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14 Luglio 2023
10:31

Come il tono di voce influisce sul comportamento del tuo cane

Il tono di voce che usiamo influisce sul comportamento del cane. La nostra voce, infatti, gli trasmette molti indizi sulle emozioni e i sentimenti che stiamo vivendo.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Il tono della nostra voce influisce sul comportamento del cane e saper comunicare in modo efficace con lui è un'abilità estremamente importante, che permette di dare vigore alla relazione tra cane e umano. Come in ogni rapporto di amicizia, farsi capire in maniera chiara e rispettosa riduce i malintesi e, di conseguenza, aumenta anche la fiducia nei confronti del referente.

Quando si parla di comunicazione con i cani, però, non si intende solamente il linguaggio vocale e quindi le parole che scegliamo, ma anche le posture che assumiamo, le espressioni del nostro viso e il tono della voce che può essere a sua volta un elemento chiave per rivelare le emozioni che stiamo vivendo.

Proprio il tono della voce, infatti, è uno degli indizi che il cane sfrutta per capire profondamente cosa proviamo e cosa vogliamo dire, ed è quindi utile saperlo modulare non solo per farci capire ma anche per poterlo guidare verso uno stato di calma, se necessario, o per motivarlo all'inizio di un gioco. Se non prestiamo attenzione al tono con cui ci interfacciamo, invece, faticheremo a farci capire e, di conseguenza, potrebbero nascere incomprensioni che, alla lunga, rendono più complessa la relazione.

Il tono di voce come strumento di comunicazione

Può sembrare strano, ma il cane sa operare come un vero e proprio detective dei nostri stati d'animo. Mentre convive con noi, senza che ce ne accorgiamo, impara a percepire e interpretare ogni dettaglio del nostro umore pur senza parlare la nostra lingua. Anche quando non stiamo comunicando direttamente con lui, infatti, presta attenzione ai nostri stati d'animo e, per comprenderli, analizza ogni dettaglio del tono della voce, come l'intonazione, il volume e la velocità con cui parliamo. Interpreta i segnali che manda il nostro corpo, provando anche a intuire le emozioni che stiamo trasmettendo, indipendentemente dalla nostra consapevolezza del momento.

Risulta quindi chiaro quanto il tono della voce possa essere uno strumento di comunicazione determinante e, se ci abituiamo a prestare attenzione a come lo usiamo con lui, adeguandolo di volta in volta e in base alle necessità, potremo davvero sfruttarlo come un'abilità per dare ulteriore valore alla relazione che ci unisce.

Se, ad esempio, vediamo che il nostro cane è un po' agitato, perché ha sentito un suono preoccupante fuori dalla finestra o perché passiamo vicino all'ambulatorio del veterinario, possiamo usare con lui un tono tranquillo e rassicurante, in modo da dimostrare che per noi, invece, quel luogo o quel rumore non rappresentano un pericolo e, infatti, siamo completamente sereni. Se invece cerchiamo di tranquillizzarlo utilizzando a nostra volta toni agitati e magari una voce acuta, probabilmente il messaggio che manderemo sarà esattamente contrario a quello desiderato.

Non dimentichiamo, però, che la voce risulta tanto più efficace quanto meno ne abusiamo. Per comunicare con il nostro cane e dargli indicazioni, quindi, possiamo abituarci a utilizzare anche altre indicazioni che sa riconoscere di noi, come appunto le espressioni del volto, il modo di disporci nello spazio e le posture che assumiamo.

Il tono di voce nella relazione con il cane

Il tono di voce può influire in maniera importante sulla relazione tra l'umano e il cane e, usarlo adeguatamente può rafforzare il legame, la fiducia, il desiderio di cooperazione e favorire inoltre la motivazione affiliativa, ovvero uno dei punti cardine del rapporto e l'elemento che spinge il cane ad avere il desiderio e il bisogno di sentirsi parte integrante del gruppo.

D'altra parte, però, è anche bene ricordare che quando il tono non viene preso in considerazione e si comunica con il cane senza prestare attenzione al tono che si utilizza, si può finire per generare in lui condizioni di stress o paura causati alla sensazione di confusione, determinata a sua volta dal non riuscire a comprendere con chiarezza cosa stia accadendo.

Proviamo a pensare, ad esempio, ad una situazione che ci preoccupa e ci mette in allerta. In questi momenti siamo certamente portati ad assumere posture diverse dal solito, espressioni del viso più rigide e toni della voce che trasmettono con chiarezza ciò che stiamo provando. Ed ecco che, quasi come se ci fosse una vera osmosi, il cane, abituato a indagare sul nostro stato, si potrebbe fare condizionare, allineandosi a ciò che proviamo noi.

Il tono di voce nell'educazione del cane

Il tono della voce può influire anche sull'educazione del cane, se utilizzato in maniera efficace. Le prime volte che portiamo il cucciolo a fare colazione al bar, ad esempio, possiamo comunicare con lui in maniera tranquilla e pacata, con un tono della voce più basso, rallentando il nostro linguaggio verbale e provando a stare rilassati anche noi. Questo aspetto, oltre a fornire indizi legati alla calma, favorisce uno stato di attivazione emozionale, anche detto arousal, adeguato al contesto.

Il messaggio che inviamo è quello della serenità e ciò che il cane intuirà sarà probabilmente proprio: «La colazione al bar è un'esperienza piacevole e tranquilla». In futuro, quindi, ci sarà una possibilità maggiore che, tornando nello stesso contesto, sia in grado di riconoscere come positivo questo frangente, proprio perché legato a momenti gradevoli trascorsi insieme in passato. Al contrario, se ci agitiamo, tenderà a vedere nel nostro tono e nelle nostre espressioni una condizione di difficoltà e potrebbe, quindi, finire per convincersi che quel luogo sia legato a emozioni complesse da gestire.

Se infine abbiamo a che fare con un cane timoroso o un po' timido, proprio la nostra serenità potrebbe aiutarlo a guardare il mondo che lo circonda con maggiore sicurezza. Alla base di tutto, però, deve esserci una solida fiducia nei confronti del pet mate, guida coerente e affidabile, verso il quale voltare lo sguardo quando ci si chiede cosa stia accadendo intorno.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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