Capire se un delfino è maschio o femmina è molto difficile. Questo perché a differenza della maggioranza dei mammiferi terrestri, questi animali non dispongono di organi e caratteristiche sessuali esterni e proteggono i loro genitali all'interno di alcune fessure, definite talvolta erroneamente cloache, con cui nascondono il loro sesso agli osservatori umani.
Un esperto di cetacei o un biologo marino può comunque, tuttavia, comprendere il sesso di un delfino grazie ad alcune piccole differenze tipiche di queste fessure e grazie ai differenti comportamenti che assumono maschi e femmine durante la stagione degli amori. Un altro indizio comune che può inoltre essere utilizzato dai meno esperti per comprendere il sesso di un delfino è lo stato di tensione del ventre quando una femmina è incinta. Questo indizio può però essere utilizzato solamente in alcuni specifici momenti dell'anno, che coincidono con le date immediatamente precedenti al parto, e non può essere considerato un metodo valido per le femmine in menopausa o troppo giovani per avere figli. Quindi non può essere utilizzato in maniera costante.
L'unico metodo perciò considerato davvero efficiente dagli scienziati è l'analisi delle fessure genitali, di cui abbiamo parlato sopra. Esistono tuttavia delle caratteristiche che, seppur non definiscano al 100% il genere dei delfini, possono aiutare i più esperti a diminuire le probabilità di errore.
Il dimorfismo sessuale nei delfini
Prima di comprendere quali sono le differenze che si possono trovare nelle fessure genitali di questi splendidi mammiferi marini, andremo ad elencare quali possono essere le caratteristiche morfologiche che ne distinguono i sessi. Come già riferito, non sono molte, ma possono essere utili soprattutto agli esperti per contare "ad occhio" il numero di maschi e di femmine di un gruppo.
Una delle differenze principali tra i sessi che è possibile riscontrare in alcune specie di delfini è la maggiore dimensione dei maschi. Essi infatti, soprattutto nei tursiopi e nelle orche, per via degli ormoni sessuali risultano più grandi e pesanti delle femmine, che invece sono più snelle. Nelle orche inoltre un altro carattere distintivo è la pinna dorsale che nel maschio può essere lunga fino a 2 metri ed ha una forma più triangolare, mentre nelle femmine sono molto più piccole.
Alcune specie, come le stenelle, presentano delle macchie caratteristiche che permettono di distinguere i maschi dalle femmine adulte, anche se è molto difficile riuscire ad individuarle mentre i delfini nuotano ad alta velocità fra le onde. Entrambe queste differenze fisiche ovviamente si sviluppano a seguito della circolazione degli ormoni sessuali durante l'adolescenza, un fenomeno che porta inevitabilmente allo sviluppo del dimorfismo sessuale.
Con questo termine gli scienziati tendono a descrivere quelle differenza morfologiche che si possono osservare fra diversi gruppi d'individui di seguito allo sviluppo dei caratteri sessuali primari e secondari e solitamente fanno parte di quelle parti del corpo che permettono agli scienziati di capire anche quale è l'età approssimativa di un animale. Un maschio troppo giovane infatti non disporrà della grandezza e della forza di un adulto, mentre una femmina anziana apparirà molto differente da una giovane madre, proprio perché i suoi caratteri sessuali sembrano essere sciupati o ormai inattivi (il seno delle donne anziane, per esempio).
Gli organi genitali dei delfini
Il metodo migliore per capire il sesso di un delfino rimane però comunque lo studio delle sue fessure genitali, di cui presentiamo uno schema qui sopra. Entrambi i generi presentano due fenditure, una genitale ed una anale, le cui dimensioni differiscono a secondo del sesso.
Come è possibile infatti vedere dall'immagine, le femmine, dotate di utero, presentano una fessura genitale più lunga rispetto i maschi, che protegge sia l'apertura dell'ano che della vagina. Le femmine possiedono inoltre anche due piccole fenditure mammarie ai lati dell’apertura genitale, dalle quali fuoriescono i capezzoli durante l’allattamento.
I maschi invece presentano due fessure, una che protegge il pene e i testicoli e una che funge da ano, che sono perfettamente distanziate tra di loro.
A differenza inoltre di molti mammiferi terrestri, il maschio di delfino non ha dei testicoli contenuti in uno scroto. Le ghiandole sessuali maschili infatti rimangono sempre adesi alla parete addominale e sono situate dietro ai reni. Il pene invece, quando è eretto, risulta molto lungo e a secondo della specie può essere anche oltre un metro e mezzo. Di solito, viene conservato arrotolato all'interno della cavità addominale.
La vagina nelle femmine è invece costituita da una serie di pieghe, che hanno lo scopo d'impedire all’acqua di penetrare dentro l'utero durante l’accrescimento del feto. Anche le ovaie sono situate dietro ai reni, nella stessa identica posizione dei testicoli nei maschi, ma rispetto a loro sono delle ghiandole molto più grandi.
Il comportamento sessuale nei delfini
Un altro metodo che permette di identificare i maschi dalle femmine è seguire il loro comportamento. I maschi infatti sono molto più attivi, veloci e vivaci delle femmine, ma anche molto più spericolati, violenti e attaccabrighe di quanto si pensi.
I maschi possono addirittura competere per giorni interi, fra scontri fisici, duelli, gare di velocità e di danza, pur di sbarazzarsi dei rivali e conquistare una femmina.
Una delle conseguenze più spiacevoli dell'aggressività dei maschi si osserva però quando questi creano delle vere e proprie alleanze, nel tentativo di accoppiarsi forzatamente con le femmine più giovani e indifese.
L'origine evolutiva di questo comportamento è risultato un mistero per molto tempo, ma dopo essersi abituati a delle frequenti scene di violenza in alcune regioni dell'oceano, i ricercatori si sono resi conto che spesso questi accoppiamenti forzati vengono perpetuati per due specifiche ragioni.
In primo luogo inducono le femmine più giovani ritrose a restare incinte, soprattutto qualora queste non abbiano proprio intenzione di compiere i primi passi per accettare un partner. Dall'altro lato la formazione di gruppi numerosi di maschi induce una forte diminuzione della competizione maschile. Coalizzandosi, i maschi infatti ottengono tutti prima o poi la possibilità di mettere al mondo dei figli, con la conseguenza che riducono enormemente gli effetti negativi degli scontri che possono portare al ferimento o alla morte degli esemplari sconfitti.
Questo genere di violenza può essere però accettato dalle società di delfini fino ad un certo punto. Quando infatti le femmine cominciano a riportare pesanti ferite o quando ci sono sin troppi maschi per un numero ridotto di femmine, le coalizioni smettono di essere unite e i maschi cominciano nuovamente a combattere, per accedere al diritto di riprodursi.
Dal canto loro le femmine sono molto più introverse. Proprio per difendersi nei confronti delle attenzioni maschili, cercano di sfuggire ai maschi anche qualche anno dopo la fine dell'adolescenza, cercando rifugio nella famiglia, ovvero nella maggioranza dei casi fra le femmine più anziane. Quando però risultano sufficientemente grandi da poter portare in grembo un piccolo, l'unico loro mezzo di difesa nei confronti dell'aggressività maschile è la fuga.
Non sempre però i delfini hanno dei rapporti sessuali così traumatici. È stato infatti accertato che molti delfini conquistano le loro partner tramite l'offerta di regali o tramite l'invito a partecipare a delle vere e proprie orge.
In questo caso le femmine alle prime armi vengono letteralmente accompagnate ed istruite dai maschi, in modo tale che l'atto sessuale non sia traumatico. Mentre nel caso in cui la coppia decidesse di effettuare l'atto privatamente, di solito si allontanano dal resto della famiglia, con il maschio che cerca di rilassare la propria partner, sfregandogli il clitoride con il muso o l'addome.
La femmina, comunque, quando ha possibilità di scelta, riesce a identificare il maschio potenzialmente più in salute, osservando la complessità dei suoi movimenti durante gli scontri, che precedono il corteggiamento.