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27 Gennaio 2024
16:00

Come insegnare al cane il “fermo”

Insegnare il "fermo" al cane è utile per poter chiedergli, a distanza, di interrompere il suo movimento in situazioni di emergenza. Non va confuso con il "resta", che viene invece chiesto a distanza ravvicinata e può servire per chiedere al cane di attendere un istante.

Membro del comitato scientifico di Kodami
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L'indicazione "fermo" è utile per poter chiedere al cane, a distanza, di interrompere il suo movimento. Risulta importante soprattutto per chi ha la possibilità di passeggiare in ambienti che risultano adatti per sganciare il guinzaglio perché può essere utile in caso di necessità.

Alla base di questa richiesta, però, ci deve essere una relazione profonda già strutturata, basata sulla comunicazione e sulla fiducia reciproca: due ingredienti indispensabili per poter trascorrere con serenità le passeggiate in libertà. Togliere il guinzaglio, infatti, vuol dire anche imparare ad osservare il proprio cane e fare affidamento sul fatto che scelga di ascoltare le nostre indicazioni a prescindere dalla presenza o meno dell'obbligo determinato dallo strumento che ci unisce.

Alcuni lo chiamano "comando", ma noi di Kodami non riteniamo che questo termine sia in linea con l'idea di relazione. Questa terminologia, infatti, rischia di sottintendere un rapporto uomo-cane gerarchico, basato sulla dominanza dell'uno e sull'obbedienza cieca dell'altro. Una visione in cui il cane è ridotto a esecutore di ordini altrui.

Molto diverso è invece partire dalla creazione di una relazione di rispetto e condivisione, in cui "fermo" è un'indicazione importante e viene insegnata come una richiesta a cui prestare attenzione, perché presuppone una necessità che proviene da un compagno.

L'ingrediente di base, per insegnare il "fermo" è quindi la complicità creata nella relazione con il pet mate, ma è bene prestare attenzione anche ad altri fattori, come ad esempio il momento e il contesto scelto per fare i primi tentativi, il tono di voce utilizzato e l'utilizzo di una comunicazione non verbale che sia chiara e coerente.

Perché insegnare il "fermo"

Insegnare il "fermo" al cane può essere importante per vivere serenamente i momenti di libertà. Bisogna distinguerlo dal "resta" che viene invece chiesto a distanza ravvicinata e può servire in molti momenti della giornata, come ad esempio quando si organizza una ricerca olfattiva e bisogna chiedere al cane di attendere un istante mentre nascondiamo l'oggetto.

Il "fermo" è invece un'indicazione che può essere paragonata a un freno d'emergenza, da tirare quando davvero ve ne è la necessità. Proprio per questo motivo non bisogna dirlo spesso ma solo quando il contesto lo richiede. Così facendo il cane presterà più facilmente attenzione a questo "allarme".

Il motivo per cui può essere importante è legato agli eventi imprevedibili che possono accadere durante le passeggiate. Immaginiamo, ad esempio che, mentre camminiamo in montagna, vediamo un sasso cadere dall'alto. Il nostro cane sta passeggiando davanti a noi e, per evitare che lo colpisca, gli chiediamo di immobilizzarsi proprio lì dove si trova.

Questo è solo uno dei moltissimi casi in cui potrebbe tornare utile: ovviamente l'augurio è che non succeda mai nulla durante la quotidianità condivisa, ma è impossibile escludere completamente i rischi.

Come insegnare al cane il "fermo"

Come spesso sottolineiamo, non vi è una maniera univoca per insegnare al cane un'indicazione. Ciò dipende da moltissimi fattori, legati sia alla personalità del soggetto, che alla relazione già strutturata con il pet mate e con il contesto in cui ci si trova.

Vi sono però alcune indicazioni che possono tornare utili per la maggior parte dei cani e pet mate.

  • Come abbiamo visto, affinché questa indicazione sia utile è bene che cane e umano siano abituati a comunicare a distanza e passeggiare liberi dal guinzaglio, senza che questo fattore provochi situazioni di ansia eccessiva da parte dell'umano di riferimento. La libertà, infatti, è un processo che per alcuni può risultare complesso.
  • Nel caso in cui si viva una difficoltà legata a questi momenti, si può decidere di contattare un educatore cinofilo con approccio cognitivo, il quale osserverà molti aspetti legati anche alla soggettività del cane e guiderà l'intera famiglia nei primi momenti di sgancio.
  • Il "fermo" è un'indicazione da utilizzare nei momenti di emergenza e deve quindi essere chiaro e inequivocabile. Perché sia così bisogna utilizzare un tono di voce fermo e sicuro, possibilmente non troppo acuto o agitato. I cani, infatti, sono perfettamente capaci di riconoscere le nostre emozioni e, sentendoci preoccupati, potrebbero decidere di venire proprio verso di noi.
  • La prima volta si può provare a cogliere un momento casuale durante la passeggiata. Si può provare anche al guinzaglio, pronunciando la parola un istante prima di fermarci. In questo modo si può legare il suono all'anticipazione di qualcosa.
  • In questo momento si può tenere una postura frontale, con la mano aperta davanti al proprio corpo. (Può ricordare la richiesta del "resta", ma a renderla diversa è la distanza tra il cane e il pet mate, oltre al fatto che viene fatta senza alcun preavviso).
  • Se il cane si ferma e ci guarda (anche se ciò avviene per la sorpresa), gli si può dire "bravo" e, dopo un istante, raggiungerlo. Poi, per gratificare il fatto che si sia effettivamente fermato, se gli piace, si può correre insieme a lui per qualche momento per condividere un momento di sana allegria e senza usare il cibo, oppure fargli qualche carezza.
  • Si può poi tornare a passeggiare serenamente e, lasciando passare del tempo, si può riproporre. Quando ci si sente sicuri, si può provare anche in libertà.
  • Se il cane invece non dovesse fermarsi, si può fare finta di niente, evitando di ripetere in continuazione la richiesta, perché altrimenti si rischia di vanificare gli sforzi fatti fino ad ora, rendendo il "ferma" un termine sentito e risentito, a cui non prestare attenzione.

Insegnare il "fermo" al cane: possibili difficoltà e soluzioni

Vi sono moltissime variabili che possono complicare le cose e anche questo è uno dei motivi per cui non si può dare un'indicazione univoca sulle modalità di apprendimento. Se si desidera trovare la strategia più adatta per la propria situazione, per affrontare questo percorso è sicuramente consigliabile rivolgersi a un educatore cinofilo (se si tratta di un cucciolo) o a un istruttore cinofilo (se è adulto).

Durante il processo di apprendimento le difficoltà possono riguardare diversi aspetti. Prima di tutto bisogna considerare il contesto scelto, che potrebbe essere troppo rumoroso, preoccupante, oppure ricco di stimoli che attirano l'attenzione e impediscono di prestare attenzione alle richieste dell'umano di riferimento.

Il cane, inoltre, potrebbe trovarsi in un contesto emozionale sgradevole, magari guidato da ansia o preoccupazione e, in questo caso, potrebbe reagire con disinteresse all'indicazione del proprio umano. Questo aspetto è in realtà estremamente importante, perché in una condizione di agio è più facile memorizzare e apprendere ciò che si sta vivendo.

Le difficoltà potrebbero inoltre essere legate alla poca abitudine a vivere momenti di libertà e, in questo caso, il cane potrebbe avere il bisogno e il desiderio di occuparsi di altro, vista l'occasione di poter finalmente correre senza il guinzaglio.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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