La morte di un animale domestico può essere un evento molto doloroso per chi è abituato a condividere con un compagno a quattro zampe la maggior parte della vita quotidiana. Spesso si riferisce una sensazione simile, se non uguale, a quella che si prova quando si perde una persona cara, come un parente o un amico: si tratta di un vero e proprio lutto. Proprio a causa della delicatezza dell’accadimento, non ci sono regole precise su come comportarsi né soluzioni che, se adottate, possono magicamente far svanire il dolore. Tuttavia, ci sono degli accorgimenti da poter tenere in considerazione, specialmente se il lutto coinvolge anche un bambino.
Come preparare un bambino alla morte di un animale
Un elemento essenziale in questi casi è la sincerità: non celare l’eventuale malattia dell’animale o il fatto che potrebbe morire. Una scomparsa improvvisa potrebbe risultare più traumatica di una lenta elaborazione, oltre al fatto che il bambino potrebbe percepire che c’è qualcosa che non va senza la possibilità di comprendere di cosa si tratti. Del resto, anche noi adulti spesso proviamo rabbia quando ci viene nascosta un’informazione di grande rilevanza all’interno della famiglia. Una spiegazione semplice, fatta a misura di bambino (e di quel particolare bambino) potrebbe aiutarlo a prepararsi al momento in cui l’animale non ci sarà più. Nel caso in cui, invece, l’animale sia già morto, è preferibile comunicarlo al piccolo di casa cercando di essere quanto meno bruschi. L’importante è non mentire al riguardo. Bugie del tipo “è scappato” o “ha trovato un’altra famiglia con cui stare” possono sembrare a fin di bene e si può credere di farlo per proteggere il bambino, ma spesso è più probabile che lo si faccia per sé stessi, per evitare una situazione scomoda e difficile. Queste bugie, inoltre, potrebbero suscitare nel bambino la sensazione di essere rifiutato, che deriva dal pensare che l’animale abbia preferito cambiare casa, rimanendo altrove e con qualcun altro.
Il significato che la morte di un animale ha per un bambino
Gli animali provvedono ai nostri bisogni fondamentali di affetto, vicinanza e rispecchiamento empatico e non c’è da meravigliarsi se lasciano un vuoto nel momento in cui smettono di far parte della nostra vita. Con i più piccoli, a volte, il legame è particolarmente forte, specialmente se il bambino è venuto al mondo quando l’animale faceva già parte della famiglia. Gli animali sono maestri della comunicazione non verbale e, dal momento che un neonato non ha ancora la possibilità di esprimersi attraverso il linguaggio, la relazione che può instaurarsi è molto profonda e viscerale. Non si può sapere con certezza quale significato assumerà la morte del proprio animale domestico per quel particolare bambino, ma si può affermare con una buona dose di certezza che il dolore della perdita sarà piuttosto intenso e non svanirà nel giro di pochi giorni. Per di più, la morte porta sempre con sé una certa dose di angoscia, oltre al fatto che potrebbe riattivare la sofferenza relativa a lutti passati, nel caso in cui ce ne siano stati.
Cerimonie funebri: sì o no?
Quando si tratta di persone, i riti funebri, oltre che assolvere una funzione sociale, ci aiutano a salutare il defunto per l’ultima volta. In alcuni casi, lo si fa per celebrare il momento di passaggio ad una vita ultraterrena o per onorare la memoria di quella persona. Come già detto, in queste circostanze non ci sono regole rigide da seguire, ma una “cerimonia” potrebbe aiutare ad elaborare la perdita, proprio come succede quando a morire è un essere umano. Potrebbe essere il bambino stesso a richiederlo, magari sulla base di quanto si è fatto per un nonno o per un altro parente precedentemente scomparso. In questi casi si può organizzare un piccolo rituale in cui la salma dell’animale non deve necessariamente essere presente, l’importante è che funga da occasione per un ultimo saluto o per ricordare le belle esperienze trascorse insieme.
Come rispondere alle domande dei bambini?
In queste situazioni, inoltre, si potrebbe essere inondati dalle domande del bambino su dove sia adesso l’animale, cosa faccia e se stia bene. Ad alcuni di questi interrogativi si potrebbe avere risposta, ma ad altri no. È importante rassicurare il bambino ma, qualora ci dovessimo sentire messi con le spalle al muro, non c’è niente di male a rispondere con un sincero “Non lo so”.
Cosa fare quando muore un animale domestico
Infine, non avrebbe molto senso nascondere le proprie emozioni mentre si spiega al bambino che l’animale è morto o che potrebbe morire. Un lutto è un evento che prevede un tempo per l’elaborazione e questo vale tanto per il bambino quanto per gli altri componenti della famiglia che soffrono per la perdita dell’animale. È un momento della vita caratterizzato da emozioni che possono raggiungere livelli molto elevati di intensità, qualunque esse siano, e non ha senso celarle o reprimerle. È importante, invece, creare uno spazio (fisico, ma anche mentale) in cui se ne possa parlare e in cui si possa condividere la propria sofferenza con gli altri membri della famiglia che erano legati all’animale e che si prendevano cura di lui. L’elaborazione del lutto è possibile solo se ci si dà il permesso di vivere il proprio dolore in maniera autentica.
*L'autrice è Dottoressa in Scienze e tecniche psicologiche