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27 Dicembre 2022
14:15

Come Polar Express racconta il declino delle mandrie di caribù negli Stati Uniti

Possibile che esistano mandrie di caribù così grandi in Nord America come quella rappresentata nel film Polar Express? Sì, purtroppo però non se ne vedono più da molti anni.

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Il macchinista imperlato di sudore guarda la distesa di caribù davanti a lui nella notte gelida: «Questa mandria sarà di almeno 100 mila animali – esclama – Forse anche un milione! Ci vorranno ore prima che si levino dalle rotaie». Questa è una nota scena di uno dei più grandi classici di Natale di tutti i tempi, Polar Express, film d'animazione del 2004 diretto da Robert Zemeckis andato in onda su Italia 1 il 26 dicembre.

Per quanto la storia si caratterizza per una narrazione che danza su note di fantasia, non c'è bambino che, guardando questa scena, non si sia chiesto: le mandrie di caribù possono essere veramente così grandi? La risposta è sì, ma la grande mandria rappresentata poteva raggiungere numeri del genere negli Stati Uniti solo negli anni in cui il film è stato prodotto, oggi non è più così.

Quello che vediamo nel film è un macchinista del Polar Express agitato e senza dubbio osservando l'enorme mandria di ungulati che si staglia davanti ai suoi occhi, preso dal panico, potrebbe aver gonfiato un po' i numeri. Nella scena, infatti, i personaggi ragionano tranquillamente su come trovare una soluzione per oltrepassare gli animali, ma questa è solo una calma apparente, hanno fretta e il tempo scorre inesorabile: devono arrivare da Babbo Natale prima che termini la notte di Natale.

Per oltrepassare la mandria la soluzione del protagonista, un bambino in pigiama e vestaglietta che non ha mai creduto a Babbo Natale, è piuttosto eccentrica. Il bambino sembra non patire il gelo dell'Artico, si trova alla testa del treno insieme agli altri personaggi e si avvicina a uno dei macchinisti con una lunga barba rossa incastrato nella parte frontale del primo vagone. Senza timore si appende con tutta la forza ai peli del poveretto nel tentativo maldestro di liberarlo e l'uomo, giustamente, urla di dolore spaventando gli animali che sgombrano il passaggio.

Che differenza c'è fra renna e caribù?

Dunque, il treno inizia timidamente a riprendere il suo corso mentre gli animali si dividono per lasciar passare il grande mezzo. La mente di un bambino che guarda il film, o un adulto piuttosto curioso, non è ma in quiete ed è sempre piena di domande. Quindi, proprio quando il macchinista vede per la prima volta uno di questi mammiferi e li chiama caribù, il cervello del bambino si attiva immediatamente e pensa: che cos'è un caribù?

Fra renne e caribù, in realtà, la differenza è solo linguistica. Infatti, la renna (Rangifer tarandus) è un cervide che vive nella fredda tundra e nella taiga intorno al circolo polare artico. Se ne conoscono almeno dodici sottospecie diverse, distribuite tra Europa, Asia e Nord America, che differiscono tra loro per taglia, manto e comportamento. Si possono però distinguere due gruppi principali: le renne vere e proprie, conosciute così in Eurasia, e i caribù, come invece vengono chiamate in America. Spesso si fa confusione tra questi due nomi e si è portati a credere che siano due animali distinti, in realtà renne e caribù sono la stessa specie che semplicemente viene chiamata localmente in modi differenti.

Le renne hanno una caratteristica unica tra tutti i cervi: sia i maschi che le femmine sono dotati di palchi, quelle che spesso vengono erroneamente chiamate corna. In tutte le altre specie di cervidi questa è una peculiarità esclusiva dei maschi. I palchi hanno diverse funzioni adattive non ancora del tutto chiarite ma tra queste sicuramente ci sono la manifestazione di dominanza e l'utilizzo come arma nei combattimenti ritualizzati tra maschi e, nelle renne, quella di utile strumento per scavare nella neve alla ricerca di cibo. Anche nelle renne i palchi cadono per poi ricrescere ogni anno, ma i tempi di caduta e ricrescita sono diversi tra i sessi. Peraltro, quelli delle renne sono i più grandi tra tutti i cervi in rapporto alle dimensione del corpo.

Perché le gigantesche mandrie di caribù stanno sparendo

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In un film americano, dunque, è normale che gli animali vengano chiamati in questo modo, ma la domanda principale permane ancora e guardando per la prima volta le immagini proposte dalla pellicola è naturale chiedersi se è veramente possibile vedere tutti questi animali insieme.

Innanzitutto, le popolazioni di renne contano in effetti molti individui, ma sono in calo. Ad esempio, la sottospecie Rangifer tarandus tarandus in Norvegia conta 25.000 individui soprattutto nel Parco nazionale Hardangervidda. In Russia, invece, ad oggi esistono 19 mandrie di renne della tundra siberiana (R. t. sibiricus) per un totale di circa 940.000 animali, la più grande mandria di renne selvatiche del mondo. Dagli studiosi questa viene definita una metapopolazione, ovvero un insieme composto da diverse sottopopolazioni ognuna con la sua diversa via di migrazione.

Partendo dal Nord America e viaggiando verso il Polo Nord, però, verosimilmente i nostri protagonisti hanno incontrato caribù statunitensi o appartenenti a quella che un tempo era la seconda mandria più grande del mondo: quella di caribù del Labrador (R. t. caboti) in Canada. Sebbene prima si contassero oltre 300.000 individui, infatti, a gennaio 2018 gli animali stimati dalla Canadian Broadcasting Corporation erano meno di 9.000.

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Ecco come partendo da un film ci si scontra con la dura realtà. Senza dubbio è possibile che una mandria di migliaia di individui possa stare insieme nello stesso posto in questo modo, ma solo nel Canada del 2004, l'anno in cui è stato distribuito il film. Oggi mandrie così grandi esistono solo in Norvegia e Russia, mentre negli Stati Uniti e in altri territori del Nord America sono completamente scomparsi o ormai considerati funzionalmente estinti, ovvero sono talmente pochi da non riuscire più a svolgere correttamente il loro ruolo ecologico.

Nel 2018 l'ultimo individuo rimasto negli USA fu portato in un centro di riabilitazione della fauna selvatica in Canada eliminando completamente la presenza di questi animali negli Stati Uniti. Dunque, il Comitato per lo status della fauna selvatica minacciata di estinzione in Canada (COSEWIC) ha classificato la popolazione delle montagne meridionali (R. a. montanus), quella delle montagne centrali (R. a. fortidens) e la popolazione delle montagne settentrionali (R. a. osborni) come minacciate, iniziando diversi programmi di conservazione che purtroppo ad oggi non stanno dando molti frutti.

Una recente indagine, infatti, afferma che nonostante il declino di queste popolazioni sia ormai ben documentato e, in alcuni casi anche stabilizzato, comunque la ripresa è estremamente lenta. I tempi cambiano, le popolazioni di animali scompaiono e opere audiovisive proprio come Polar Express possono fotografare situazioni di un tempo passato che ora ci sembrano bizzarre. Ecco dunque, cos'è realmente ciò che mostriamo ai bambini facendo vedere questo film: non una favola di Natale, ma una realtà che ormai non esiste più.

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