Le zone di alta montagna dei Pirenei sono note per essere importanti punti di migrazione per gli insetti che arrivano o passano da lì ogni autunno partendo di vaste aree del Nord Europa. Un nuovo studio ha dimostrato che proprio qui si riuniscono anche diverse specie di pipistrelli, sia migratrici che non, per banchettare e prepararsi o al letargo o a un lungo viaggio, a seconda delle loro esigenze ecologiche. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Royal Society Open Science.
L'area di studio è il Passo di Bujaruelo, una zona che si trova al confine tra Spagna e Francia, dove il team di ricercatori ha identificato ben 66 specie di insetti differenti, il 90% delle quali erano falene. Ve ne sono così tanti perché i passi di montagna rappresentano importanti punti di ristoro per questi animali che in autunno si spostano verso sud.
«Questa migrazione di insetti notturni avviene per circa due mesi ogni autunno, ma a causa di condizioni meteorologiche variabili, sono solo tre o quattro le notti chiave in cui un gran numero di insetti attraversa il Passo di Bujaruelo ogni anno», ha affermato il dottor Will Hawkes del Centro per l'ecologia e la conservazione del Penryn Campus di Exeter, in Cornovaglia.
I ricercatori hanno scoperto che è proprio in concomitanza di queste notti che si radunano i pipistrelli per banchettare. Sono state identificate 7 specie diverse di questi mammiferi tra cui il molosso di Cestoni (Tadarida teniotisi), presente tutto l'anno nella zona e che potrebbe sfruttare l'abbondante fonte di cibo per accumulare riserve di grasso per il letargo, e diverse specie del genere Nyctalus che è probabile che facciano una tappa nell'area sfruttando l'afflusso di insetti come una "stazione di rifornimento" per alimentare i propri viaggi verso sud.
È chiaro, quindi, che dove ci sono gli insetti allora ci sono anche i pipistrelli. Tuttavia, come spesso accade, l'intervento umano sta alterando questo fenomeno, mettendo a repentaglio il legame vitale che unisce questi animali. «Un precedente studio ha previsto un calo a lungo termine del numero di falene. Ciò è dovuto al fatto che questi insetti sono costretti ad affrontare una serie di minacce tra cui il cambiamento climatico, l'inquinamento luminoso, i pesticidi e la perdita di habitat», spiegano i ricercatori.
«Gli insetti che migrano attraverso i Pirenei provengono da centinaia di migliaia di chilometri di distanza, quindi il loro declino potrebbe avere un grave impatto sui pipistrelli. Vi sono specie, come T. teniotis ad esempio, che partoriscono i loro piccoli in autunno e sembra che queste migrazioni siano fondamentali per nutrire la loro prole e accumulare energia per il letargo».
C'è da aggiungere, inoltre, che tra le prede preferite dei pipistrelli rientra anche la nottua del pomodoro (Helicoverpa armigera), una falena i cui bruchi sono voraci parassiti delle colture di cotone, ma anche di sorgo, pomodoro, mais dolce, fagioli, soia, tabacco, girasoli e varie colture frutticole. Mangiando specie come questa, i pipistrelli forniscono quindi anche benefici tangibili al settore commerciale agricolo, riducendo la necessità di interventi chimici dannosi e promuovendo un equilibrio ecologico che favorisce la prosperità delle coltivazioni.
Nel raccontare l'origine dello studio, il dottor Hawkes ha dichiarato: «Nel 2018, insieme a Karl Wotton, coautore dello studio, ci trovavamo sul Passo di Bujaruelo di notte, un anno prima dell'avvio delle nostre ricerche, e potevamo chiaramente udire i suoni dei pipistrelli mentre si cibavano». Questo episodio rappresenta un richiamo alla delicatezza dell'equilibrio che rischia di svanire, a meno che non siano attuate tempestive e incisive misure di conservazione per tutelare gli insetti impegnati in queste migrazioni.
Attraverso tali interventi, non solo sarebbe salvaguardato il ruolo cruciale di questi insetti nella catena alimentare, ma si garantirebbe anche la sopravvivenza delle varie specie di pipistrelli che contano su queste fonti di nutrimento per il loro benessere e il successo riproduttivo. Solo con questi sforzi sarà possibile assicurare che le notti di "festa" dei pipistrelli e la vitalità dell'intero ecosistema continueranno a risplendere nelle maestose montagne dei Pirenei e non solo.