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26 Marzo 2024
10:43

Come insegnare al cane a non mordere durante il gioco

Può accadere che il cane sviluppi l'abitudine di morderci durante il gioco. Le motivazioni possono essere moltissime e mentre in alcuni casi è probabilmente un comportamento passeggero, in altre situazioni può arrivare ad essere indispensabile l'intervento di un istruttore cinofilo.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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I momenti dedicati al gioco rappresentano importanti occasioni di divertimento e condivisione con il nostro cane. Talvolta, però, possono venire disturbati dalla sua abitudine di morderci.

Questo comportamento riguarda soprattutto i cuccioli che non hanno ancora appreso a pieno le modalità corrette per interagire con gli altri. In questo caso si tratta di un momento passeggero, che terminerà presto e lascerà spazio ad altre modalità di interazione.

Il morso durante il gioco può riguardare anche i cani adulti, i quali potrebbero aver vissuto uno svezzamento inadeguato da parte della madre, oppure potrebbero aver acquisito l'abitudine per via di comportamenti (inconsapevolmente) scorretti da parte della famiglia umana.

Ciò che è certo è che di fronte a questa eventualità è sempre bene verificarne il motivo scatenante e intervenire con il supporto della una figura esperta adeguata, che può essere (in base alla situazione) l'educatore cinofilo, l'istruttore cinofilo o, nei casi più complessi, il medico veterinario comportamentalista.

Perché alcuni cani mordono mentre giocano?

Durante le prime settimane di vita del cucciolo, la madre si occupa attivamente di dimostrargli quali siano i comportamenti da tenere nei momenti di interazione con gli altri.

Ed è così che, quando due fratelli giocano tra loro ed esagerano nel mordersi, la madre interviene dando un segnale di "stop". Nel caso in cui questo intervento non arrivi (per via di una separazione prematura dalla cucciolata), il cane potrebbe non apprendere quali siano i limiti entro i quali utilizzare la bocca. Vi sono quindi alcuni individui che faticano nel gestire l'entità del morso. La stessa difficoltà, una volta arrivati a casa, si tramuta presto in un disagio che riguarda la relazione con i propri umani, i quali si troveranno a gestire una situazione piuttosto complessa.

I cani che mordono mentre giocano, però, potrebbero farlo anche per molti altri motivi. Potrebbero ad esempio trovarsi in uno stato di eccitazione molto elevato, che gli impedisce di concentrarsi e moderare i propri comportamenti. Se ciò avviene spesso, può essere il caso di contattare un educatore cinofilo, il quale può aiutare a individuare le modalità più adeguate per guidare il cane verso una condizione di maggiore equilibrio. Il benessere, infatti, è dato anche dalla capacità di vivere i momenti di elevata attivazione e riuscire poi a tornare in una condizione di calma.

Vi sono poi alcune razze (come i Terrier di tipo Bull, i Terrier o i Molossoidi) e meticci che provengono da mix di razze affini, che prediligono un gioco dalle sfumature competitive, come ad esempio la lotta o il tirare una treccia. Queste eventualità portano più spesso a eventi di morso rispetto, ad esempio, ai giochi di problem solving.

Ciò riguarda, tra le altre cose, il livello di arousal (o attivazione emozionale) richiesto che, se molto elevato, porta a una riduzione dell'autocontrollo. Per avere un'idea chiara delle cause scatenanti, quindi, bisogna anche osservare quali sono i contesti ludici in cui avvengono i morsi.

Alcuni, inoltre, mordono perché nel tempo hanno scoperto che con questa modalità possono ottenere qualcosa. Il cane infatti impara anche attraverso l'esperienza passata. Se ad esempio ha provato a morderci per ottenere le nostre attenzioni e questo tentativo ha funzionato, potrebbe aver dedotto che si tratta della modalità corretta.

Infine non dobbiamo dimenticare che il cane potrebbe mordere durante il gioco anche perché le modalità con cui ci stiamo approcciando a lui non gli sono gradite. Vi sono infatti individui che non amano il contatto, altri che invece reagiscono in questo modo se vengono invasi i propri spazi o se gli vengono tolte le risorse a cui tiene, come ad esempio un oggetto, la ciotola o un masticativo.

Come far capire al cane che non deve mordere

Non esiste una risposta univoca a questa domanda, perché la reazione dipende dalle motivazioni che spingono al morso e sono davvero moltissime e difficili da intuire senza osservare il singolo cane, le modalità di interazione e il contesto.

Per evitare di entrare nel circolo vizioso in cui il cane morde perché in passato ha funzionato, il consiglio da mettere in pratica (in particolare con il cucciolo) è quello di non premiare mai il morso e piuttosto, nel caso in cui avvenga, fare in modo di interrompere qualunque tipo di gioco o attività condivisa, chiudendo per un istante l'interazione. Così facendo si evita di renderla una strategia efficace.

Un ulteriore consiglio per le famiglie è quello di reagire tutti in maniera quanto più possibile coerente e simile: se di fronte al morso durante il gioco ogni membro reagisce allo stesso modo, il processo di apprendimento sarà più rapido. Se invece qualcuno risponde in una maniera e qualcun altro lo fa diversamente, si rischia di creare confusione e rallentare i tempi.

Non è invece efficace la scelta di sgridare o punire il cane. Soprattutto se è cucciolo ed è da poco arrivato in famiglia, potrebbe trovarsi ad avere paura del proprio umano di riferimento, senza comprendere realmente da cosa sia determinata la sua rabbia.

In generale, inoltre, si può dire che quando si parla di eventi ripetuti di morsi gli interventi richiedono quasi sempre il supporto di un educatore cinofilo e (più spesso) di un istruttore cinofilo. Nei casi più problematici lo stesso potrebbe fare riferimento anche a un medico veterinario comportamentalista.

È bene parlarne con queste figure professionali anche nel caso in cui si tratti di un cucciolo che ha vissuto uno svezzamento scarso, nullo o inadeguato, che ha condizionato inevitabilmente il processo di inibizione del morso. Questo problema, infatti, potrebbe protrarsi a lungo e, con il passare del tempo, potrebbe manifestarsi anche attraverso altre difficoltà capaci di minare la relazione con la propria famiglia.

Sarà proprio l'esperto in questione a valutare se alla base vi sia un problema nella gestione delle emozioni, un elevato livello di possessività verso le proprie risorse, una mancanza di alternative comunicative o una reazione scorretta da parte dell'umano di riferimento. Per ognuna di queste eventualità servirà intraprendere un percorso basato sulla singola situazione, che vada incontro alle necessità del cane e dell'umano in questione.

In alcuni casi basterà offrire al cane maggiori abilità comunicative che non richiedano l'utilizzo della bocca, mentre in altre situazioni sarà necessario intervenire in maniera più sistemica e ristrutturare l'intero stile relazionale.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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