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28 Gennaio 2023
9:40

Controlli a ogni spostamento, ma nei circhi continuano gli abusi sugli animali

Nonostante i circhi siano attività sottoposte a numerosi controlli, nel corso degli anni nulla è cambiato riguardo la detenzione e l'uso degli animali negli spettacoli. Se è vero che il circo con animali è consentito dallo Stato, è altrettanto vero che non esista una legge speciale che stabilisca le modalità di detenzione degli animali.

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tigre gabbia circo

Il circo con animali è la forma di spettacolo maggiormente capace di suscitare grandissime polemiche fra due mondi che non potranno mai avere dei punti di contatto: da una parte quello dei circensi, che si arroccano su posizioni oramai inaccettabili nel terzo millennio forti di una normativa che prevede l’uso degli animali negli spettacoli, dall’altra quanti si oppongono a uno sfruttamento che comporta per gli animali condizioni di vita inaccettabili. Le foto di elefanti che in pieno inverno percorrono piazzali asfaltati o prati stepposi fanno il giro del web e riescono a sollevare forti ondate di indignazione fra quanti, giustamente, ritengono che questa forma di sfruttamento provochi sofferenze agli animali, sempre negate dalla gente del circo che su questi animali ci vive.

A Milano si è da poco attendato il circo Orfei, con lo spettacolo Madagascar, fra le proteste delle associazioni che hanno organizzato un presidio di protesta accusando il Comune di non aver fatto abbastanza per evitare questi spettacoli. Il regolamento milanese sulla tutela degli animali fissa dei paletti, insufficienti però a evitare che anche nella città meneghina si debba assistere allo spettacolo di elefanti che vagano sul cemento, sapendoli in compagnia di una giraffa, di un ippopotamo, ma anche di un cammello.

Sulla questione benessere animale si potrebbe effettivamente fare molto di più, arrivando almeno a impedire la presenza di certe specie e lo strumento risolutivo potrebbero essere proprio quello dei controlli rigorosi, considerando che nonostante quello che si crede anche i circhi devono dimostrare di tenere gli animali in condizioni che soddisfino, almeno, le loro principali necessità etologiche.

Invece, nonostante i circhi siano attività sottoposte a numerosi controlli come del resto tutto il settore dello spettacolo viaggiante, bisogna riscontrare che nel corso degli anni le condizioni dei circhi, per quanto concerne detenzione e uso degli animali, sono rimaste quasi del tutto immutate. Creando una sorta di zona franca, più garantita da consuetudini e modalità di controllo poco puntuali che dai diritti garantiti ai circensi dalle leggi.

Se è vero che il circo con animali è uno spettacolo consentito, e finanziato, dallo Stato è altrettanto vero che non esista una legge speciale che stabilisca le modalità di detenzione degli animali. Un vuoto normativo che ha costretto la commissione CITES a metterci una pezza, per evitare che l’assenza di disposizioni in materia di benessere animale potesse causare effetti ancora peggiori.

Per questo è bene sapere che a differenza di quanto avviene per gli zoo, che hanno una legge di riferimento specifica che indica precisi criteri nella loro gestione, i circhi hanno per norma una pagina bianca per quanto riguarda il benessere degli animali. Riportando, come ha più volte ribadito anche dalla Cassazione, la tutela degli animali sotto l’ombrello di quanto previsto dalla legge ordinaria che tutela gli animali dai maltrattamenti, non essendoci una normativa speciale che consenta comportamenti diversi.

Ogni volta che si attenda per fare spettacolo un circo deve richiedere al Comune l’autorizzazione, un fatto che prevede l’adempimento di diverse richieste, fra le quali vi sono il controllo di tutta la documentazione che riguarda gli animali, il registro di carico e scarico, i documenti CITES per gli animali soggetti a tutela, le planimetrie dei recinti esterni previsti dal documento della Commissione scientifica CITES e la verifica delle autorizzazioni per la detenzione degli animali pericolosi.

Se tutte queste prescrizioni fossero controllate con rigorosa attenzione, mettendole in relazione con il benessere animale e la sicurezza degli spettatori, molto probabilmente nessun circo riceverebbe l’autorizzazione per fare spettacoli con gli animali. Certo è vero che i circensi spesso fanno ricorso al TAR contro le disposizioni comunali e vincono, ma è altrettanto vero che altrettanto spesso le motivazioni che supportano i provvedimenti delle amministrazioni comunali sono carenti nella descrizione delle ragioni che hanno motivato questo o quel divieto. Lasciando ai tribunali amministrativi soltanto la strada che porta all’annullamento dei provvedimenti emessi dai Comuni per carenza di motivazioni.

Provvedimenti ben motivati e controlli fatti applicando correttamente la norma avrebbero da tempo, molto probabilmente, già chiuso la questione, rendendo complesso e antieconomico lo svolgimento di spettacoli con animali. Anticipando così quella normativa sempre promessa ma mai attuata che sancirà la fine degli spettacoli con animali e la loro detenzione nei carrozzoni dei circhi. Per capire quanto sia impossibile garantire il benessere degli animali in circo basta pensare che una giraffa, come quella presente nel circo attendato a Milano, sarà stata costretta a viaggiare durante gli spostamenti coricata, in quanto risulta essere troppo alta per poter mantenere la postura eretta durante il trasporto, anche a causa dei ponti e di altre infrastrutture. Già questa dovrebbe essere considerata una motivazione grave, che dovrebbe rendere impossibile la presenza di questa specie nel circo, una realtà soggetta a continui spostamenti, produttivi di gravi disagi per gli animali, spesso costretti per giorni a restare in spazi angusti e in ridotte condizioni di luce.

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Ermanno Giudici
Esperto in diritti degli animali
Mi occupo di animali da sempre, ricoprendo per oltre trent’anni diversi ruoli direttivi in ENPA a livello locale e nazionale, conducendo e collaborando a importanti indagini. Autore, formatore per le Forze di Polizia sui temi dei diritti degli animali e sulla normativa che li tutela, collaboro con giornali, televisioni e organizzazioni anche internazionali.
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