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14 Settembre 2023
13:53

Continua la lotta ai gatti in Australia: nuove misure contro i “terminator” delle specie autoctone

I gatti in Australia sono considerati una specie invasiva e ormai da tempo il Paese è in guerra con loro. Ora è stata proposta una nuova stretta, con nuove misure ancora più rigide.

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Pur essendo d’accordo sul fatto che le specie invasive siano effettivamente un problema, senza condividere sempre le modalità con cui estirparle, pensare di considerare i gatti come una di loro, lascia abbastanza perplessi. Cosa che, evidentemente, non succede in Australia dove, pur facendo parte ormai di moltissime famiglie, sono circa 6 milioni e mezzo quelli domestici, i mici vengono ritenuti dei piccoli sterminatori di biodiversità che è bene rimangano confinati in casa per non distruggere l’ecosistema, già fragile, del Paese.

Per assicurarsi che questo accada, il Paese che già da tempo combatte questa battaglia ha posto un'ulteriore stretta contro i felini da compagnia, ventilando misure come il coprifuoco notturno, un numero limite di gatti da poter adottare e l’obbligo di sterilizzazione. Disposizioni che non sembrano da ritenersi delle più rigide se realmente, come dicono i dati diffusi, i gatti avrebbero causato l’estinzione di ben 34 specie di mammiferi australiani, rendendo attualmente a rischio altre 57 specie.

A sostenere provvedimenti rapidi per attenuare il naturale spirito predatorio dei gatti, anche docenti di biologia ed ecologia, tra i quali Sarah Legge della Australian National University: «Il problema qui da noi è molto serio: si stima che i gatti, sia selvatici che domestici, uccidano oltre 2 miliardi di animali endemici ogni anno» spiega. «Da quando sono stati introdotti nel diciottesimo secolo dai coloni europei, hanno iniziato subito a fare strage di piccoli mammiferi e di uccelli indifesi contro quel predatore imprevisto».

Tra le tante specie che i gatti avrebbero fatto estinguere, una delle più iconiche era il Chaeropus, un piccolo marsupiale che assomigliava a un topolino ma che saltella come un canguro: «Saltellava sì – spiega ancora Legge – ma non lo faceva abbastanza in fretta, evidentemente, per quelle macchine da guerra solo in apparenza pigre e sornione, che in molti hanno in casa».

A peggiorare ulteriormente la situazione ci sarebbero i circa 3 milioni di gatti randagi contro i quali, dopo aver già permesso l’utilizzo di un macchinario dal nome Felixer che quanto attivata spruzza gel tossico sull’animale, di modo che quando si lecca, ingerisce la sostanza e muore avvelenato, ora si vogliono attuare altre misure ancora. In questo caso, però, decisamente meno estreme anche se non adeguatissime alla natura della specie, come l’obbligo per legge di un coprifuoco, necessario secondo i pareri di biologi ed ecologi per supplire all’eccesso di indulgenza dimostrato dai pet mate nei confronti dei loro amici che proprio non riescono a vedere come dei terribili Terminator.

Insomma, questi "pericoli pubblici" vanno fermati anche se la grandezza del continente australiano rende poco ipotizzabile un’eradicazione totale dei gatti. Cosa che, purtroppo al contrario, è più facile da ottenere sulle isole e cosa che è, infatti, avvenuta su Dirk Hartog Island, 628 chilometri quadrati e che ha accresciuto l’ambizione di rendere gatto-free anche le altre.

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Simona Sirianni
Giornalista
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