Non si arresta la strage di daini sulla via della Veneziana a Fregene. Ieri sera un altro esemplare ha perso la vita nello scontro contro un'auto su quella che ormai è una vera e propria strada della morte per questi animali. Si tratta infatti del sesto daino nel giro di pochi mesi che perde la vita a causa delle precarie condizioni della strada e dell'alta velocità di transito con cui alcuni automobilisti spesso affrontano il tratto di strada del litorale romano.
La via maledetta che uccide i daini
Una strada maledetta che si contraddistingue per le precarie condizioni di sicurezza che costantemente vanno a discapito degli animali, investi da auto che anche quando viaggiano entro i limiti di legge arrivano a toccare una velocità fatale per qualsiasi animale, soprattutto per gli agili daini. A nulla sono servite le reti di recinzione laterali alzate nei pressi dell'ingresso sud, fino a due metri, poiché mancano ancora i dossi di rallentamento per le auto ed altri elementi segnaletici all'altezza del varco, lasciato aperto proprio per consentire il transito degli animali. Un problema che rischia di compromettere la sicurezza di tutte le specie che abitualmente transitano per questa strada. I lavori seguono l'ordinanza emessa dal Comune di Fiumicino lo scorso 25 agosto.
Da Fregene a Sabaudia: emergenza sicurezza per i daini
Quella della conservazione dei daini, e del rispetto delle loro condizioni di vita è però una questione di portata più ampia, che riguarda tutto il Lazio. Solo poche settimane fa, durante un incontro promosso dal Parco Nazionale del Circeo, è stato presentato un piano di abbattimento ad hoc per questi splendidi – e incolpevoli – animali. «La popolazione di daino attualmente presente è destinata a un'espansione del suo areale con conseguenze distruttive ed irreparabili non solo per la biodiversità ma anche su aspetti della sicurezza stradale e danni economici relativi alle colture agricole e serricole», ha dichiarato nel corso della conferenza stampa Giuseppe Marzano, presidente dell'Ente Parco. L'aumento della popolazione di daino sarà quindi gestita attraverso un piano di abbattimento ad hoc. Quella del Circeo è una decisione gravissima che, alla luce dei numerosi incidenti con i daini nella zona di Fregene, rischia di diventare la nave scuola per ogni piano di gestione di daini quando questi si trovano in conflitto con l'espansione del territorio umano. Un po' come sta avvenendo anche per le popolazioni di cinghiali nell'area del Centro-Nord Italia.
Accogliere senza uccidere
Esempio virtuoso di gestione della popolazione di daini è invece quello proposta in Emilia-Romagna dall'Oipa, che si è detta pronta ad accogliere gli esemplari, scongiurando anche in questo caso un abbattimento massivo sotto mentite spoglie. Anche qui infatti, la giunta regionale aveva proposto il trasferimento degli esemplari di Lido di Classe e Lido di Volano, nelle province di Ravenna e Ferrara, presso aziende faunistiche venatorie. Le motivazioni sono sempre le stesse: i danni alle colture e la sicurezza stradale. «E' un piano macchiato con il sangue della popolazione dei daini», denuncia l'Oipa.