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26 Gennaio 2023
9:20

Come riconoscere i cuccioli provenienti dal traffico dell’Est Europa e perché non adottarli

Il traffico illegale di cuccioli provenienti dall'Est Europa è un giro d'affari milionario. Scopriamo gli indizi che possono evitare di farci cadere nelle trappole di questa crudele tratta di esseri viventi.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
cucciolo

Il traffico illegale di cuccioli provenienti dall’Est Europa è un giro d'affari milionario gestito da associazioni criminali internazionali. Un mercato paragonabile a quello delle droghe e delle armi che, ogni anno, coinvolge oltre 46 mila cani e altrettante famiglie che, inconsapevoli, scelgono di acquistare questi cuccioli senza conoscerne l'origine e lo stato di salute psicofisica.

Partono principalmente da Romania, Slovacchia, Ungheria e Bulgaria per raggiungere tutta la Penisola e, in alcuni casi, vengono adottati anche in altri paesi dell'Europa Occidentale. Prima di arrivare nelle famiglie viaggiano in condizioni precarie, affetti da parvovirosi o gastroenteriti, stipati in camion, furgoni o auto per ore o addirittura giorni, costretti a restare all'interno di gabbie sovraffollate senza accesso a cibo, acqua e aria fresca.

Provengono dalle cosiddette Puppy Farm, ovvero dei veri e propri allevamenti intensivi di cani che vivono in condizioni di degrado assoluto, spesso all'interno di gabbie dalle quali raramente escono.

La maggior parte dei cuccioli che intraprendono il viaggio sono ancora molto giovani e, spesso, prima di partire non sono stati completamente svezzati dalle madri, esse stesse vittime di un mercato interessato all'aspetto commerciale di queste vite.

Per evitare di contribuire ad arricchire il crudele commercio illecito di esseri viventi è importante imparare a riconoscere gli indizi e capire come sospettare in anticipo che ci si sta rivolgendo a questi trafficanti senza scrupoli.

Proviamo quindi a scoprire alcuni dettagli di questo mondo e i motivi per cui, quando si prende l'importante decisione di adottare un cane, è certamente meglio rivolgersi al canile locale o a un'associazione rescue che assicuri di lavorare tutelando il benessere dei cani.

Come riconoscere i cani provenienti dall'Est Europa

I cuccioli che provengono dall'Est Europa vengono spesso proposti su annunci online, attraverso siti specializzati nella vendita di oggetti oppure sui social, dove vengono pubblicate immagini di cani molto piccoli, definiti quasi sempre come "cuccioli di razza".

Il primo campanello d'allarme dovrebbe suonare proprio qui, perché i prezzi dei cani provenienti dall'Est Europa alcune volte sono molto più bassi rispetto a quelli offerti dagli allevatori professionali, i quali devono invece soddisfare complessi standard di qualità per offrire una vita sana ai cuccioli e anche ai loro genitori. La questione del prezzo, però, varia molto in base alle situazioni perché in alcuni casi per un cane proveniente dall'Est Europa si può arrivare a pagare anche più di mille euro (sempre senza la certificazione del pedigree).

Quando si prendono i primi contatti con i numeri indicati nell'annuncio, inoltre, si scopre spesso che, sebbene vengano definiti come cani di razza, di fatto non sono in possesso di pedigree. Questo dettaglio, che talvolta viene sottovalutato, rappresenta però un importante elemento di tutela per il futuro pet mate. Il pedigree, infatti, offre una tracciabilità dell'allevatore e, di conseguenza, una sorta di garanzia riguardo gli standard di salute e tutela dei cuccioli.

I cani che raggiungono il nostro paese in questo modo, inoltre, spesso sono davvero troppo giovani per essere adottati. Per poter velocizzare il mercato e andare incontro alle richieste delle famiglie vengono allontanati dalla madre molto presto.

Questo particolare elemento rappresenta un ulteriore rischio per il benessere psicofisico dei cuccioli, i quali potrebbero sviluppare gravi disturbi dell'apprendimento, ansie da separazione o sindromi dovute al distacco. Le precarie condizioni di vita dei primi giorni successivi alla nascita, inoltre, potrebbero portarli a sviluppare i sintomi dati dalla deprivazione sensoriale e sociale.

Per ridurre il rischio di incappare in questa situazione, è quindi estremamente importante ricevere quante più informazioni possibili già durante la prima telefonata senza scordare che, generalmente, chi alleva in maniera responsabile ed attenta al benessere dei cani non dispone di cuccioli appartenenti a molte razze diverse.

Un allevamento professionale, infine, non ha sempre cuccioli a disposizione perché presta attenzione alla salute delle madri e le gravidanze avvengono solo nei momenti opportuni. Un ulteriore indizio quindi per smascherare i commercianti illegali di cuccioli è l'attitudine, piuttosto diffusa, di affermare che gli animali saranno adottabili nel giro di una settimana o massimo dieci giorni, ovvero il tempo sufficiente per farli arrivare a destinazione.

Perché non bisogna acquistare un cane proveniente dal traffico di cuccioli

Il traffico internazionale di cani provenienti dalle Puppy Farm è una pratica che va fermamente condannata ed è quindi importante ricordare che l'acquisto attraverso questi canali rappresenta un'illecito e favorisce, inoltre, un mercato criminale che sfrutta non solo i cuccioli ma anche le fattrici, obbligate a partorire costantemente nuove cucciolate in ambienti dove la salute degli animali non viene proprio considerata.

La mancanza di cure e attenzioni necessarie durante le prime settimane di vita e i viaggi in condizioni disastrose, come abbiamo visto, rischiano inoltre di causare gravi danni alla salute psicofisica degli animali. Effetti che si protrarranno anche nell'età adulta, comportando enormi fatiche e spese per le famiglie adottanti.

Scegliere il proprio futuro compagno di avventure e affrontare la decisione di accogliere nella propria vita un cane non può essere una valutazione svolta sulla base del risparmio economico o sulla fretta di ottenerlo immediatamente.

Piuttosto che cedere a questi annunci e favorire chi specula crudelmente sulla vita degli animali è quindi certamente meglio rivolgersi al canile della propria zona, lasciarsi consigliare da un educatore cinofilo della struttura e accogliere in famiglia un cane che, altrimenti, avrebbe trascorso la propria vita all'interno di un box.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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