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7 Maggio 2022
9:00

Come insegnare al gatto a usare il tiragraffi

Il tiragraffi è uno strumento molto utile per permettere al gatto di affilare le unghie, senza graffiare i mobili. A volte, però, i mici non vogliono saperne di usare il tiragraffi. Cosa fare in questi casi?

Membro del comitato scientifico di Kodami
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Come insegnare al gatto a usare il tiragraffi, evitando che utilizzi i mobili di casa per affilare le unghie? In realtà, i gatti non hanno bisogno che qualcuno (me che meno un essere umano) insegni loro ad usare un tiragraffi. Tuttavia, se mal collocato o mal scelto, questo strumento potrebbe non riuscire a suscitare l’interesse del gatto e, quindi a salvare il nostro mobilio.

Si può insegnare ad un uccello come sfruttare le correnti d’aria per volare? Non direi, un uccello lo sa, è nel suo codice genetico. Magari avrà bisogno di un minimo periodo di apprendistato ma un uccello semplicemente lo fa, dal momento in cui lascia il nido e apre le ali per spiccare il suo primo volo.

Analogamente, ai gatti non va insegnato a graffiare. Nè tanto meno va insegnato dove graffiare. I gatti, semplicemente, lo fanno. E lo fanno perché è nella loro genetica. È cioè un comportamento che si è andato consolidando nel corso dei millenni e ha assunto una certa struttura ed omogeneità perché si è rivelato funzionale alla sopravvivenza di generazioni e generazioni di gatti.

Dietro una graffiatura, quindi, c’è un intero universo! Il gatto, infatti, graffia per tenere affilati i suoi preziosi uncini ma lo fa anche per ragioni comunicative e dimostrative, per gestire meglio il suo territorio e dichiarare a chiunque si aggiri nei dintorni che “qui ci sono io!”. Di solito appone i suoi segni sulle cortecce degli alberi o su qualunque superficie porosa, purché collocati nei punti di passaggio del suo territorio, in posizioni vistose, chiare ed inequivocabili, e lo fa rinnovando le graffiature quotidianamente.

Cos’è il tiragraffi?

Quando parliamo di tiragraffi stiamo allora parlando del surrogato casalingo di un albero, inventato dall’uomo per dare la possibilità ai gatti di manifestare un comportamento innato, ovvero insopprimibile.

In commercio esiste una incredibile varietà di tiragraffi. Potremmo farne una prima distinzione in verticali e orizzontali, a seconda della disposizione delle superfici graffiabili. I primi, realizzati spesso in un un mix di sisal e tessuto, si sviluppano in genere a partire da una base di due o tre pali i quali sorreggono un numero variabile di ripiani che il gatto può scalare, alternandoli ad amache sospese, tane o scalette. I secondi sono tipicamente in cartone o sisal e consentono al gatto di praticare delle graffiature orizzontali.

Il tiragraffi consente di graffiare e affilare le unghie ma anche di riposare, di controllare il territorio, di giocare e di arrampicare facendo un minimo di attività fisica. Inizialmente, però, fu pensato solo come uno strumento in grado di spostare le graffiature dai mobili di casa a qualcosa di più dedicato.

Cosa fare se il gatto non usa il tiragraffi

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Tuttavia, non è infrequente che un gatto graffi i mobili malgrado la presenza del tiragraffi in casa o, addirittura, che non utilizzi affatto questo strumento. Come spesso accade quando si parla di gatti, anche in questo caso non si tratta di capire “come insegnargli a fare la cosa giusta”: il gatto fa già la “cosa giusta” (fa ciò che la sua storia genetica gli suggerisce da millenni), si tratta di capire come rendere attraente il tiragraffi in modo che possa farla compatibilmente col nostro desiderio di conservare il mobilio.

Per essere d’aiuto, il tiragraffi deve essere di grandezza compatibile con quella del gatto. Non ci si può stupire che un adulto di 5-6kg non trovi alcuna soddisfazione ad affilarsi le unghie ad un palo lungo 50cm. Il tiragraffi deve essere grande, arrampicabile, deve gratificare il bisogno di muoversi, di scalare e di graffiare del micio.

La struttura dovrà essere stabile, senza oscillazioni o altre vaghezze. I gatti amano lasciarsi andare mentre graffiano, senza doversi “trattenere” per il rischio che la superficie crolli loro addosso.

Infine, il tiragraffi deve essere posizionato in punti di passaggio, aree frequentate, posti visibili e ben raggiungibili. Se non assolveremo a questa indicazione, il gatto sceglierà serenamente un altro posto dove apporre le sue graffiature perché per lui quello che conta è collocarle nel posto giusto, non sull’oggetto adatto. È l’oggetto, dunque, che deve trovarsi nel posto giusto mentre noi tendiamo a ragionare all’inverso: ci aspettiamo che, siccome il tiragraffi dovrebbe assolvere alla funzione di grattatoio, allora possiamo piazzarlo dove ci pare e starà poi al gatto raggiungerlo per usarlo nel modo corretto.

Ma i gatti, ahinoi, non ragionano affatto così.

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Sonia Campa
Consulente per la relazione uomo-gatto
Sono diplomata al Master in Etologia degli Animali d'Affezione dell'Università di Pisa, educatrice ed istruttrice cinofila formata in SIUA. Lavoro come consulente della relazione uomo-gatto e uomo-cane con un approccio relazionale e sono autrice del libro "L'insostenibile tenerezza del gatto".
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