I cuccioli mordono per diverse ragioni naturali e comprensibili. Durante la fase di crescita, i morsi possono essere un modo per esplorare l’ambiente circostante, giocare e alleviare il fastidio dovuto alla dentizione. Tuttavia, è importante educare i cuccioli a non mordere in modo inappropriato, sia per evitare danni fisici che per promuovere una convivenza serena con i loro compagni umani.
Insegnare a un cucciolo a non mordere passa attraverso diverse fasi che partono dalla cosiddetta "inibizione al morso" in un percorso di relazione in cui escludere inutili sgridate o punizioni ma che passa attraverso insegnargli ad orientare le proprie pulsioni predatorie su oggetti appropriati come appositi giocattoli per cuccioli, ma senza esagerare.
L’inibizione del morso
L’inibizione del morso è un concetto fondamentale nell’educazione e nel corretto sviluppo equilibrato del cucciolo e avviene in periodo assai precoce. A tre settimane di vita i piccoli cominciano a sperimentare lo stringere con la bocca attraverso la contrazione del complesso sistema di muscoli masticatori che sono ancora immaturi da un punto di vista funzionale e di cui i cuccioli hanno uno scarso controllo e consapevolezza.
Ciò prepara i piccoli al passaggio da una dieta prevalentemente liquida (il nutriente latte materno che implica la suzione, abilità motoria dei muscoli facciali che perdono presto) ad una dieta via via sempre più consistente (svezzamento, che richiederà il complesso processo di masticazione).
Ecco che in questa importante fase sarà la madre a farsi carico di indirizzare lo sviluppo del cucciolo che deve gradualmente acquisire consapevolezza e capacità nell’uso della bocca, strumento fondamentale per la sopravvivenza soprattutto quando si parla di un predatore a cui è richiesta dalla natura una certa destrezza e accortezza nel suo utilizzo. L'uso della bocca, infatti, sarà al centro di molte delle attività fondamentali del cucciolo: oltre che per il nutrimento sarà utilizzata per il gioco, l’interazione sociale, la difesa di sé e dei suoi compagni e anche nella comunicazione.
Il processo che prende il nome di “inibizione del morso” ha dunque a che fare con il training del cucciolo alla scoperta delle mille funzionalità di questo importante strumento che è la bocca ed è un viatico per la presa di coscienza anche per quanto concerne l’empatia nei confronti dell’altro.
E' quindi la madre che, nelle prime settimane di vita, si preoccupa di dosare i suoi esperimenti di utilizzo della bocca fino alle 8 settimane circa. Un buon lavoro da parte della madre è qualcosa di difficilmente surrogabile, quindi è importante considerare che, solitamente, sarà l’allevatore a dover monitorare che tutto avvenga nel modo migliore, consapevole del fatto che altrimenti il cucciolo potrebbe sviluppare delle problematiche legate all’autocontrollo, alla consapevolezza del sé e del peso delle sue azioni nei confronti degli altri, soprattutto nella giovane età e nel periodo dell’adolescenza.
Dunque, la madre svolge un ruolo essenziale: durante l’allattamento e le interazioni quotidiane se un cucciolo morde troppo forte, la madre può reagire emettendo un ringhio o allontanandosi. Di fatto interrompe bruscamente l’interazione con il cucciolo che sperimenta così un feedback negativo, fatto che diverrà sempre più esplicito e comprensibile per lui. Questo segnale della madre insegna, per esempio, al cucciolo a dosare la forza del suo morso al fine di non causarle dolore e il suo conseguente allontanamento.
I cuccioli imparano l’inibizione del morso anche interagendo con i loro fratelli di cucciolata. Se un cucciolo morde troppo forte lasciandosi prendere dall’entusiasmo, l’altro emetterà un gemito e interromperà il gioco, cosa sgradita, un altro feedback negativo, come sopra. Ma anche qui l’intervento della madre sarà cruciale: interverrà per separare i piccoli ed evitare una escalation emozionale che potrebbe portarli a farsi seriamente male.
La madre potrebbe quindi spingere via il cucciolo più irruente, frapporsi fisicamente per interrompere l’interazione, emettere un ringhio di rimprovero, alle volte anche un secco abbaio, e quando il cucciolo si lascia troppo prendere “la mano” ancora incapace di rispondere correttamente, potrebbe arrivare ad afferrare il piccolo con la bocca per tenerlo fermo, di fatto immobilizzandolo, dimostrando così anche una enorme abilità e sensibilità nell’uso dello strumento più pericoloso del quale è dotata – ossia i denti di un predatore – sulla cosa più preziosa e delicata che c’è – ossia un suo cucciolo. Questo, se non altro, ci dice quanto sia importante tutto ciò. Questo processo non è affatto facile da replicare per noi esseri umani, in primis per una questione anatomica, ma anche per il tempismo e la capacità di dosare l’intervento, che non sia troppo inibitorio né che lo sia troppo poco.
Quando il cucciolo arriva nella nuova casa, solitamente intorno alle 8/10 settimane, la nuova famiglia di esseri umani dovrà prendersi carico di raffinare e sviluppare ulteriormente questa abilità in modo equilibrato, sempre se non ci sono stati dei deficit rilevanti nel periodo precedente.
Non sgridarlo o punirlo quando morde
Pur avendo vissuto l'esperienza con la madre e i fratelli, il nostro piccolo avrà comunque la propensione a mordicchiare soprattutto perché a quell’età, lo ricordiamo, è vittima di un fastidioso prurito alle gengive ma anche perché si trova in un mondo relativamente nuovo, circondato da “estranei”. E uno dei modi che ha per esplorare e conoscere è proprio quello di usare la bocca. Un po’ come la fase orale nei piccoli umani che dura dai 3/4 mesi ai due anni ed è un periodo anche per noi molto importante sia per lo sviluppo cognitivo che motorio. Ecco che quindi il cucciolo tenderà ad “assaggiare” di tutto sia per lenire il fastidio che per conoscere e acquisire informazioni.
Però per quanto concerne il mordere i compagni umani, alcuni cuccioli possono esagerare e non rendersi conto di farci del male, soprattutto perché hanno degli spilli in bocca e perché la nostra pelle è assai più sensibile e facile a danneggiarsi rispetto a quella di un cane. Rimproverare un cucciolo per questo ha però poco senso e tanto meno lo ha usare la punizione positiva. Quindi, per fare un esempio, “sculacciarlo” non sarà molto utile per aiutarlo a comprendere e a sviluppare maggior attenzione nel gestire questo comportamento.
Potremmo invece adottare, o meglio, richiamare, il lavoro che già era stato iniziato dalla madre e dai fratellini di cucciolata. Vedremo che ci sono alcune accortezze che possono essere utili sia per lenire il suo fastidio che per prevenire uno sviluppo squilibrato dell’uso del morso.
Correggere il cucciolo che morde
Educare questo comportamento ad un corretto sviluppo potrebbe non essere tanto intuitivo e vanno tenute in considerazione alcune cose assai importanti. Prima di tutto giocare con un cucciolo non significa per forza indurlo a morderci, soprattutto le mani che troppo spesso le persone usano come svolazzanti target di predazione.
È molto più astuto insegnare ad un cucciolo ad orientare le proprie pulsioni predatorie su oggetti appropriati, come appositi giocattoli per cuccioli, ma senza esagerare. Dobbiamo essere noi delle buone guide per lui, quindi possiamo certamente giocare ma evitiamo di instigare livelli di eccitazione esagerati.
Ricordiamoci che la madre si è prodigata nell’interrompere il gioco troppo “manesco” dei figli proprio in onere del fatto che picchi eccitatori troppo elevati, soprattutto a quell’età così immatura, sono poi difficili da gestire ed è facile farsi del male. Non possiamo pretendere che un piccolo di pochi mesi prima venga sovreccitato con gridolini e “svolazzamento” di mani, e poi, appena affonda i suoi dentini nella nostra tenera pelle. Ecco che poi lo sgridiamo e lui, così immaturo, non può avere l’autocontrollo che difficilmente avrebbe persino un adulto. Proviamo a sviluppare dunque prima noi capacità di autocontrollo e magari riusciremo a trasmetterla poi anche al nostro piccolo.
Detto questo, se comunque il nostro cucciolo si mostra insistente, nonostante le nostre accortezze, ecco che potremmo fare proprio quello che faceva la madre, ovvero dare dei feedback al suo comportamento che gli consentano di valutare gli effetti delle sue stesse azioni. Per esempio, quando il cucciolo esagera possiamo emettere una sorta di breve guaito, un gemito, insomma un segnale che indica che stiamo provando dolore, e nel contempo sottrarci all’interazione per poi riprenderla appena il cucciolo sarà più tranquillo, sempre in modo adeguato. Ricordiamoci: non dobbiamo essere noi stessi ad innescare picchi eccitatori con gesti rapidi e urla stimolanti.
È meglio che le mani rappresentino sempre qualcosa che ha a che fare con le cure parentali, con l’accudimento, per esempio cose come coccole rilassanti e alimentazione (dare un premietto al piccolo) e non siano target predatori, come già detto.
Se siamo coerenti (tutti quanti in famiglia) e ci sottraiamo all’interazione troppo vigorosa del cucciolo allontanandoci o comunque interrompendola con fermezza, ecco che presto il piccolo imparerà sia a dosare il morso che ad utilizzarlo in situazioni di gioco appropriate e non in altre.
Tutto ciò così rappresenterà un buon esercizio per noi sia per l’acquisizione della giusta sensibilità nella lettura e comprensione del cucciolo che nello sviluppo della nostra necessaria pazienza, ingrediente fondamentale.
Evitare le punizioni fisiche, che sono inutili, è fondamentale perché queste, soprattutto quando il carattere del nostro cane non ha ancora avuto modo di svilupparsi, possono ingenerare traumi (dei quali non ci accorgeremo però nell’immediato) e stati di ansia, ovvero disequilibri che poi si ripercuoteranno negativamente nell’adolescenza e nell’età adulta. Punire va anche ad intaccare sul nascere la solidità della relazione tra di noi che ha come fondamento base (e questo vale per tutte le relazioni) la fiducia.
Se da un lato è consigliabile quindi ignorare e interrompere i comportamenti errati del cucciolo, dall’altro dobbiamo invece “dire” quali sono quelli degni di nota, quelli che preferiamo, per esempio quando il cucciolo dosa il suo morso o lo orienta su oggetti appropriati. Attenzione però che nel far questo, per esempio complimentandoci con lui, non dobbiamo indurlo nuovamente all’eccitazione incontrollata. Basterà una carezza o un bocconcino prelibato, o la consegna del suo giocattolo preferito.
Se siamo impreparati o pensiamo di poter commettere degli errori in questa delicata fase di sviluppo del cane è consigliabile chiedere un consulto a persone esperte in tal senso.
Usare giochi e masticativi
In commercio ci sono tantissimi giochi appropriati per soddisfare il bisogno di mordere dei piccoli cani. Ma non dobbiamo pensare che solo per il fatto che questi oggetti abbiano scritto sopra “giocattolo per cuccioli” lo siano automaticamente anche per il nostro cane. L’importanza di un oggetto non è data dalla sua definizione merceologica, ma da come noi lo utilizziamo e da quale importanza gli diamo agli occhi del cucciolo.
Ricordiamo che i cani sono animali altamente sociali e sono portati ad assumere i significati delle cose attraverso il comportamento degli altri individui che sono loro referenti, in pratica uno dei sistemi di apprendimento è proprio l’imitazione. Così il cucciolo orienterà il suo interesse su un oggetto appropriato o meno a seconda di quello che ci vedrà fare, focalizzandosi sulle cose sulle quali noi stessi ci focalizziamo.
Giocattoli e masticativi vari possono essere molto utili per orientare l’interesse del cucciolo e assolvere ai suoi bisogni, possono anche essere “merce di scambio” quando il piccolo dovesse interessarsi a cose come le nostre ciabatte (intrise del nostro inebriante “profumo”, quindi indubbiamente degne di nota per lui), il telecomando della televisione, il cellulare, il portafogli, eccetera.
Questi frangenti possono diventare ottime occasioni anche per insegnare al cane il significato di parole come “lascia”, posto che lo si faccia nel modo adeguato. Ricordiamoci di mantenere un atteggiamento positivo: non deve imparare le cose sotto minaccia di una aggressione da parte nostra dato che questo non aiuterà affatto ad instaurare una buona relazione, ma una potenzialmente conflittuale. Anche in questo caso suggeriamo di rivolgervi ad un buon professionista che mostri come insegnare queste cose ad un piccolo proponendogli, per esempio, degli scambi interessanti di oggetti.
Esiste anche una categoria di giochi che possono essere definiti “interattivi” come quelli che rilasciano cibo o che fanno rumore. Questi possono mantenere il cucciolo impegnato e stimolato mentalmente e ridurre la probabilità che morda in modo inappropriato sull’onda della frustrazione e della noia.
Prevenzione
Prevenire il comportamento mordace nei cuccioli è possibile adottando alcune misure, Grande importanza ha il periodo infantile trascorso con la madre e con i fratelli, come premesso, in cui si gettano le basi su cui si strutturerà tutto il resto per quanto concerne la consapevolezza del sé e lo sviluppo cognitivo corretto.
Sappiamo poi che il cucciolo ha tutta una serie di bisogni legati alla dentizione e sarà portato certamente ad esplorare il mondo con la bocca, quindi prepariamoci togliendo dall’ambiente cose delicate, preziose per noi, pericolose per il cucciolo se ingerite o morse, come cavi elettrici, ninnoli, soprammobili di cristallo, eccetera, preparandoci con una serie di giocattoli e masticativi appropriati. Ricordiamoci però che non è detto che al nostro cucciolo piacerà qualsiasi gioco o masticativo di default, non sempre troviamo ciò che gli piace al primo colpo.
Poi consideriamo che una giornata ricca di cose belle da scoprire, come ambienti nuovi, persone e cani da conoscere, sono buoni lenitivi per la noia, la solitudine, l’ansia e lo stress, che invece sono elementi che suscitano – tra l’altro – emozioni come la rabbia, che possono indurre il piccolo ad incentivare il comportamento del morso in modo scorretto a causa della frustrazione.
La pazienza necessaria dovrà essere una freccia nella nostra faretra di attrezzi, ricordiamoci che abbiamo a che fare con una creatura piccolo, indifesa e in divenire, che è spinta dalla sua natura a conoscere il mondo e si aspetta da noi che gli si indichi la via. E non ha molte alternative. Alla fin fine siamo noi che abbiamo deciso di sobbarcarci il difficile compito di accudire qualcuno che è così complesso come un cucciolo di cane, in un’età così sensibile.