E’ una delle mode redditizie dei Paesi del Golfo: avere un fenicottero in giardino. E il bracconaggio di questi animali, in Iraq, è profondo. Secondo quanto si legge sul quotidiano britannico The Guardian proprio il traffico di fenicotteri è una delle attività più redditizie nella povera regione della città di Maysan, tra le paludi di Ahwar, patrimonio mondiale dell’Unesco per le sue aree paludose e per le aree archeologiche di Ur e Uruk.
Il contrabbandiere: «Li comprano vivi o morti, anche perché se li mangiano»
In una piccola casa di mattoni, ad Amara, Mustafa Ahmed Ali racconta di come il mercato sia alimentato da ricchi iracheni, o da cittadini di Kuwait, Arabia Saudita e Qatar. Sono loro a volere questi uccelli come «decorazione» dei loro giardini o di «giardini zoologici privati». «Molti fenicotteri muoiono nella mia gabbia, soprattutto durante le calde giornate estive», dice Ali. «Vendo da uno a dieci di quegli uccelli ogni mese durante l’inverno, l’alta stagione. Li comprano vivi o morti, perché anche le persone li mangiano», aggiunge. I fenicotteri arrivano lì da ottobre a febbraio. Si fermano tra le paludi irachene del Sud, dal clima più mite. Lì entrano in azione i bracconieri, che li catturano per rivenderli al massimo per 40.000 dinari (23 euro).
Il lavoro di Ali è nel mercato nero. Un decreto locale vieta il commercio di questi animali, ma lui sa che non ce n’è bisogno di promuovere la sua attività. «Le persone sanno dove trovarmi», commenta. Gli accordi internazionali, ratificati anche dall’Iraq, tutelano gli uccelli migratori e vietano il bracconaggio. Ma la malavita approfitta di quella terra tra Iran e Iraq, controllata dalle forze di confine, per rendere complicato il lavoro di accertamento del reato. Quegli spazi balzati sulle cronache, negli anni Novanta, per essere stati il luogo della battaglia delle paludi. Luoghi senza legge, usati per il contrabbando di droga e armi. Oltre che di fenicotteri.
Ad Ahmed Ali, che da 30 anni vende uccelli nel mercato di Amara e che ha il suo commercio illegale, si contrappone il lavoro di Ahmed Saleh, noto come dottor Hamoudi. Ha sostenuto una campagna per il divieto locale di vendita dei fenicotteri. Lui, a differenza di Ahmed Ali, gli uccelli li compra ma solo per liberarli in natura.
I fenicotteri: una specie protetta presente anche in Italia
«I fenicotteri sono una specie protetta ma non sono in via di estinzione. Anche in Italia si trovano in diverse zone umide, nelle saline di Margherita di Savoia e di Selargius, nel cagliaritano e nelle riserve naturali del litorale tarantino orientale, fino alle Valli di Comacchio – spiega Alessandra Flore, esperta di biodiversità e direttrice del dipartimento di Scienze naturali del Centro di ricerca in scienze ambientali Cesab – Nel 2007 vennero censiti in Italia circa 30mila esemplari e il loro numero era in aumento. Sono animali molto sociali e devastare l’habitat delle loro colonie può comunque metterli a rischio. Ecco perché è importante continuare a tutelarli e rispettare le zone umide. Il loro colore rosa, particolarmente suggestivo, è dipeso dalla loro alimentazione basata sul plancton».