Le Regioni e le Province autonome italiane trasmettono ogni anno al Ministero della Salute i dati numerici sugli ingressi dei cani nei canili. L’ultimo dato registrato, a luglio 2023, ci mostra come quest’anno siano entrati rispettivamente più di 72.000 cani nei canili sanitari e più di 29.000 nei rifugi.
Queste impressionanti cifre sono ancora alimentate dall’abbandono e dalla detenzione non responsabile degli animali, in primis a causa della mancata identificazione con il microchip e a causa delle cucciolate non pianificate o non desiderate.
Ma queste migliaia di animali ospitati nei canili, come vivono?
Il cane e il canile
Probabilmente in ambito sociale è ancora ampiamente considerato "normale" che degli esseri sociali come i cani possano essere rinchiusi in strutture alienanti, mentre all’esterno la popolazione di cani continua ad essere alimentata dalle cucciolate fuori controllo e dall’acquisto indiscriminato nei negozi, presso gli allevatori (amatoriali o professionali), presso le cucciolate casalinghe o online.
Il cane, benché sia da noi stato uniformato e dequalificato a status di “miglior amico dell’uomo”, è un animale sociale molto complesso ed è molto difficile che le esigenze della specie, cui si sommano le distintive esigenze individuali, siano rispettate all’interno delle strutture dei canili.
Un cane che per sua sfortuna si allontana di casa e si trova a vagare per la via pubblica, smarrito o no, un cane che ha avuto la malasorte di capitare con l’aguzzino che lo abbandona e il cane che l’irresponsabile non ha microchippato hanno un destino in comune: il passaggio dal canile.
I canili sono ambienti estremamente variegati, ne esistono di ogni tipo. Ci sono le belle strutture, alberate e ben curate che forniscono ai cani la minima qualità della vita; esistono anche strutture desuete dove però i cani vivono bene. Ma nel mezzo ci sono tantissime sfumature.
Non dobbiamo però dimentichare che l’obiettivo di un canile dovrebbe essere quello di ospitare i cani per restituirli ai loro pet mate quando possibile o di affidarli a nuove famiglie tramite processi di adozione di successo. Nel contempo, però, i cani come passano le loro giornate?
La vita in canile
Proviamo a fare lo sforzo di immaginare una tipica giornata in canile, senza entrare nel dettaglio delle tipologie di struttura o di gestione.
La mattina inizia sempre con l’arrivo di qualcuno del personale e così inizia anche l’abbaio. Immaginiamo decine, centinaia, di cani che abbaiano in stanze spesso cementate in fila in lunghi corridoi e dove il rumore rimbomba. Nei canili il rumore può arrivare a superare i 100 decibel: possiamo quindi paragonarlo al rumore di un martello pneumatico.
L’abbaio constante prosegue per gran parte della giornata. I cani devono infatti tutti i giorni fare i conti con il giro delle pulizie, che consiste nella raccolta delle feci e nel lavaggio del suolo, spesso direttamente con la pompa. Purtroppo non tutti i canili conducono la buona pratica di far prima uscire i cani dai box. La pulizia avviene quindi in presenza dei cani, anche dei più paurosi che sono spesso messi all’angolo.
Poi, arriva il momento dell’alimentazione. Gli operatori alimentano i cani box per box, e mentre i primi box ricevono la loro razione, gli altri continuano ad abbaiare tra richiesta, frustrazione e nervosismo: le emozioni da tenere a bada in un canile sono davvero tante.
Così anche il passaggio delle persone, tra lavoratori, visitatori e volontari è una continua causa di innesco di eccitabilità ed irritazione. Spesso si discute con il cane del box accanto e spesso si mettono in atto dei comportamenti compensatori, tecnicamente definiti come “stereotipie”, ovvero comportamenti ripetitivi senza funzione apparente come girare su sé stessi, saltare sulle pareti o leccarsi e mordersi continuamente una zona del corpo.
L’attesa della passeggiata, per coloro che hanno la fortuna di farla, si riduce spesso anch’essa in agitazione. In alcuni canili il personale, a volte specializzato e rappresentato da veterinari esperti in comportamento o educatori/istruttori cinofili, si dedica ad attività per migliorare il più possibile la qualità dei vita dei cani tramite attività di calma, socializzazione, esplorazione e passeggiate di qualità. Ma sono ancora troppi i canili dove il mantenimento delle necessità basiche dei cani è l’obiettivo primario.
Dopo le routine ed in assenza di stimoli a volte si raggiunge un po' di calma, che però nella vita di questi animali che hanno un repertorio comportamentale molto ampio, è solo la facciata della noia.
Così, a fine giornata, in solitudine tutto si spegne, per ricominciare d’accapo il giorno dopo.
Perché adottare dal canile
Davanti ad un quadro drammatico di questa portata, il pensiero più comune è che la vita del canile arrechi negli animali delle ferite indelebili e profondi traumi psicologici che fanno di loro degli individui di difficile collocazione nelle famiglia.
Questo è però un mito da sfatare: i cani ci dimostrano ogni giorno come siano resilienti, di come basti dare loro una opportunità per esprimere la loro socialità e il loro desiderio di condurre una vita normale. Una vita da cani.
Auspichiamo e mettiamo in campo tutti i nostri sforzi per far sì che quanti più canili introducano buone pratiche operative e personale formato con il fine di migliorare la qualità di vita dei cani e gestire le adozioni nella maniera più efficace possibile.
Nell’attesa di questo cambiamento tanto atteso, quanti più cani che hanno il dritto di vivere una vita dignitosa possono uscire dai canili, tanto più la società dimostrerà di essere etica.