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5 Giugno 2024
9:00

Comportamenti umani che i cani amano

Avere un contatto visivo con le persone di riferimento, ricevere carezze e coccole, interagire e collaborare: sono tutti comportamenti che i cani amano molto, anche se ognuno ha la sua personalità.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Alcune persone si chiedono quali sono i comportamenti umani che i cani amano o apprezzano. La curiosità è certamente una cosa buona, e porsi delle domande sul benessere e l’appagamento dei nostri compagni canini anche. Il fatto è però che spesso si rischia di non tener presente l’individualità di ogni cane e a certe domande non vi può essere una risposta univoca. È un po’ come se ci si chiedesse: "Agli esseri umani piace la mela?", ovviamente avremmo molte persone che risponderebbero di sì, ma ne avremmo anche altre alle quali non piacciono affatto. In linea generale, dunque, possiamo dire che ai cani piace il contatto visivo con le persone di riferimento, ricevere carezze e coccole, interagire e collaborare ad esempio attraverso sessioni di gioco e passare del tempo di qualità insieme al proprio umano.

Detto ciò, quello che faremo in questo articolo è parlare dunque delle cose che interessano ai cani in noi umani e che amano fare insieme a noi ma sempre con un occhio attento al fatto che non per tutti valgono le stesse cose.

Gli sguardi

Il contatto visivo, per esempio, è uno degli strumenti di comunicazione più efficaci tra cani e umani. Studi scientifici hanno dimostrato che il contatto visivo prolungato tra un cane e il suo compagno umano aumenta i livelli di ossitocina in entrambi, l’ormone associato al legame sociale. Questo non solo rafforza la relazione, ma contribuisce anche a ad un senso di benessere del cane, facendolo sentire più sicuro e a suo agio. Ok, tutto vero, ma attenzione a non fraintendere. Qui si suppone che vi sia già una buona relazione tra cane e umano e che il modo in cui ci si guarda non è accompagnato da un atteggiamento minaccioso da parte nostra.

Parliamo dunque di uno scambio di sguardi affettuosi che fa leva sul legame sociale e che migliora il senso di appartenenza in entrambi gli individui, essendo una caratteristica etologica sia dei cani che degli esseri umani. Però questo non significa che mettersi a fissare un cane estraneo o con il quale ci sia un pessimo rapporto ottenga il rilascio di ossitocina e via dicendo. Forse sono precisazioni superficiali, ma meglio non lasciare nulla sottinteso, a scanso di equivoci.

Le carezze e le coccole

Le carezze rappresentano un mezzo di comunicazione affettiva che i cani comprendono bene, hanno a che fare con il grooming, con l’accudimento, quindi con quelle che sono classificate come motivazione epimeletica (il piacere di accudire) e quella et-epimeletica (il piacere di essere accuditi). Toccare il cane in modo gentile e rassicurante, specialmente in aree del corpo come il petto, la base della coda – groppa – e dietro le orecchie, può avere un effetto positivo su di loro, essere fonte di piacere vero e proprio. Questo tipo di contatto fisico non solo rilassa i cani (certo dipende anche molto da "come" vengono toccati), ma aiuta anche a creare un legame di fiducia e affetto reciproco, elementi fondamentali per una relazione armoniosa (motivazione affiliativa).

Ma anche in questo caso dobbiamo tener presente le caratteristiche individuali del nostro cane. Non a tutti i cani piace ricevere carezze e coccole. Alcuni cani non amano affatto essere toccati, nemmeno dalle persone con le quali condividono la vita, e non ci soffermeremo qui sulle svariate ragioni di tutto ciò. A maggior ragione moltissimi cani, pur apprezzando questo tipo di attenzioni da parte degli individui ai quali sono affettivamente legati, non apprezzano affatto il contatto da parte di estranei, nemmeno se questi sono amichevoli, hanno un atteggiamento amorevole, o sono, per esempio, bambini.

Generalizzare troppo potrebbe essere anche pericoloso perché non sempre il linguaggio del cane viene compreso nelle sue sfumature. Ricordiamoci che, come per quanto concerne noi, non a tutti piace essere toccati e i cani non fanno eccezioni, e quando è così non è affatto detto che il cane abbia qualcosa che non va.

Forse ci siamo abituati a cani fin troppo tolleranti al contatto fisico da credere che il cane, in quanto tale, debba essere una sorta di oggetto anti-stress per noi umani e si debba lasciar manipolare a prescindere da tutto. Ovviamente la convivenza con cani che sono refrattari al contatto fisico sarà molto più complessa e ricca di sfide, come negarlo, soprattutto in particolari frangenti, come per esempio le visite dal veterinario o simili, ma anche per il fatto che noi siamo una specie dalla spiccata voglia – o bisogno – di toccare tutto continuamente, fa parte della nostra storia evoluzionistica. Comunque sia, come abbiamo visto più volte, la psicologia e la soggettività dei cani sono un mondo un po’ più complesso di come alle volte si sia portati a credere.

Il gioco e le attività ludiche

Il gioco è un’attività essenziale per i cani, non solo per il divertimento ma anche per il loro sviluppo cognitivo e sociale. I cani apprezzano molto quando i loro compagni umani partecipano attivamente ai loro giochi preferiti, come il riporto, il tira e molla o attività esplorative e perlustrative. Questi momenti di gioco e condivisione non solo rafforzano il legame, ma forniscono anche una stimolazione mentale e fisica fondamentale per la salute e il benessere del cane.

Ora, il tema del gioco è assai complesso e articolato, ma alla base di ogni attività ludica c’è il piacere di farla, e bisogna comprendere che non a tutti i cani piace fare gli stessi giochi. Alcuni saranno più portati per certe categorie di giochi, altri per altre. Non è che perché noi vogliamo giocare, per esempio, lanciando una pallina anche al nostro cane piaccia inseguirla e riportarla.

Il gioco condiviso – e non esiste solo questo tipo di gioco – è un viaggio alla scoperta di ciò che ci piace fare insieme, è un percorso di allineamento tra noi e il nostro compagno. Ovviamente teniamo presente che anche l’età di un cane è un fattore importante sia sul tipo di gioco che sulle modalità in cui si svolge. Sarà lampante a tal proposito la differenza tra un cucciolo di pochi mesi e un cane anziano.

A tal proposito ricordiamo anche che il gioco ha un forte impatto educativo, cioè sviluppa delle capacità e contemporaneamente le incentiva, e non solo quando si sta giocando.

Il gioco sociale rappresenta quindi un'evoluzione del gioco naturale e ha un ruolo fondamentale per lo sviluppo dell'intelligenza sociale dei cani. ("Giochiamo?", Simone Dalla Valle – TEA 2024)

La coerenza e la chiarezza nella comunicazione

I cani rispondono bene alla coerenza e alla chiarezza nella comunicazione da parte dei loro compagni umani. Un comportamento chiaro, coerente, aiuta il cane a comprendere meglio cosa ci si aspetta da lui, le nostre intenzioni, quello che vogliamo dire e ciò aumentando il suo senso di sicurezza e il suo appagamento, anche nell’essere da noi ben compreso.

Insomma, avere la sensazione di capire coloro con i quali viviamo ed essere ben compresi da loro è un aspetto fondamentale del stato di benessere soprattutto quando si parla di animali sociali così complessi quali siamo noi e i cani. Al contrario, la mancanza di coerenza e l’uso di un linguaggio confuso può essere fonte di stress e ansia. Una comunicazione chiara e coerente crea un ambiente prevedibile e rassicurante per il cane.

L’ascolto e l’empatia

Quindi, a seguire per quanto detto, ascoltare il proprio cane significa prestare attenzione ai suoi segnali e rispondere in modo appropriato. I cani comunicano principalmente attraverso il linguaggio del corpo e i vocalizzi con noi esseri umani, e imparare a leggere questi segnali può migliorare notevolmente il rapporto con loro.

Mostrare empatia, riconoscendo e rispettando le emozioni e i bisogni del cane, rafforza il legame di fiducia e comprensione reciproca.

Il training positivo

L’educazione basata sul rinforzo positivo, che premia i comportamenti desiderati piuttosto che punire quelli indesiderati, è molto efficace e apprezzata dai cani, ed in linea con le sue facoltà cognitive, ma non solo le sue. Ricordiamo che la “mente” (si perdoni qui l’uso superficiale di questo termine) è fatta per imparare a fare più che per imparare a non fare.

Se l’apprendimento in sé è fonte di gratificazioni, che non significa solo bocconcini, ma anche , per esempio, l’apprezzamento da parte nostra (gratificazioni sociali), ha l’effetto di implementare la curiosità e la voglia di imparare ancora. Premiare il cane con bocconcini, elogi o giochi quando si comporta bene rende l’apprendimento più efficace e rafforza la fiducia reciproca.

Questo approccio valorizza il cane e lo motiva a comportarsi in modo appropriato adeguandosi al contesto sociale nel quale vive senza stress negativo (distress) e ansia.

Il tempo di qualità trascorso insieme

Trascorrere del tempo di qualità con il proprio cane è essenziale. Questo include passeggiate, escursioni e momenti di relax a casa. Il tempo trascorso insieme rafforza il legame emotivo e offre al cane l’opportunità di sentirsi parte integrante della famiglia, come già detto poco sopra.

È necessaria una precisazione: il cane non è un animale solitario, non lo è per natura, per etologia, quindi il tempo trascorso insieme, anche a non far nulla, è il fulcro della sua vita, se poi è di qualità (che per molti significa tempo nel quale si fa effettivamente qualcosa insieme) anche meglio.

La routine e la prevedibilità

I cani apprezzano le routine perché offrono prevedibilità e sicurezza. Stabilire orari regolari per i pasti, le passeggiate e i momenti di gioco contribuisce a creare un ambiente stabile e sicuro, riducendo lo stress e l’ansia.

Tutto vero, ma non basta. Possiamo dire che alcuni individui, magari dal profilo caratteriale più incerto e insicuro, necessitano di routine molto stabili per trovare equilibrio, ma non è così per tutti. Ricordiamo che la noia è un fattore da tener bene in considerazione e quindi, quando si parla di prevedibilità, non significa affatto che le giornate debbano essere la fotocopia l’una delle altre in un loop infinito privo di eventi stimolanti e di curiosità. Per alcuni cani, inoltre, una rigidità eccessiva nella routine può essere essa stessa fonte di stress.

Per questi individui – e non sono pochi – quando la prevedibilità diviene monotonia il tutto diventa irritante, insopportabile. Quindi, attenzione che anche la flessibilità ha i suoi vantaggi e comprendere quali siano i confini tra questa e la routine quotidiana e invariabile non è sempre facile ed è qualcosa che – ancora una volta – ha a che fare con l’individuo.

Certo è che si possono considerare anche alcuni elementi legati alla selezione artificiale, laddove alcune razze sono proprio meno tolleranti alla monotonia, le quali sono state spinte in modo ipertrofico al bisogno di esplorare e perlustrare. Per esempio i cani da caccia (segugi, bracchi, cani da seguita, eccetera) o i cani che hanno un bisogno perlustrativo e cinestesico (fare movimento) molto sviluppato, come per esempio i cani da slitta, i conduttori del gregge, e simili. Ecco, in taluni casi – ci sia concessa la generalizzazione – è il DNA a spingere una certa irrequietezza e intolleranza alla ripetitività, oltre che l’esperienza e il carattere individuale.

Il rispetto degli spazi e dei tempi

Rispettare gli spazi e i tempi del cane è fondamentale per il suo benessere. I cani necessitano di momenti di tranquillità e riposo, e rispettare questi momenti è un segno di comprensione. Fornire un luogo sicuro e tranquillo dove il cane possa ritirarsi quando ne sente il bisogno è essenziale per il suo equilibrio emotivo, e non solo.

Ci sono poi individui che pur amando l’interazione con noi e con gli umani in generale, apprezzano anche lo stare in disparte più di altri, non essere sempre e comunque coinvolti. Ci sono cani, di fatto, più riservati di altri, proprio come accade con le persone. La convivenza, che è il principale motore della conoscenza tra individui, e la nostra capacità di leggere gli atteggiamenti, ossia di empatizzare con il nostro cane, ci faranno comprendere quali siano i confini per diminuire il più possibile le condizioni di disagio del nostro compagno.

La socializzazione e l’esposizione a nuove esperienze

La socializzazione e l’esposizione a nuove esperienze sono cruciali per il benessere dei cani. Esplorare nuovi ambienti, incontrare nuove persone e interagire con altri cani accompagnati da noi sono esperienze arricchenti. Tuttavia, è importante che queste esperienze siano positive e graduali, per evitare soprattutto quando il nostro compagno canino è molto giovane e il suo carattere non si è ancora delineato, insomma quando è più vulnerabile e fragile. Una buona socializzazione contribuisce a formare un cane equilibrato e sicuro di sé.

Un cane felice di stare nel mondo è diverso da un cane che il mondo lo subisce e lo sopporta. Un compito non facile per noi, soprattutto se siamo inesperti, alle prime armi per così dire. Aiutare un cane a trovare il suo posto nel mondo con noi non è una cosa da poco, fornendogli quella giusta miscela tra protezione e libertà di espressione che gli consentiranno di diventare un adulto forte e pieno di vita.

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Luca Spennacchio
Istruttore cinofilo CZ
Ho iniziato come volontario in un canile all’età di 13 anni. Ho studiato i principi dell’approccio cognitivo zooantropologico nel 2002; sono docente presso diverse scuole di formazione e master universitari. Sono autore di diversi saggi.
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