Il regno animale non finisce di stupirci e il pica di Ili con il suo tenero e buffo aspetto ne è un evidente esempio. Chi conosce già questo rarissimo animaletto dell'Asia centrale? Pochi specialisti, probabilmente, anche considerando la sua recente scoperta avvenuta nel 1983 e la successiva scomparsa dai "radar" dei ricercatori. La specie infatti non è stata documentata poi fino al 2002. Ma è un roditore? No, non proprio.
Il pica di Ili e le differenze tra lagomorfi e roditori
Il pica di Ili (Ochotona iliensis) è un mammifero di piccole dimensioni (20 centimetri di lunghezza per 250 grammi di peso), endemico di alcune alture del Tian Shan, nella della provincia cinese nord-occidentale dello Xinjiang.
Assomiglia ad un coniglio dalle "strane" orecchie corte e arrotondate ed infatti è un lagomorfo, un ordine di mammiferi che comprende lepri e conigli (famiglia Leporidae) e pika (famiglia Ochotonidae). Possiede una pelliccia dai colori vivaci e mostra grandi macchie rosso ruggine su testa, fronte e ai lati del collo.
Se vi state domandando come mai questi animali non siano roditori, ve lo spieghiamo subito! Roditori e lagomorfi appartengono a due rami evolutivi totalmente differenti dei mammiferi, diversificatisi alla fine del Cretaceo, più di 65 milioni di anni fa. In quel periodo la Terra era dominata dai mastodontici dinosauri, ignari del fatto che la loro storia evolutiva stava per concludersi di lì a poco "col botto" ed i nostri progenitori mammiferi erano piccoli animali relegati al ruolo di "comparse" notturne.
Le principali differenze morfologiche tra i due gruppi riguardano, come per altri ordini di mammiferi, le caratteristiche dentali: un coniglio, che è un lagomorfo, possiede quattro incisivi nella mascella superiore mentre i roditori ne hanno solo due, sprovvisti di radice o dotati di radici poco profonde.
Gli incisivi di questi ultimi sono ricoperti di smalto solo sulla parte rivolta verso l'esterno, mentre nella zona interna la dentina è direttamente esposta: il dente pertanto si consumerà in maniera differenziale sui due lati, rendendolo via via più affilato con l'usura. In entrambi i gruppi, comunque, queste strutture sono a crescita continua (2-3 millimetri alla settimana) e devono essere continuamente utilizzate per rosicchiare per evitare una crescita eccessiva. Infatti durante il letargo, proprio per evitare ciò, la loro crescita viene rallentata.
Ecologia e conservazione
Il pica di Ili è un animale solitario e diurno, ben adattato alle alte quote in cui vive: frequenta pendii rocciosi a strapiombo, ad un'altitudine compresa tra i 2800 ed i 4100 metri, dove si avventura alla ricerca delle erbe di cui si nutre. È infatti un erbivoro generalizzato, anche se si sa ancora ben poco riguardo ecologia ed il loro comportamento. Potremmo scoprire cose interessanti: d'altronde vi avevamo già parlato delle peculiari abilità di un'altra specie di pica, Ochotona curzoniae, endemico dell'altopiano del Tibet.
Sembra che purtroppo questo animale non se la passi tanto bene. Secondo i ricercatori, la popolazione di pica di Ili è in declino e recenti stime hanno calcolato una riduzione del 70% negli ultimi 15 anni arrivando da circa 2500 agli attuali 1000 individui in natura. L'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) classifica questo animale come "In pericolo".
Le cause esatte del calo demografico non sono note, ma si ipotizza che il crescente disturbo antropico dovuto all'aumento dei pascoli e l'inquinamento atmosferico globale con conseguente cambiamento climatico stiano influenzando negativamente le popolazioni. In un articolo pubblicato su Science è stato suggerito che un clima caldo abbia causato un'invasione di specie animali e vegetali provenienti da quote minori rispetto all'habitat della specie, portando a un numero maggiore di predatori presenti ( come ad esempio le volpi) a cui le popolazioni di pica non erano state finora esposte. La bassa densità di popolazione e i tassi di riproduzione associati alla capacità relativamente limitata di disperdersi impediscono alla specie di riprendersi facilmente. Uno studio su alcuni esemplari in cattività suggerisce che la specie ha una certa capacità di adattare le sue abitudini alimentari a quote più basse, anche se non sono note misure di conservazione in atto.