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22 Giugno 2021
8:30

Come riconoscere un gatto abbandonato e cosa fare

Incontrare un gatto per strada, che si mostri socievole o meno, non significa né che sia stato abbandonato, né che abbia bisogno di essere soccorso. Quando è il caso di intervenire a suo favore e quando possiamo assumere che sia semplicemente di passaggio? Ecco qualche linee guida per capire se un gatto ha bisogno d'aiuto e come comportarsi.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Incontrare un gatto per strada, che si mostri socievole o meno, non significa né che sia stato abbandonato, né che abbia bisogno di essere soccorso. Quando è il caso di intervenire a suo favore e quando invece possiamo assumere che sia semplicemente un abitante del quartiere? Per quanto sia difficile riassumere in un articolo come comportarsi davanti situazioni che possono essere molto variegate, qualche linee guida per riconoscere un abbandono possiamo seguirla.

Prima di parlare di gatti abbandonati, è necessario fare delle premesse.

Gatti di famiglia, di colonie, semiselvatici o abbandonati?

I gatti sono animali che girano naturalmente nei dintorni in cui vivono e si alimentano. Questa loro caratteristica etologica è anche riconosciuta e tutelata dalla Legge Quadro in materia di animali d'affezione e prevenzione del randagismo n.281/91 e vale sia che siano:

  • Gatti di famiglia, ovvero curati e alimentati dall'uomo ma con la possibilità di entrare/uscire da casa;
  • Gatti di colonie stabili, ovvero individui che vivono in libertà: possono farsi avvicinare o meno dalle persone, e parzialmente o totalmente alimentati dall'uomo;
  • Gatti semiselvatici, ovvero individui che vivono in libertà, solitari o in gruppo, non si avvicinano all'uomo e vivono di espedienti e, talvolta, di caccia.

Tutti questi gatti hanno una zona di riferimento, sempre la stessa, in cui riposano e trovano cibano, perlustrano i dintorni quotidianamente ma senza abbandonarla mai, creano e rompono relazioni sociali con altri individui (umani e non), per poi fare sistematicamente ritorno presso il proprio rifugio principale. Venire allontanati dal territorio di appartenenza costa ai gatti uno stress enorme e può essere fatto legalmente solo per gravi motivi.

Questo implica che incontrare un gatto per strada non significa né che sia stato abbandonato, né che abbia bisogno necessariamente di essere soccorso.

Come capire se un gatto è stato abbandonato

Anche la socievolezza (o meno) del gatto è un indicatore inaffidabile del fatto che sia stato abbandonato o che abbia bisogno di essere soccorso. Ci sono gatti di colonia affettuosi e socievoli come fossero nati in una casa, che vivono insieme a gatti inavvicinabili come gli ultimi dei selvatici. D'altra parte, esistono gatti di famiglia, dolci e premurosi, che all'esterno si trasformano e si nascondono alla vista di chiunque sembrando semi-selvatici, così come esistono gatti che di famiglie ne hanno contemporaneamente due o tre e interagiscono con chiunque!

Dunque è difficile distinguere a prima vita tra gatti semiselvatici, di colonia o di famiglia perché possono avere stili di vita simili e comportamenti sociali sovrapponibili. Tuttavia, un gatto che sia stato realmente abbandonato è riconoscibile dalla evidente manifestazione del suo stato di difficoltà, cosa che gatti integrati nel territorio – che si facciano avvicinare o meno – non fanno.

Se il gatto è ferito o fisicamente debilitato siamo davanti un'emergenza medica e va soccorso senza indugi. Se, pur non presentando ferite esterne, il pelo è malconcio e sporco, il micio sembra inquieto, smagrito, questuante, miagola con toni acuti e in crescendo, ricerca insistentemente il contatto visivo, appare affamato e con la tendenza disorganizzata a seguirci, possiamo farci venire il dubbio che sia in difficoltà.

Cosa fare quando si trova un gatto randagio?

L'ottica dell'intervento dovrebbe sempre essere quella di fornire soccorso sul posto, proprio perché stabilire al 100% che il gatto sia effettivamente abbandonato lascia molte incertezze. In questa maniera, inoltre, si resta in linea con la legge italiana che vieta lo spostamento arbitrario di un gatto dal suo territorio abituale.

Cure immediate

Se sembra affamato possiamo offrirgli del cibo sul posto e vedere come reagisce. Se dopo il pasto si pulisce e si allontana serenamente, evidentemente vive nei dintorni e può valere la pena monitorare la zona per un po', con l'idea di approntare un nuovo punto di ristoro, se la situazione si ripetesse. Se resta accanto e l'inquietudine non si placa potreste in effetti essere in presenza di un gatto disorientato e che ha bisogno di un supporto in più.

Cure a medio e lungo termine

Anche in questo caso è sempre meglio risolvere il problema in loco, almeno in prima istanza: prima di affidarlo ad enti o gattili che sono già oberati di presenze, bisogna escludere che si tratti di uno smarrimento accidentale, per cui si può approntare un'area per l'alimentazione e un rifugio temporanei per poi cercare di rintracciare gli eventuali caregiver oppure i referenti di colonia nei dintorni, estendendo le ricerche al quartiere e a quelli limitrofi. Il volantinaggio, in questi casi, è lo strumento d'elezione.

Nel frattempo, il gatto andrà monitorato per qualche tempo: se, malgrado l'assistenza, le sue condizioni generali dovessero peggiorare, andrà valutato l'affidamento ad ente preposto.

Gatto sano e di buon aspetto

Se il gatto non è ferito né debilitato, è normopeso (o addirittura pasciuto) e il suo mantello è ben tenuto, sia che si faccia avvicinare sia che resti a distanza, possiamo assumere con una certa serenità che si tratta di un gatto seguito e integrato nel territorio e che non abbia bisogno di nessun tipo di intervento da parte nostra.

Perché imparare a riconoscere i gatti in difficoltà

Imparare a riconoscere quando un gatto ha davvero bisogno di soccorso è fondamentale per canalizzare efficacemente il dispendio di sforzi e risorse nel sostegno della popolazione felina: solo distinguendo quando e chi ha davvero bisogno di aiuto si può evitare di sprecare energie in termini di persone, di ospitalità e di denaro in situazioni che non lo necessitano (andando a volte a compromettere il benessere dei gatti) e si può investirle in quelle che veramente lo richiedono.

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Sonia Campa
Consulente per la relazione uomo-gatto
Sono diplomata al Master in Etologia degli Animali d'Affezione dell'Università di Pisa, educatrice ed istruttrice cinofila formata in SIUA. Lavoro come consulente della relazione uomo-gatto e uomo-cane con un approccio relazionale e sono autrice del libro "L'insostenibile tenerezza del gatto".
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