Odiati e temuti ingiustamente, i pipistrelli sono in realtà preziosi e innocui alleati che ci danno una grossa mano a tenere sotto controllo il numero degli insetti nocivi. Diversi studi hanno infatti già dimostrato che, andando a caccia di insetti tutte le notti, aiutano l'agricoltura mantenendo più sani e produttivi i campi coltivati.
Ma che effetto ha il loro ruolo da "insetticida" sugli ecosistemi naturali? Secondo un nuovo studio recentemente pubblicato su Ecology, i pipistrelli possono addirittura aiutare le foreste a crescere più velocemente e sane. Senza i chirotteri che ne riducono la densità, gli insetti che mangiano le foglie degli alberi si scatenano, creando fino a nove volte più danni per la salute e la crescita degli ecosistemi forestali.
Al mondo esistono oltre 1400 specie di pipistrelli, tutte preziosissime per la fragile armonia degli ecosistemi. Ci sono specie che mangiano nettare contribuendo all'impollinazione dei fiori, altre che preferiscono la frutta e che aiutano le piante a disperdere i semi e persino quelli che come vampiri bevono sangue, ve lo abbiamo raccontato recentemente nel nostro episodio speciale di Kodami Zoom a tema Halloween.
Ma la maggior parte dei chirotteri, l'ordine di mammiferi a cui appartengono i pipistrelli, magia soprattutto insetti e occupa quindi un ruolo chiave all'interno delle reti trofiche. Molte di queste specie, tra l'altro, non vivono solamente in remote e fredde caverne, ma abitano soprattutto gli ecosistemi forestali temperati dell'emisfero settentrionale. Nonostante ciò, nessuno prima d'ora aveva mai approfondito l'impatto che questi mammiferi possono avere sul benessere delle foreste.
Per scoprirlo, i ricercatori dell'Università dell'Illinois hanno costruito delle gigantesche reti chiuse all'interno di una foresta dell'Indiana, impedendo così ai pipistrelli che vivono lì di accedere a quelle aree. Le maglie erano però sufficientemente larghe da far entrare e uscire liberamente gli insetti. Inoltre, ogni mattina le recinzioni venivano lasciate aperte, permettendo così anche gli uccelli di entrare ed essere così sicuri di misurare esclusivamente l'impatto dei pipistrelli.
Per tre estati di fila, dal 2018 al 2020, i ricercatori hanno quindi contato il numero di insetti presenti sulle piantine di quercia e noce pecan che crescevano nel sottobosco della foresta, misurando anche la quantità di defogliazione per ogni singola piantina. Contemporaneamente, hanno confrontato questi dati con quelli raccolti in un numero uguale di recinzioni ma senza barriere anti-pipistrello, così da poter confrontare la densità di insetti e la quantità foglie mangiate con e senza pipistrelli in circolazione.
Complessivamente, i ricercatori hanno trovato ben tre volte più insetti e cinque volte più piantine con foglie mangiate nelle aree dove i pipistrelli non potevano accedere rispetto a quelle di controllo, dove invece i chirotteri potevano volare e mangiare liberamente. Inoltre, se analizzate separatamente, le querce hanno subito una defogliazione addirittura nove volte maggiore, mentre gli alberi di noce tre volte in più. La presenza di pipistrelli, quindi, riduce notevolmente il numero di insetti che mangiano le foglie (come per esempio i bruchi delle falene), permettendo così alle foreste di cresce molto più velocemente e in salute.
La presenza o l'assenza dei pipistrelli innesca quindi quello che naturalisti e biologi chiamano cascata trofica, perché occupando i piani alti della catena alimentare e mangiando gli insetti nocivi, generano un effetto positivo a catena anche ai piani inferiori, mantenendo quindi più sano e produttivo l'intero ecosistema. Chiaramente non è detto che un numero maggiore o minore di insetti danneggi irrimediabilmente una foresta, tuttavia, secondo i ricercatori la scomparsa dei pipistrelli a lungo termine potrebbe rivelarsi fatale per la crescita delle giovane piantine che, con un numero maggiore di foglia mangiucchiate, sarebbero molto più esposte alla perdita di acqua o ai parassiti, come i funghi.
Un altro aspetto altrettanto interessante che emerge da questo studio è invece relativo agli uccelli. In passato sono stati effettuati studi molto simili anche sulle capacità degli uccelli di controllare le densità di insetti. Tuttavia, nessuno si era mai preoccupato di chiudere le recinzioni di notte per escludere i pipistrelli. Questo significa che in tutti gli studi effettuati finora, gli uccelli hanno beneficiato anche del prezioso lavoro oscuro compiuto dai pipistrelli durante la notte, che hanno così "gonfiato" almeno parzialmente i risultati.
Chiaramente sia uccelli che pipistrelli, alternandosi giorno e notte, compiono entrambi un lavoro preziosissimo per tenere sotto controllo il numero di insetti mangia-foglie, svolgendo quindi un ruolo fondamentale per ecosistemi forestali, influenzando la salute, la struttura e la composizione delle foreste. Questi risultati dimostrano chiaramente l'enorme valore ecologico ed economico dei chirotteri insettivori e l'importanza, quanto mai urgente, di tutelare questi animali in pericolo.
Il numero dei pipistrelli in tutto il mondo sta calando drasticamente a causa delle attività umane, portando ormai numerose specie a un passo dall'estinzione. L'uso massiccio di pesticidi che riduce le prede, funghi parassiti come quello responsabile della sindrome del naso bianco, perdita di habitat e collisioni con le turbine eoliche, sono solo alcune delle principali minacce per la sopravvivenza di questi preziosi e spesso sottovalutati mammiferi, che invece meriterebbero ben altra considerazione da parte di tutti noi.