Ritrovata praticamente in fin di vita in una zona verde nei dintorni di corso XXV Aprile, a Vercelli, la testa piegata di lato in un classico ed evidente sintomo di encephalitozoonosi. Si tratta di una femmina di coniglio con tutta probabilità abbandonata a causa della sua patologia, portata al Canc, il Centro Animali non Convenzionali di Grugliasco, per le cure.
A comunicare il ritrovamento è stato lo stesso Canc, che ha condiviso una foto dell’animale chiarendo che è stato ritrovato lo scorso 23 gennaio: «È in pessime condizioni, pensiamo sia stata abbandonata – hanno fatto sapere – se qualcuno la sta cercando è qui al Canc». La coniglia resterà nel centro per tutto il tempo necessario alle cure, e la speranza è che possa salvarsi. È probabile però che il parassita che l’ha infettata, l’Encephalitozoon cuniculi, le abbia provocato danni piuttosto gravi, e che anche se curata l’infezione lascerà degli strascichi.
Si cerca di capire intanto come l’animale sia finito nella zona di corso XXV Aprile. L’ipotesi avanzata dallo stesso Canc è quella più probabile, ovvero che sia stata abbandonata a causa delle sue condizioni di salute. In quell’area è infatti presente una colonia di conigli liberi, frutto di abbandoni sconsiderati: i lagomorfi hanno “colonizzato” l’area, riproducendosi e aumentando così il rischio di contrarre malattie vivendo all’aperto e senza controllo sanitario. Molte persone inoltre, come accade in alcuni parchi per le tartarughe d’acqua, accorgendosi della loro presenza nel corso degli anni hanno scelto quel punto per gli abbandoni. La conseguenza diretta è mettere a repentaglio la vita degli animali, che finiscono per essere predati, per ammalarsi o per essere investiti.
La presenza dei conigli è nota, ma a oggi non è stato preso alcun provvedimento per metterli in sicurezza, principalmente per il numero. Stando alle stime sarebbero una ventina, e la cattura richiederebbe appostamenti e poi l’individuazione di una struttura in grado di ospitarli o di persone disposte ad adottarli. Per la coniglia arrivata al Canc, intanto, si annunciano giorni difficili: i veterinari del centro faranno tutto ciò che è in loro potere per curarla, nella speranza che sopravviva e non riporti gravi danni, dopodiché valuteranno se potrà essere adottata.