«Il Mastino Napoletano è un patrimonio territoriale e nazionale da far conoscere e tutelare». Così Rosa Gallo spiega a Kodami le motivazioni dietro alla costituzione dell'associazione nata per il riconoscimento del Mastino Napoletano come patrimonio dell'Unesco.
Un obiettivo importante portato avanti da Gallo in qualità di presidente insieme all'amministrazione comunale di San Sebastiano al Vesuvio, capofila del progetto, del consigliere campano Giovanni Mensorio, e con il supporto del deputato Francesco Emilio Borrelli e dello scrittore Maurizio De Giovanni.
«Quello per ottenere il riconoscimento Unesco è un percorso articolato che fa affidamento su un gran numero di enti e personalità – spiega Gallo – Uno degli scopi principali dell'associazione è proprio quello di fare conoscere questa razza meravigliosa che purtroppo è quasi dimenticata proprio in Campania, nella sua terra».
Il Mastino Napoletano è infatti un molossoide di taglia grande dalle origini molto antiche, viene infatti considerato l’erede dell’antico Mastino Romano. Secondo alcuni esperti, addirittura, i Molossi Romani sarebbero una delle evoluzioni dei “cani da guerra degli Assiri”, noti anche come Cani Mesopotamici, da cui derivano anche i grandi Mastini Tibetani, originari dell’Himalaya, e allevati dai monaci buddisti.
«Il Mastino Napoletano è un'eredità culturale e storica da riscoprire nell'interesse della collettività – aggiunge Gallo – Mi sorprende quando passeggio insieme al mio cane e le persone mi chiedono che razza sia, quando è tipica del nostro territorio. Siamo solo all'inizio, ci siamo costituiti solo da due mesi, ma speriamo di fare conoscere questa razza il più possibile attraverso incontri e attività».
Anche dal punto di vista della vita in famiglia, i cani di questa razza hanno qualità molto apprezzate dalle persone. Oltre alle abitudini da guardiano, infatti, questo grande molossoide è anche estremamente affiliativo, significa che desidera una famiglia che lo renda partecipe di tutte le attività del gruppo. Un compagno da comprendere e apprezzare e che soffre molto l’eccessivo isolamento. Proprio per questo che si sbaglia chi pensa di adottarlo per relegarlo in giardino a fare la guardia.