video suggerito
video suggerito
7 Gennaio 2024
15:00

Come insegnare al cane a sedersi

Non esiste un modo univoco per insegnare al cane a sedersi e oltre a chiederci "come" dobbiamo capire "perché" farlo. Possiamo però provarci facendo molta attenzione alla comunicazione non verbale e cogliendo l'occasione di dirgli "bravo" quando, di sua spontanea iniziativa, si siede.

35 condivisioni
Membro del comitato scientifico di Kodami
Immagine

A molti pet mate sarà certamente successo di chiedersi come poter insegnare al cane a sedersi. Questo gesto, effettivamente, dà l'idea di una coppia affiatata, che sa comunicare correttamente e può quindi affrontare diverse situazioni di vita quotidiana. Ciò che bisogna sempre tenere a mente, però è che i cani sanno sedersi autonomamente e lo fanno fin da cuccioli anche senza che gli venga chiesto.

Siamo quindi noi a dover trovare le modalità adeguate, rispettose e comprensibili per chiedergli di proporre questa postura in determinate situazioni, in modo da favorire l'integrazione del cane nella nostra quotidianità. Quindi oltre a chiedersi come è importantissimo chiedersi perché glielo chiediamo e, soprattutto, in quale contesto.

Alcuni affrontano questi apprendimenti come ordini, pretendendo dal cane un'obbedienza rigorosa, senza eccezioni e senza prestare attenzione alle situazioni circostanti. Noi di Kodami, però, riconosciamo in ogni essere vivente un'individualità e questo approccio ci porta a considerare l'apprendimento di una comunicazione corretta e adeguata tra cane e pet mate come uno strumento per una relazione più profonda e non come un comando per controllare i comportamenti altrui.

Non si tratta, quindi, di chiedere al cane di sedersi per dimostrare quanto sia obbediente, ma piuttosto di conoscere quante più soluzioni possibili per capirci. 

Riteniamo per tanto fondamentale spiegare alle persone come si fa, proprio perché in tanti lo mettono in pratica in maniera non corretta, creando stress e frustrazioni nel proprio compagno di vita e non valutando l'individualità del cane che gli è accanto e le sue necessità. Il nostro intento, dunque, è finalizzato a dare un senso profondo alla relazione, sempre, in modo tale che queste attività siano legate al rapporto di fiducia che c'è tra cane e umano.

La differenza tra chi punta sulla relazione e chi chiede invece al cane cieca obbedienza si nasconde anche nella capacità da parte delle persone di osservare e riconoscere le necessità soggettive del cane con cui si vive.

Perché insegnare al cane a sedersi

Sapere come chiedere al proprio cane di sedersi è un'abilità che facilita la vita condivisa. Vi sono infatti situazioni in cui questa postura può tornare davvero utile. Un esempio è quando stiamo aspettando qualcuno in un ambiente trafficato, oppure quando ci sediamo in un bar e il cane impedisce il passaggio delle persone che vogliono raggiungere il tavolo accanto.

Da un punto di vista prettamente pratico, il fatto che cane e pet mate sappiano comunicare in maniera profonda, basata su richieste coerenti, semplici, comprensibili e utili, favorisce a tutti gli effetti l'integrazione del soggetto nella vita della famiglia.

La postura seduta non va invece insegnata con l'obiettivo di poterla usare, ad esempio, quando si vuole impedire che il cane con cui stiamo passeggiando si avvicini ad un suo simile che ci viene incontro. Questo aspetto, infatti, va affrontato da un altro punto di vista: bisognerà lavorare sulla socializzazione con i suoi simili durante la passeggiata.

Come prepararsi

L'apprendimento è sempre favorito da una condizione di benessere psicofisico. Quando stiamo bene (questo vale sia per noi che per i cani) siamo maggiormente capaci di interiorizzare un concetto e di immagazzinarlo nella memoria. È molto importante, quindi, iniziare in un contesto piacevole, che sia privo di rumori o situazioni preoccupanti.

La postura seduta potrebbe essere più difficile da mantenere per i cani che si trovano in una condizione di ansia o preoccupazione. Quando sono in piedi, infatti, si potrebbero sentire in grado di fuggire rapidamente in caso di necessità.

La casa generalmente può rappresentare il posto adatto per iniziare, perché è conosciuto, spesso è silenzioso e, inoltre, tendenzialmente lo stato di allerta è più basso. Questo elemento può favorire la concentrazione, soprattutto se si sceglie un frangente in cui non si è troppo agitati e nemmeno troppo stanchi.

Un altro fattore importante è l'emozione con cui noi stessi ci approcciamo a questo momento. Se il nostro cane vede che siamo allegri e tranquilli, probabilmente si lascerà coinvolgere con maggiore facilità, soprattutto se alla base vi è già una buona dose di fiducia e la relazione è già profonda. Insegnare al cane a comprendere la nostra richiesta di sedersi, infatti, è certamente più facile se si è già abituati a comunicare l'uno con l'altro.

Come insegnare al cane a sedersi

Come spesso accade, non esiste un modo univoco per insegnare al cane a sedersi. Ogni individuo ha infatti un universo percettivo unico, che lo porta a farsi coinvolgere da una specifica attività in maniera differente rispetto a chiunque altro. Anche la stessa relazione che lo unisce alla persona che ha di fronte, inoltre, lo spinge a comportarsi diversamente.

Ciò nonostante, esistono alcuni consigli utili per questo percorso, consapevoli però del fatto che, se ci si trova in difficoltà per quanto riguarda la comunicazione con il cane e si ha l'impressione di non riuscire nell'intento di comprendersi reciprocamente, si può pensare di rivolgersi a un educatore cinofilo con approccio cognitivo, il quale potrà individuare l'origine dei malintesi e guidare l'intera famiglia verso una condizione di maggiore chiarezza.

La stessa figura, oltre a mostrare come trovare la strategia più adatta per farsi capire quando gli si chiede di sedersi, può aiutare nel riconoscere le emozioni del cane con cui si vive e, in questo modo, favorire l'intera relazione e non solo le fasi di uno specifico apprendimento.

Comunicazione non verbale

Ciò a cui dobbiamo prestare maggiore attenzione è la nostra comunicazione non verbale, ovvero tutti i gesti che, anche inconsapevolmente, proponiamo con il nostro corpo. Dobbiamo quindi provare ad essere quanto più fluidi, delicati e rispettosi (ovvero non invasivi). Ad alcuni soggetti, infatti, basta vedere un eccesso di prossimità per sentirsi inquieti.

Il primo passo è quello di porci di fronte al cane ma non troppo vicini (la distanza dipende molto dalla sua personalità, dalla sua dimensione e dal rapporto che vi è tra noi e lui). Se il cane è di taglia piccola possiamo pensare di metterci in ginocchio, mentre se è di taglia grande è meglio stare in piedi.

Possiamo provare a fare un passo nella sua direzione o spostare semplicemente il baricentro in avanti e, nel momento in cui abbozza un abbassamento della parte posteriore del corpo, possiamo dirgli "bravo". Così facendo si fa in modo che, di volta in volta, scenda sempre di qualche centimetro in più.

Se non dovesse succedere, sempre provando a muoverci il minimo indispensabile (per non confondere il cane), mentre ci spostiamo in avanti con il corpo, possiamo, tenere una mano alta sulla sua testa, in modo che si incuriosisca e sia spinto a indietreggiare con il posteriore.

La sua reazione potrebbe però essere anche diversa: potrebbe allontanarsi, mettersi a terra o girarsi di schiena e disinteressarsi a questo gioco, potrebbe inoltre provare a saltare per vedere cosa abbiamo in mano, oppure potrebbe abbaiare per la frustrazione. Ecco perché è molto difficile dare un'indicazione che sia univoca in questo senso.

Le risposte soggettive vanno rispettate e osservate attentamente, perché nascondono certamente qualche informazione su come adattare, in futuro, la nostra richiesta.

La richiesta verbale

Un altra strategia può essere quella di cogliere l'occasione di dire "bravo" al cane quando, di sua spontanea iniziativa, si siede. Questo fattore farà aumentare probabilmente la frequenza con cui il cane propone la postura, perché riconosce che si tratta di un gesto che noi umani gradiamo.

Possiamo inoltre provare a dire "seduto" con molto tempismo nell'esatto momento in cui lo vediamo sedersi e, così facendo, probabilmente, il cane abbinerà il termine al comportamento, aumentando anche in questo caso la possibilità che risponda con questa postura.

Si tratta però come sempre di processi fortemente individuali che, se proposti in contesti differenti, possono portare a risposte diverse.

Alcuni accorgimenti

In tutto questo processo è importante prestare attenzione a ridurre quanto più possibile i movimenti inutili del nostro corpo, ma anche le parole. Se parliamo molto, infatti, potremmo confondere le idee al cane. Basterà dire "bravo" quando necessario e pronunciare il termine "seduto" nel momento in cui lo fa (o ancora prima, se ne ha già intuito il significato).

Un altro aspetto a cui prestare attenzione è invece quello della salute fisica del soggetto. Alcuni cani, infatti, non si siedono perché provano un dolore fisico in quella postura.

Quando si propongono queste attività non bisogna obbligarli a sessioni più lunghe di ciò che desidererebbero. Anzi, è meglio interrompere prima ancora che il soggetto mostri disagio.

Ciò che è più importante, in fin dei conti, è ricordare sempre che non affrontiamo questi momenti perché il cane sappia seguire una direttiva, ma per imparare insieme a capirci.

Avatar utente
Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social