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9 Ottobre 2024
9:33

Come una piccola vespa parassitoide sta salvando dall’estinzione uno degli uccelli più minacciati del Pianeta

Una piccola vespa parassitoide sta aiutando a salvare gli ultimi fringuelli di Wilkins, la cui unica fonte di cibo su Nightingale Island è messa in pericolo da una specie invasiva di cocciniglia.

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Uno degli ultimi fringuelli di Wilkins. Foto di Peter Ryan

Nelle remote isole di Tristan da Cunha, situate quasi al centro dell'Oceano Atlantico meridionale, vive un piccolo uccello ormai a un passo dall'estinzione. Si chiama fringuello di Wilkins (Nesospiza wilkinsi) e si trova solo su Nightingale Island, dove dipende completamente dai frutti dell'unico albero autoctono presente sull'isola, Phylica arborea. Tuttavia, questa fragile dipendenza ecologica ha iniziato a vacillare improvvisamente quando, intorno al 2011, gli scienziati notarono la presenza di un visitatore non gradito: un insetto invasivo che succhia la linfa degli alberi, indebolendoli.

Questo insetto, una specie di cocciniglia (Coccus hesperidum), rilascia infatti una sostanza zuccherina che favorisce la crescita delle muffe, che danneggia irreversibilmente le piante. Gli effetti potenzialmente devastanti per l'unico habitat e fonte di cibo per il fringuello di Wilkins rischiavano di condannare definitivamente la specie, già messa a dura prova dalle violente tempeste che si abbatterono nel 2019 e che avevano distrutto buona parte della foresta. Con soli 120 individui adulti censiti nello stesso anno, la situazione era davvero critica.

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Tristan da Cunha vista dal mare

Di fronte a questa situazione disperata, la britannica Royal Society for the Protection of Birds (RSPB) e altri enti di ricerca come il Centre for Agriculture and Bioscience International (CABI), presero una scelta difficile e dall'efficacia incerta: portare sull'isola una piccola vespa parassitoide, Microterys nietneri. Questa vespa, deponendo le sue uova direttamente nel corpo delle cocciniglie, impedisce loro di crescere e riprodursi, contenendo così la popolazione. L'impresa, tuttavia, era tutt'altro che semplice.

Nel pieno delle restrizioni per la pandemia da COVID-19, le vespe furono trasportate in un'epica traversata dalla Gran Bretagna fino all'isola di Nightingale. Come ha raccontato l'entomologo Norbert Maczey del CABI, gli insetti hanno dovuto affrontare temperature rigide, quarantene forzate e una lunghissima settimana di viaggio in mare aperto. Ma nonostante le difficoltà, una piccola parte dell'esercito di vespe è riuscito a sopravvivere e così nel 2021 sono partiti finalmente i primi rilasci. E a quanto pare stanno dando i loro frutti, nonostante sia andato perduto quasi l'80% della copertura forestale dell'isola.

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A sinistra Microterys nietneri. A destra le cocciniglie da cui sono emerse le vespe dopo lo sviluppo larvale. Foto di Chris Malumphy

Una piccola percentuale di vespe è infatti sopravvissuta naturalizzandosi sull'isola, contribuendo così a tenere sotto controllo la popolazione di cocciniglie. Lo scorso febbraio, durante l'ultimo censimento, gli ornitologi hanno avvistato tra i 60 e i 90 fringuelli, numeri inferiori rispetto alle stime di qualche anno fa, ma che secondo gli esperti fanno ben sperare per la ripresa della popolazione. La foresta, anche grazie alla piantumazione di nuovi alberi, sta infatti lentamente recuperando e molto probabilmente, le piccole vespe, sono state decisive per arrestare il declino di Phylica arborea.

Visti i numeri esigui di uccelli rimasti, la strada per scongiurare l'estinzione del fringuello di Wilkins è ancora lunga, incerta e piena di ostacoli. Tuttavia, secondo David Kinchin-Smith, responsabile del progetto per i territori d'oltremare di RSPB, questa storia dimostra quanto si possa ottenere con determinazione, conoscenze ecologiche e anche un pizzico di fortuna. L'aiuto inaspettato delle piccole vespe parassitoidi potrebbe davvero aver dato a questo fringuello un'ultima chance per sfuggire all'estinzione definitiva.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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