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14 Agosto 2022
12:00

Come gli animali selvatici selezionano l’habitat in estate

La fauna selvatica seleziona l'habitat più adatto mettendo in atto strategie comportamentali flessibili per adattarsi prontamente ai cambiamenti nell’ambiente.

Membro del comitato scientifico di Kodami
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La selezione dell'habitat è un adattamento all'ambiente che consente agli animali di sopravvivere, riprodursi e perpetuare la propria specie. È influenzata da molti fattori, come l'abbondanza di cibo e acqua, il tipo di vegetazione, l'altitudine, la temperatura, la forma del terreno e la presenza di strade. Anche il riparo dai disturbi e la competizione interspecifica, soprattutto tra specie con nicchie alimentari simili, possono influenzarla.

Tra le principali forme di disturbo non va dimenticato quello umano, che può essere provocato dalle pratiche agricole e di allevamento, e dai trasporti. Ricordiamo che le attività umane possono alterare la disponibilità di cibo, influenzando dunque anche indirettamente la selezione dell'habitat operata dalla fauna selvatica.

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Ad esempio, alcune specie preferiscono habitat con attività umane che sovvenzionano fonti di cibo come le discariche e i rifiuti, dimostrando quindi di sapersi adattare all'influenza antropogenica. Le relazioni predatore-preda fanno sì che i predatori scelgano gli habitat in cui si trovano le loro prede preferite; tuttavia, i carnivori di piccole o medie dimensioni spesso evitano gli habitat che sarebbero idealmente più adatti, proprio per non dover avere a che fare con predatori apicali più grandi di loro.

Capire come gli animali selezionano l'habitat, anche in relazione alle variazioni stagionali, è molto utile, in quanto attraverso la miglior comprensione delle caratteristiche ecologiche della fauna selvatica si può rendere l’ambiente più adatto e accogliente, migliorando l'efficienza della conservazione in situ.

Il gatto leopardo

Il gatto leopardo (Prionailurus bengalensis) è una piccola specie di gatto dell'Asia orientale, meridionale e sudorientale. Nonostante la specie sia dotata di una forte adattabilità ecologica, le popolazioni di gatti leopardo in molte regioni sono drammaticamente diminuite a causa della perdita e della frammentazione dell'habitat. Gli habitat dei gatti leopardo includono diversi tipi di vegetazione, tra cui prati, arbusti, foreste di latifoglie sempreverdi, e foreste di conifere.

La selezione dell’habitat in estate è determinata sia da fattori ecologici naturali che da fattori antropogenici. In estate, i gatti leopardo preferiscono habitat con vegetazione arbustiva e temperature più fresche. La netta preferenza per gli habitat arbustivi è dettata dal fatto che essi ospitano molte specie di piccoli roditori, che costituiscono le loro principali prede. Per la stessa ragione, ossia l’abbondanza di prede, i gatti leopardo amano le aree antropizzate. Oltre ai piccoli roditori, che anche qui non mancano, i gatti leopardo occasionalmente predano il pollame e non disdegnano l’immondizia.

Le attività umane riducono anche la concorrenza con altri carnivori nativi, che non amano per nulla quel tipo di disturbo. Specie simpatriche che hanno una nicchia alimentare simile a quella del gatto leopardo sono, ad esempio, il leopardo (Panthera pardus), la volpe rossa (Vulpes vulpes), lo sciacallo (Cuon alpinus), la donnola gialla (Mustela sibirica) e il procione (Nyctereutes procyonoides). Inoltre, in estate i gatti leopardo si muovono preferibilmente attraverso le valli e lungo i pendii più bassi.

Questa preferenza potrebbe essere spiegata dalla necessità di un movimento efficiente e di una strategia antipredatoria. I gatti leopardo, infatti, trascorrono la maggior parte del tempo riposando e muovendosi a terra. Negli habitat con lieve pendenza, pochi ceppi o altri ostacoli sul terreno possono spostarsi facilmente sia per cacciare che per allontanarsi dai pericoli.

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Il capriolo europeo

Il capriolo europeo (Capreolus capreolus) è una delle specie di ungulati più comuni in Europa. Può essere trovato in diversi tipi di habitat, tra cui le foreste continentali di latifoglie e conifere, la macchia mediterranea, le pianure agricole. Nonostante prediliga aree pianeggianti o a rilievo moderato, e climi temperati, può scegliere anche di vivere a latitudini e altitudini elevate, dove gli inverni sono rigidi e la vegetazione scarsa.

Il territorio ideale, comunque, è quello in cui può trovare numerosi nascondigli per proteggersi dai predatori, compreso l'uomo, e foraggio di alta qualità. Tuttavia, una certa flessibilità nella selezione dell'habitat, che implica anche la migrazione stagionale e una forte specializzazione stagionale nella dieta, consente al capriolo di adattarsi in modo rapido e efficiente ai cambiamenti nell'idoneità dell'habitat.

In estate, il capriolo seleziona zone con una fitta copertura di vegetazione, ad esempio le foreste di frassino e nocciolo, probabilmente per evitare lo stress provocato dal caldo eccessivo. In particolare, nella stagione estiva seleziona habitat ricchi di piante nelle fasi più nutritive, come gli arbusti con gemme, foglie e frutti nuovi, o i germogli di graminacee.

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L’otarda minore

Le aree del bacino del Mediterraneo, in particolare la Spagna e l’Italia, ospitano numerosi uccelli europei in via di estinzione. Tra questi, troviamo l’otarda minore (Tetrax tetrax), nota a noi come gallina prataiola, una delle specie attualmente più minacciate d'Europa, con più della metà della popolazione mondiale concentrata proprio nelle pseudosteppe penisola iberica.

La principale causa del declino di questa specie va rintracciata nella profonda alterazione dell'habitat causata dell'intensificazione dell’agricoltura. Contrariamente alle popolazioni settentrionali e orientali di otarde, che sono completamente migratorie, le popolazioni iberiche e italiane sono solo prevalentemente stanziali. In questi ecosistemi, soggetti all'influenza del clima mediterraneo, le estati sono molto calde e asciutte, e la maggior parte della vegetazione erbacea si secca.

Le otarde minori, quindi, si spostano alla ricerca di luoghi con maggiore disponibilità di cibo, con vegetazione sufficientemente alta e verde, e suoli più produttivi, evitando invece i terreni incolti e le aree adibite a pascolo per le pecore. Ciò le porta anche ad allontanarsi dai siti di riproduzione, esponendosi ad un elevato rischio di mortalità.

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L’alce

L'alce (Alces alces) è uno degli animali più famosi della Norvegia, Paese che ha colonizzato in epoche remote, subito dopo l’ultima era glaciale. Generalmente docile e solitario, sono pochi i grandi predatori naturali con cui l’alce deve confrontarsi, per lo più orsi (Ursus arctos) e lupi (Canis lupus). I più efficienti, attraverso i prelievi venatori, siamo proprio noi esseri umani. Per questa ragione, gli alci tendono a evitare le aree caratterizzate dall’attività umana, e questo vale soprattutto per le femmine con i piccoli.

In estate, le femmine in riproduzione scelgono preferibilmente habitat con fitta copertura protettiva, per garantire maggior protezione alla prole. I maschi, invece, probabilmente a causa del maggiore fabbisogno energetico, badano di più alle risorse alimentari, selezionando tipi di habitat con foraggio di alta qualità.

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Bibliografia

Jiayi Wu , Jing Wang , Yinjiu Zhu , Xiangli Bu , Rongwei Xiang , Qingbin Lu ,

Shaopeng Cui , Yinghong Hao , Yan Sheng & Xiuxiang Meng (2020) Summer habitat selection and impacts of human disturbance on leopard cats (Prionailurus￿bengalensis), Ecosystem Health and Sustainability, 6:1, 1856630,

Mancinelli, S., Peters, W., Boitani, L., Hebblewhite, M., Cagnacci, F. (2015). Roe deer summer habitat selection at multiple spatio-temporal scales in an Alpine environment. Hystrix, the Italian Journal of Mammalogy, 26(2), 132-140. https://doi.org/10.4404/hystrix-26.2-11223

Nel 2003 mi laureo in Medicina Veterinaria. Dal 2008 sono ricercatrice presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegno Etologia Veterinaria e Benessere Animale. Studio il comportamento degli animali e la relazione uomo-animale.
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