I cuculi non godono di certo di una buona fama, vista la loro abitudine di scaricare tutte le responsabilità della cova e della cura dei piccoli su altri uccelli, quasi sempre ignari di tutto. Eppure, i cuculi africani, una specie molto simile per aspetto e abitudini al cuculo europeo, potrebbero aver trovato pane per i loro denti, o meglio per i loro becchi.
Secondo un nuovo studio recentemente pubblicato su Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences, una particolare specie di uccello, il drongo codaforcuta, è in grado di riconoscere ed eliminare quasi sempre le uova dei cuculi dal proprio nido, nonostante queste siano praticamente identiche alle sue.
Il drongo codaforcuta (Dicrurus adsimilis) è un uccello dal piumaggio nero lucido con riflessi blu metallici e dagli occhi rossi che vive nell'Africa sub-sahariana. È un piccolo uccello piuttosto bellicoso e particolarmente scaltro, che ha imparato a imitare i richiami d'allarme di altre specie per mettere in fuga altri animali per rubargli il cibo. Questi uccelli depongono uova molto colorate e piene di macchie, disegni e colori che nel corso dell'evoluzione i cuculi hanno imparato ad imitare quasi alla perfezione.
Come il cuculo comune europeo, anche quello africano (Cuculus gularis) depone infatti le uova nei nidi di altri uccelli, liberandosi così delle fatiche di dover covare e crescere il proprio piccolo, inclusi quelli dei dronghi, una delle specie preferite da questo parassita di covata. Per poter quindi ingannare i genitori "adottivi" e riuscire a camuffare il proprio uovo, i cuculi africani depongono uova quasi perfettamente identiche a quelli dei dronghi, sia per disegni che per colori, tuttavia anche questa ingegnosa strategia evolutiva non sembra più bastare.
I dronghi hanno infatti sviluppato un sorta di "firma personale" sulle proprie uova – con disegni e colori unici – per riuscire a identificare e quindi rimuovere le uova estranee. Queste firme, secondo gli autori dello studio, sono uniche per ogni individuo e consentono ai dronghi di riconoscere quasi sempre le uova estranee nel proprio nido. Per scoprirlo, i ricercatori dell'Università di Cambridge e dell'Università di Città del Capo, lavorando fianco a fianco con le comunità e gli esperti locali, sono andati in Zambia per ben quattro anni.
Per prima cosa hanno misurato e analizzato disegni e colori delle uova di entrambe le specie, confermando che sia le colorazioni che i motivi sui gusci delle uova dei cuculi erano, in media, quasi identici a quelli del drongo e che praticamente tutti i tipi di pattern venivano imitati dal parassita quasi perfettamente. Successivamente, per testare le abilità di riconoscimento del drongo, hanno simulato il comportamento del cuculo, inserendo in alcuni nidi uova deposte da altri dronghi come sostitute di quelle del parassita.
Hanno poi controllato i nidi ogni giorno, per capire se i genitori avrebbero accettato l'uovo estraneo oppure no, scoprendo che praticamente quasi sempre i dronghi riuscivano a identificare – grazie alla "firma" – l'uovo estraneo rimuovendolo dal proprio nido. Combinando poi i dati raccolti in entrambe le fasi dello studio, i ricercatori hanno quindi creato un modello previsionale in grado di calcolare, in media, quanto spesso le uova dei cuculi venissero identificate e rifiutate dai dronghi. E i risultati sono stati abbastanza clamorosi, con un tasso di rifiuto calcolato del 93,7%.
Questo significa che praticamente più di nove uova su dieci deposte dai cuculi nei nidi dei dronghi vengono riconosciute ed eliminate, una percentuale altissima che ha stupito parecchio i ricercatori, che quindi ora si chiedono come facciano questi parassiti di covata a sopravvivere con tassi riproduttivi così bassi. Secondo infatti le stime calcolate dagli esperti, nell'arco della sua intera vita (ipotizzata in otto o nove anni) un cuculo femmina potrebbe portare all'involo appena uno o due piccoli.
E considerando che i cuculi africani rimangono comunque uccelli molto comuni in questa zona dell'Africa, siamo di fronte a un vero e proprio enigma biologico. Probabilmente, sempre secondo gli autori, è possibile che i dronghi siano particolarmente bravi e che i cuculi facciano quindi visita anche ad altre specie, oppure che questa abilità nel riconoscimento sia particolarmente sviluppata solo in questa specifica area e non altrove. Ciò non toglie che nella inarestabile corsa agli armamenti evolutivi tra parassiti e ospiti, i dronghi codaforcuta hanno compiuto un notevole scatto in avanti contro il quale i cuculi, almeno per il momento e in questa parte dell'Africa, hanno davvero poche possibilità di vittoria, nonostante il loro mimetismo delle uova particolarmente accurato.