Le ghiandole perianali del cane, dette anche circumanali o epatoidi, si trovano lungo tutta la superficie dell'ano e non vanno confuse con i sacchi anali, che invece sono due e si trovano, guardando l'ano come fosse un orologio, ad ore 3 e 9. I sacchi anali sono gli annessi cutanei che si "infiammano" e che talora si spremono.
Sia le ghiandole perianali che i sacchi anali sono influenzati, in primis, dagli ormoni, in particolare dal testosterone (anche le femmine producono testosterone). Possono poi essere interessati da neoplasie. Altre cause che ne possono provocare l'infiammazione sono la presenza di parassiti, un'alimentazione scorretta e la presenza di allergie e dermopatie.
La pratica di svuotare i sacchi anali non è di per se errata, ma va effettuata solo se il cane soffre di sacculite e difficile svuotamento dei sacchi in modo autonomo. Il cane, infatti, attraverso la defecazione, il leccamento e lo sfregare l'ano sulle superfici provvede in modo autonomo allo svuotamento dei sacchi paranali, salvo intercorrano problemi come infezioni o infiammazioni, che ne impediscano il normale svuotamento. In questi casi, si può aiutare il cane massaggiando delicatamente la zona anale o effettuando lo svuotamento. L'applicazione di creme o antibiotici deve essere fatta solo sotto prescrizione del veterinario e dopo valutazione clinica della reale necessità.
Svuotamento dei sacchi anali
Lo svuotamento dei sacchi anali non è una procedura difficile da praticare, ma è necessario impararla, perché per farla correttamente bisogna inserire un dito nell'ano (pollice o indice) e con un altro dito, mantenuto all'esterno dell'ano, bloccare il sacco anale tra le dita e praticare una digito pressione, in modo da far fluire il contenuto del sacco verso l'esterno.
La pratica di premitura effettuata solo esternamente potrebbe non essere sufficiente a svuotare tutto il sacco anale, ma è bene ricordare che questa pratica è raccomandata solo in quei cani che hanno reale difficoltà nello svuotamento dei sacchi anali, anche perché una premitura continua della zona favorisce al contrario l'infiammazione. Se il cane ha poi un problema di infiammazione dei sacchi anali o delle ghiandole perianali, è bene indagare il problema con il veterinario in modo da risolverne la causa.
Pomate
L'utilizzo di pomate lenitive o anestetiche può, in alcuni casi, alleviare il fastidio anale che prova il cane, ma ovviamente sono solo un rimedio momentaneo e non elimineranno la causa del problema, che va sempre indagata e gestita. Per quanto riguarda l'utilizzo di pomate con antibiotico e antinfiammatorio, possono essere usate, ma solo se prescritte dal veterinario, perché potrebbero ritardare la diagnosi di eventuali patologie più gravi, come la presenza di neoplasie. Infine, l'utilizzo di olio come quello di oliva o di cocco posso essere utili per massaggiare la zona anale e favorirne, attraverso il massaggio, lo svuotamento dei sacchi.
Antibiotici e Antinfiammatori
La somministrazione per via orale di antibiotici o antinfiammatori è concessa, ma solo dietro prescrizione del veterinario che abbia effettuato una diagnosi. Senza una diagnosi e con una somministrazione senza cognizione di farmaci si agevola in primis l'antibiotico-resistenza del paziente verso quella molecola specifica, che in futuro potrebbe non essere più sufficiente a trattarlo.
Seconda cosa, non meno importante, va sempre scelta la molecola più adeguata per trattare l'affezione, coscienti che la somministrazione orale di un farmaco agirà anche su altri distretti organici come intestino (alterando il microbiota), fegato, reni, ecc. Il veterinario di solito prescrive dei farmaci ad uso orale solo in casi gravi di sacculite o nelle forme di ascessualizzazione delle stesse e cioè quando dal sacco anale ostruito nel suo fluire si è creata una fistola purulenta verso l'esterno.
Chemioterapici e immunosoppressivi
Esistono anche patologie neoplastiche che possono essere trattate con chemiotarapici e che interessano la zona anale, come quella tipica delle fistole perianali del Pastore Tedesco. È a base autoimmunitaria e può essere controllata anche mediante l'uso di pomate immunosoppressive, oltre che adeguate medicazioni.
Intervento chirurgico
L'intervento chirurgico è di solito riservato alle forme neoplastiche in cui spesso l'escissione in toto, seguita dall'esame istologico valuterà il grado ed il tipo di neoplasia e dunque l'eventuale possibilità di una approccio chemioterapico, che verrà poi valutato dall'oncologo. In rari casi di sacculite grave, recidivante e con fistolizzazione dei sacchi si può prevedere di effettuare o la rimozione dei sacchi anali o la loro marsupializzazione in modo che il drenaggio sia più agevole.