Nel 2016 pubblicavo il mio libro CANILE 3.0, nel quale si parla essenzialmente del canile e di quale ruolo dovrebbe avere nella nostra società. Sono dell’idea che il porsi delle domande sia qualcosa di essenziale quando si vuole affrontare un qualsiasi tema, e così, per affrontare la complessa realtà dei canili italiani, in quel libro, iniziavo proprio dal pormi semplici domande che, a mio avviso, stanno a monte della questione.
Le mie riflessioni partivano dalla considerazione che i canili italiani sono stracolmi di cani la maggior parte dei quali provenienti da famiglie che un giorno hanno deciso di comprarne uno (o adottarne uno) e poi, trascorso del tempo, hanno deciso di abbandonarlo. Riflettendo sulla questione mi sono trovato di fronte ad una domanda, che all’apparenza pare essere molto banale, ma la cui risposta, sempre che si riesca a dare, non è poi così semplice, se si vuole andare un po’ a fondo della questione: “Perché hai un cane?”
Ho constatato che pochi di noi, affezionati compagni di un quattrozampe, si sono mai posti una domanda del genere. Credo che una delle ragioni sia che il cane è qualcosa di scontato, insomma: “Non c’è nulla di strano nell’avere nella propria famiglia un rappresentante di questa specie, tanto comune, no?”. Eppure credo che non sia così per tutti e che potrebbe essere utile mettersi alla prova. Diciamo che le domande, soprattutto quelle apparentemente semplici, sono come il primo passo di un viaggio, di una ricerca, che non si sa bene dove ci potrà portare. Quindi, se vi aggrada, proviamo a vedere dove andiamo a finire ponendoci un interrogativo del genere.
Il cane, perché vivere con un competitore alimentare
Poniamo il caso di essere a spasso con il nostro cane e di incontrare, come spesso capita, una persona che proprio non capisce come noi si possa veramente aver scelto di vivere con un altro essere vivente. Ci potrebbe esporre una serie di ragioni per cui lui, o lei, non lo farebbero mai. Cosa ci direbbe? E quante volte avete sentito frasi di questo tipo: “Un cane costa sia dal punto di vista dell’impegno che da quello economico. I vaccini, gli interventi, le visite di controllo dal veterinario… Dargli il cibo, le cure, occuparsi di lui… La vita di chi ha un cane è limitata nelle sue possibilità, proprio perché avere un cane – e curarlo come si deve – influenza grandemente le scelte delle persone. Arrivi a casa stanco dopo una giornata di lavoro e devi portarlo fuori a fare i suoi bisogni. Addirittura le tue sacrosante e meritate ferie estive diventano un problema: in un sacco di posti non ci puoi andare con il cane, e se lo vuoi lasciare in una pensione per cani ti costerà più delle vacanze, o poco ci manca…”. Poi potrebbe, per esempio, aggiungere: “Perché tenersi in casa quello che è un competitore alimentare, che poi, se si crea anche un legame affettivo, ad un certo punto invecchia e muore, e si soffre pure… Non capisco proprio il perché crearsi tutti questi problemi. A che pro?”.
A questo punto cosa rispondere? I più potrebbero addurre che il cane svolge una funzione utile, snocciolare una sfilza di motivi che dovrebbero giustificare tutto questo impegno e queste energie. Frasi come: “Il mio cane fa la guardia!”, oppure, “Mi tiene compagnia!”, eccetera. Ma naturalmente una risposta del genere potrebbe risultare ai più alquanto riduttiva, insufficiente. Ovviamente non teniamo nemmeno in conto risposte come: “Vivo con un cane perché… sì!” non è certo una risposta. Inoltre dire che si vuole bene al nostro cane non dice nulla del perché lo si sia preso con noi. Voler bene a qualcuno è un effetto della relazione: non si può voler bene a qualcuno prima di conoscerlo. Il legame sentimentale nasce poi. Naturalmente ci sono persone che hanno conosciuto un cane, sono diventati amici e solo dopo, quando il legame affettivo è nato, decidono di vivere insieme. Ma sono casi isolati. Diciamo che per la maggior parte delle famiglie le cose non vanno così. Ci si reca da un allevatore, o – ahimè – in un negozio di animali, o meglio in un canile, e si compra/adotta un cucciolo. Perché?
Ebbene, proveremo a riflettere su questa domanda, ma cercando di evitare i casi specifici. Tenteremo di esplorare l’origine di questo particolarissimo legame tra due specie, così diverse tra loro, che dura da molte migliaia di anni: almeno da 40 mila. Mica bruscolini… E scopriremo che c’è di più oltre alla “compagnia”, alla “guardia” e cose simili.