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17 Dicembre 2023
16:22

Contro povertà e randagismo servono cure veterinarie e sterilizzazioni anche per gli animali delle famiglie a basso reddito

La tutela degli animali domestici dovrebbe essere garantita anche per le persone a basso reddito, che diversamente fanno una grande fatica per poterli mantenere in buona salute e spesso sono costretti a separarsene.

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gatto veterinario

La tutela degli animali che vivono nelle nostre case dovrebbe essere garantita anche per le persone a basso reddito che diversamente fanno una grande fatica per poterli mantenere in buona salute. Mantenere un cane o un gatto rappresenta un costo, per alimentazione e cure veterinarie, ma è altrettanto indubbio che la loro presenza all’interno di un nucleo familiare, a maggior ragione se composto da una sola persona, sia una presenza rasserenante che migliora la qualità della vita.

Dividere le giornate con un animale non deve essere considerato un diritto assoluto, in quanto il suo benessere dipende strettamente dalle attenzioni e dal tempo che possiamo dedicargli. Questa considerazione, però, deve essere considerata valida per quanti vogliano responsabilmente condividere la vita con un cane o un gatto, indipendentemente dal reddito posseduto: ai nostri animali poco importa se una casa sia bellissima o spartana, quello che fa la differenza sono le attenzioni, l’alimentazione e il poter essere mantenuti in salute, grazie ai controlli del veterinario e alle cure necessarie.

Senza dimenticare che per determinate categorie, come gli anziani che vivono soli, un animale può essere l’unico affetto presente nella loro vita, mentre per i più giovani può diventare un compagno di giochi ma anche una creatura da accudire imparando senso di responsabilità e stimolando empatia. Queste e molte altre sono le ragioni per non costringere a scelte dolorose le persone a basso reddito, spesso sotto la soglia di povertà, costrette a privarsi della compagnia del loro animale solo perché non hanno le risorse economiche per garantirgli una vita almeno dignitosa.

Un’attenzione che alcune amministrazioni pubbliche cominciano a sviluppare, anche se molte iniziative sono ancora lontane dall’aver imboccato la giusta direzione, come quella da poco sottoscritta fra Regione Lombardia, ENPA e una compagnia di assicurazione. Un’attività pensata per offrire un aiuto, ma solo alle persone che abbiano un indicatore ISEE che si attesta sotto i 7.500 euro, con la possibilità di stipulare una polizza assicurativa a copertura di alcune necessità veterinarie. Una polizza che, come tutte le assicurazioni, copre comunque solo parzialmente i costi derivanti da imprevisti e cure di routine.

Punto dolente dell’iniziativa sta nella richiesta di 14,50 euro al mese per aderire a questa proposta mutualistica, offerta a persone che si trovano in uno stato di grave indigenza. Persone povere che dovrebbero fare ulteriori sacrifici per potersi permettere questa copertura, mentre dovrebbe essere erogata gratuitamente alle fasce sociali con gravi difficoltà economiche. Una soglia, quella di povertà, che viene definita dall'Istat come «il valore monetario, a prezzi correnti, del paniere di beni e servizi considerati essenziali per ciascuna famiglia per evitare gravi forme di esclusione sociale nel contesto di riferimento».

Sempre secondo l’Istituto di Statistica In Lombardia, nel 2022, una famiglia bicomponente si trovava sotto la soglia di povertà assoluta con un reddito mensile inferiore a 1.540 euro se viveva in città e di 1.333 euro vivendo in periferia. Ben si capisce quindi come l’offerta di una polizza assicurativa a cittadini che si trovano già in condizioni di gravissima indigenza sia come lanciare un salvagente bucato a un naufrago.

Per questa ragione è della massima importanza che i Comuni, anche in accordo con le organizzazioni del Terzo Settore, si organizzino per fornire alimenti e cure ai pet mate con animali, usando come soglia di riferimento il tetto di reddito di 15 mila euro, che rappresenta il parametro economico già utilizzato per la concessione di una serie di bonus alle persone in difficoltà. La vita di chi si trova ai margini della società è già sufficientemente complessa da non dover essere aggravata da questioni che andrebbero a compromettere in modo importante la sfera emotiva, obbligandole magari a privarsi del proprio animale oppure dovendosi sentire in colpa per non poter garantire all’amato compagno di vita i bisogni minimi.

Sempre nel campo degli interventi necessari per fornire cure veterinarie agli animali delle persone a basso reddito, ma anche per eseguire sterilizzazioni capillari sul territorio, occorrerebbe eliminare quanto prima il divieto che riguarda gli ambulatori veterinari e le cliniche mobili, proibite secondo un accordo fra la conferenza Stato-Regioni e la Federazione degli Ordini dei Medici Veterinari. Un controsenso giustificato da ragioni di difesa corporativa, considerando che sono invece autorizzati gli ambulatori medici mobili destinati alle persone, che molte associazioni del Terzo Settore mettono a disposizione proprio delle fasce più povere della popolazione.

Con la povertà in costante ascesa e con un randagismo sempre fuori controllo poter disporre di mezzi mobili per l’erogazione di cure veterinarie e poter mettere in atto sterilizzazioni capillari sul territorio rappresenterebbe un concreto aiuto, per evitare sofferenze agli animali e ulteriori problemi alle persone in difficoltà. L’eliminazione del divieto di rendere operative le cliniche mobili si tradurrebbe in grande gesto di responsabilità dell’intera categoria, a favore del quale si sono schierati già diversi presidenti provinciali degli Ordini, senza però riuscire a ottenere la cancellazione del provvedimento.

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Ermanno Giudici
Esperto in diritti degli animali
Mi occupo di animali da sempre, ricoprendo per oltre trent’anni diversi ruoli direttivi in ENPA a livello locale e nazionale, conducendo e collaborando a importanti indagini. Autore, formatore per le Forze di Polizia sui temi dei diritti degli animali e sulla normativa che li tutela, collaboro con giornali, televisioni e organizzazioni anche internazionali.
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