseguiranno in maniera programmata e costante – spiega Claudio Locuratolo, coordinatore delle guardie zoofile dell’Oipa di Roma e provincia – Anche se la vendita di animali da affezione è consentita, le leggi a tutela degli animali vanno rispettate dai commercianti».
Anche se possono fare multe e agire con la qualifica di agenti di Polizia giudiziaria, le guardie zoofile restano dei volontari, la cui attività dovrebbe integrare e non sostituire quella delle istituzioni: «Chiediamo alle Asl di vigilare con maggiore attenzione – aggiunge Locuratolo – abbiamo riscontrato un gran numero di violazioni e questo è indice di controlli insufficienti».