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31 Luglio 2022
9:00

Come giocare con il cane?

Di attività ludiche con il cane se ne possono fare molte, sia in casa che fuori e si può variare spesso. Molti giochi sviluppano abilità fisiche e mentali e vanno ad assecondare le motivazioni del cane in diversi modi.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Molte persone si chiedono come giocare con il loro compagno a quattro zampe. Alcuni spesso si ritrovano a proporre sempre gli stessi giochi, credendo che sia l’unica attività che piace fare al loro compagno ma in realtà se ne possono fare molte, sia in casa che fuori e si può variare spesso. Prima di parlare di questo, però, riflettiamo su cosa significhi giocare e che importanza abbia per il nostro cane e per noi.

Il gioco è una palestra di vita

Tutti gli animali giocano, soprattutto quelli sociali, come gli scimpanzé, i delfini, i gatti, i cani e gli esseri umani, e lo fanno per tutta la vita, non solo in gioventù. Il gioco ha un ruolo molto importante nella strutturazione di molte qualità e rappresenta una vera e propria palestra di vita.

I predatori, come il cane, per esempio, giocano spesso a predare, quindi si inseguono, fingono la lotta, mentre le prede, come per esempio le gazzelle, giocano a fuggire, compiono balzi altissimi e rapidi, imparano così ad essere imprevedibili nei movimenti, eccetera.

La dimensione ludica è di fatto il luogo in cui un individuo mette alla prova se stesso, le sue naturali doti, le sue facoltà come per esempio la sua forza e i suoi riflessi. Giocare quindi significa prendere maggior consapevolezza di sé e dei propri compagni, tutto in una condizione di sicurezza e fiducia nell’altro: non si può giocare con qualcuno di cui non ci si fida.

Quindi, il gioco è anche quella dimensione nella quale si stringono più profondi legami, si affinano le capacità sociali come la comunicazione, l’intesa, l’empatia. Per esempio in un gruppo di lupi è molto importante che si affini l’intesa l’un l’altro, dato che poi tutte le cose fondamentali della vita di un branco dipenderanno da questa.

Un’altra caratteristica della dimensione ludica è quella del piacere: nel gioco si apprendono tutte quelle cose importanti nella vita mentre ci si diverte. Quindi, attenzione: il gioco non va inteso esclusivamente come un passatempo per lenire la noia – certo ha anche questa funzione – ma come un’attività complessa per allenarsi al godersi la vita.

Vari giochi per vari apprendimenti

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Se è vero che il gioco è una palestra di vita bisogna comprendere che ogni gioco ha in sé caratteristiche peculiari che vanno ad allenare e rafforzare elementi specifici di un individuo. Per esempio, quando due cani giocano ad inseguirsi si attiva la motivazione predatoria nell’individuo che insegue. Siccome questa particolare motivazione rischia di sovreccitare troppo il cane per poter partecipare a questo gioco è necessario che l’individuo alleni anche il suo autocontrollo.

Il rischio è che perda di vista il fatto che quello che sta inseguendo è un amico, un compagno, e si faccia prendere la mano – per così dire –  e quando riuscirà a raggiungerlo (se ci riuscirà) quello che prima era un innocente gioco potrebbe diventare una vera e propria rissa. Accettare di giocare a questo gioco di predazione richiede che tra i due individui vi sia un buon livello di fiducia, proprio perché è un gioco rischioso.

Alle volte, infatti, è necessario che il tutto sia monitorato da un individuo adulto ed equilibrato, che solitamente è la madre o il padre dei due “giocatori”, che funge da “arbitro” e che interviene per interrompere il tutto nel caso in cui si prenda una brutta piega. Dato che giocare procura piacere, gli individui vogliono evitare di essere interrotti ed ecco che sviluppano maggior autocontrollo anche nella lotta simulata, per continuare a divertirsi senza farsi del male.

Quindi vi sono giochi che allenano le doti cinestesiche (doti motorie), sviluppano e allenano i muscoli, i tendini e le articolazioni; altri che sollecitano alcuni aspetti del carattere, come l’autocontrollo sopracitato, ma anche l’attenzione e la concentrazione, come per esempio i giochi di ricerca.

Altri giochi hanno in sé la caratteristica di sviluppare coordinazione tra gli individui, la concertazione e l’intesa, come quando due cani si coordinano per accerchiarne un terzo e magari atterrarlo, o si dispongono nella simulazione della protezione di un’area particolare, come la tana.

Ci sono poi attività ludiche che gli individui fanno in solitaria, giochi che sviluppano specifiche doti come per esempio i giochi di masticazione, dove un cane prova appagamento nello spremere con forza i muscoli masseteri delle guance, quando mastica con i molare qualcosa di abbastanza duro, per esempio un legnetto o un masticativo appropriato a questo scopo.

In tal caso il cane sviluppa le sue doti di “spacca-ossa”, doti fondamentali per gli animali che si nutrono in modo naturale di prede catturate. Oppure quando gioca “all’uccisione e smembramento”, allenando i muscoli della bocca e del collo nello sbatacchiare con forza a destra e sinistra uno zimbello, per esempio uno straccetto, per poi fermarlo con le zampe anteriori e lacerarlo con i denti. È naturalmente un gioco che simula la fase finale della predazione. Tutte cose appaganti per un cane che sviluppano, ribadiamolo, le sue naturali doti.

Dare i confini del gioco

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Ciò detto è facile comprendere che proporre un gioco al nostro cane significa anche allenare le caratteristiche che lo definiscono: ecco perché è importante fornire un ventaglio di giochi differenti, al fine di non sviluppare oltremodo certe tendenze senza che il cane possa svilupparne anche delle altre.

Per esempio, un Border Collie, caratterizzato da una naturale propensione alla motivazione predatoria, ossia all’inseguire tutto ciò che si muove, sarà molto facile da coinvolgere in giochi come l’inseguire una pallina o un frisbee, un po’ meno facile sarà coinvolgerlo in giochi di fiuto, che richiedono di scovare qualcosa utilizzando esclusivamente il tartufo. Un Terrier sarà invece più facilmente coinvolto in giochi di competizione, come il tira-e-molla e un po’ meno sui giochi che richiedono lo “scambio”, come il portare qualcosa a qualcuno.

Il punto è che se assecondiamo solo le pulsioni dei nostri cani, e non proponiamo mai delle alternative, quelle particolari caratteristiche rischieranno però di divenire iper-trofiche, ovvero rischieranno di svilupparsi in modo squilibrato e il nostro compagno potrebbe innescare particolari comportamenti fuori contesto.

Quindi , un suggerimento è quello di comunicare chiaramente al nostro cane quando si intende giocare, attribuendo all’inizio del gioco un particolare segnale, come per esempio la frase: «Sei pronto?”, oppure «Giochiamo?”, o quello che si vuole. Questo, però, non è sufficiente: dovremo anche avere un segnale di chiusura, ossia qualcosa che decreti la fine del gioco, come: “Ok, adesso basta”, oppure “Stop”.

Va da sé che il cane non apprenderà da solo il significato di queste parole, dipenderà da tutto un insieme di cose, come il nostro atteggiamento e il nostro comportamento immediatamente successivo a quanto detto. In breve tempo, così, il cane comprenderà cosa vogliamo dire e cosa aspettarsi.

Grande importanza avrà anche il contesto in cui ci troviamo, dove cioè siamo soliti ingaggiare il nostro compagno a quattro zampe nel gioco. Il cane imparerà quali luoghi sono appropriati a certe attività, contestualizzando il tutto. Quindi, se siamo soliti invitarlo al gioco quando ci rechiamo al parco ecco che lui si disporrà in attesa della nostra proposta ogni volta che andremo in quel luogo, anticipando le nostre intenzioni o invitandoci quando noterà che noi procrastiniamo il momento da lui atteso.

Indubbiamente meglio evitare di proporre giochi, soprattutto eccitatori, quando ci troviamo in un contesto pubblico, magari mentre siamo in un bar o in una piazza affollata, soprattutto se il nostro compagno fatica a mantenere l’autocontrollo, rischiando di coinvolgere malamente nel “gioco” altre persone o far danni di vario tipo.

Quali giochi fare insieme? Ecco alcune proposte

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Come detto ci sono un’infinità di attività che possiamo proporre al nostro cane, vari giochi che possono essere fatti insieme o che può fare da solo. È importante sottolineare che le modalità e l’intensità di queste attività subiranno variazioni anche a seconda delle caratteristiche del cane, della sua età, delle sue vocazioni eccetera.

Qui, non riferendoci ad una coppia cane-essere umano specifica, parleremo dei giochi in generale, ma attenzione: in taluni casi un particolare gioco potrebbe rivelarsi dannoso a livello educativo, mentre lo stesso, in altri casi, potrebbe rappresentare qualcosa di molto positivo. Rimandiamo quindi all’approfondimento e all’adattamento delle attività al proprio caso specifico ad una eventuale consulenza con un educatore cinofilo.

Dunque, principalmente ricordiamoci che un gioco è qualcosa che dà piacere a chi ne è coinvolto, quindi bisogna anche accettare che il nostro cane non abbia voglia di giocare con noi in certi momenti e non c’è nulla di male in questo: dovremo solo rinviare il tutto in circostanze più favorevoli. Ovviamente questo vale anche per noi, alle volte è il cane a proporci di giocare e noi non ne abbiamo voglia, oppure è il momento sbagliato.

Teniamo però presente che a differenza nostra il nostro cane, spesso, è totalmente dipendente da noi, e la sua vita non è piena anche di altre cose, non è impegnato tutto il giorno in altre faccende, solitamente, e non vede l’ora di poter fare qualcosa con noi. Assecondarlo, nelle dovute maniere, è un po’ un nostro dovere soprattutto se lui passa la maggior parte del tempo in solitudine annoiandosi (cosa della quale dovremmo preoccuparci in ogni caso, a prescindere dai giochi che facciamo con lui in modo sporadico).

Giocare in casa, allenare la mente e l'olfatto

Quando ci troviamo a giocare con il nostro cane in casa è consigliabile proporre giochi che richiedono più che altro il ragionamento e non tanto performance fisiche, per ovvi motivi. I giochi in door saranno perciò problem solving, ovvero giochi che richiedono al cane di risolvere un rebus. Questi richiedono sovente l’uso di un target alimentare, bocconcini molto appetitosi, che possono essere nascosti, oppure inseriti in strutture apposite come per esempio Kong o Buster Cube o in oggetti che prendono il nome di “giochi di attivazione mentale”.

Il bocconcino, in quest’ultimo caso, è posto in una piccola struttura che richiede lo sviluppo di certe strategie ed abilità per essere raggiunto, come, ad esempio, il tirare una cordicella per spostare un coperchietto, oppure estrarre un fermo per consentire al bocconcino di cader fuori da un contenitore, o lo spostare con una zampa una superficie in modo da scoperchiare un recipiente, eccetera.

Di questi giochi ne esistono infinite variazioni, di difficoltà crescente, e richiedono un minimo di partecipazione anche nostra, oltre che per la preparazione del gioco e la somministrazione, in taluni casi anche per aiutare nello svolgimento. Questo tipo di attività ampliano il bagaglio esperienziale del nostro cane e sollecitano la motivazione esplorativa, e le facoltà di concentrazione, infatti esso si impegna nel comprendere il funzionamento del rebus ingegnandosi via via nel trovare nuove soluzioni.

Altri giochi olfattivi possono essere svolti sia con l’utilizzo di bocconcini, soprattutto a mo’ di target e non di rinforzo, oppure di oggetti particolari che il cane ha imparato a ricercare caratterizzati da un odore ben riconoscibile. Prendiamo come esempio un modo differente di utilizzare la tanto amata pallina. Invece che passare il tempo a lanciarla, potremmo giocare in casa nascondendola e invitando il cane a ricercarla.

Per esempio, la possiamo disporre sotto un telo in una stanza, ovviamente non visti dal nostro compagno, per poi chiedergli di cercarla e portarcela. Anche in questo caso teniamo presente vari livelli di difficoltà. È buona norma, per favorire la comprensione delle “regole” del gioco, iniziare sempre da qualcosa di estremamente semplice. Quindi, magari, per le prime volte sarà sufficiente appoggiare la pallina sul pavimento in un’altra stanza ed essere molto felici quando il nostro cane ce la riporterà.

Ecco che a questo punto, quando il cane avrà compreso quali siano i termini di questo gioco, potremmo aumentare la difficoltà della ricerca. Questo gioco può anche essere fatto all’esterno, magari nel nostro giardino, fino al parco o in aperta campagna, laddove sia possibile lasciar libero il nostro cane senza correre alcun rischio.

Sempre in linea con giochi che possono essere svolti in casa, potremmo dare appagamento al bisogno del nostro cane di strappare, lacerare, riempiendo uno scatolone con palline di carta di giornale nelle quali abbiamo inserito un appetitoso bocconcino. Il cane sarà così indotto ad estrarre le palline e strappare la carta per raggiungere il target appetitoso.

Allo stesso modo si possono utilizzare i cilindri di cartone della carta igienica o quelli più grandi della carta da cucina, anch’essi riempiti con bocconcini e chiusi alle estremità. Naturalmente in questo caso il buon senso la fa da padrona, monitoriamo che il cane, preso dalla foga, non inghiotta qualcosa di inappropriato, come l’intero tubo di cartone senza lacerarlo.

Se abbiamo a disposizione un giardino, o un prato vicino a casa, potremmo anche utilizzare il momento del pasto per favorire lo sviluppo e l’allenamento della concentrazione richiesta dall’uso dell’olfatto, “seminando” una piccola area con la dose di crocchette invece che servirla nella ciotola.

Giochi fisici: quali, dove e come proporli

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Come già accennato poco sopra esistono anche giochi più fisici, giochi che tendo ad alzare il livello di eccitazione del cane e che, proprio per questa caratteristica, possono essere utilizzati per sviluppare anche l’autocontrollo. Per esempio il ben noto tira-e-molla, gioco nel quale vi sono due contendenti in competizione che strattonano un oggetto appropriato allo scopo, come per esempio una corta fune di corde intrecciate, o un manicotto con maniglie e simili.

Ricordiamo soprattutto in questi casi che i segnali di inizio e di fine del gioco devono essere già ben appresi e che il nostro modo di giocare deve essere educativo, ovvero dobbiamo impedire di far salire troppo il livello di eccitazione del cane, tanto da fargli perdere lucidità. Soprattutto quando questo gioco è proposto a quei cani che hanno questa forte vocazione, come nel caso dei cani cosiddetti “da presa”. È quindi un gioco questo che richiede esperienza da entrambe le parti, ma soprattutto da parte nostra.

Difficile qui descrivere tutte le varie sfaccettature, e ci rendiamo ben conto che benché possa essere un gioco molto appagante per il cane, il retro della medaglia è che il cane stesso sviluppi eccessivamente l’antagonismo e la possessività, quando il tutto non si volge nel modo corretto. Dal punto di vista puramente fisico questo gioco risulta essere impegnativo per i muscoli di tutto il corpo del cane, soprattutto per quelli del collo e della testa, ma anche per quelli della schiena e delle zampe (in particolar modo quelle posteriori).

C’è un altro aspetto importante, questo gioco, fin tanto che è un gioco, richiede altissimi livelli di fiducia, proprio come nell’esempio fatto sopra, ed è quindi importante che si concluda in modo positivo. In fondo stiamo facendo il tutto per dare appagamento al nostro cane, quindi concludiamo il gioco lasciandogli l’oggetto della contesa festeggiando la cosa con dei complimenti.

Ecco che allora il cane potrebbe sbatacchiarlo, proprio come farebbe con una preda e successivamente, non di rado, ce lo riproporrà per riprendere il tira-e-molla. E qui possiamo anche decidere di interrompere il gioco.

Alle volte proprio questa attività, se condotta nel modo migliore, senza far arrivare il cane alla perdita della lucidità in preda ad una eccessiva foga, potrebbe essere l’occasione per insegnare al cane il concetto di “lascia”, che in sostanza significa: aprire la bocca e abbandonare la preda, e appena lo farà riceverà qualcosa di molto buono in cambio, che lo ripaghi dello sforzo di autocontrollo necessario.

Con un cane giovane e poco esperto meglio dosare moltissimo questa attività e cercare di evitare di interrompere il gioco dopo avergli chiesto di lasciare. Rimandiamo anche in questo caso ai suggerimenti di un esperto in materia che possa prendere in considerazione la vostra particolare situazione e le vostre modalità di interazione.

Altre attività fisica possono essere quelle in cui proponiamo al nostro compagno di inseguire qualcosa che abbiamo lanciato e lo festeggiamo quando ce lo riporta. Attenzione in questo caso a non innescare il gioco del tira-e-molla qualora il cane ci voglia riconsegnare l’oggetto, potrebbe confondere due giochi che hanno obbiettivi differenti.

Infatti in questo caso andremo a favorire la cooperazione, che è l’opposto della contesa, premiando il cane quando lascerà nelle nostre mani, o vicino a noi l’oggetto che abbiamo lanciato. Qui entrano in campo diverse motivazioni, la predatoria, nel momento dell’inseguimento dell’oggetto lanciato, e la sillegica quando il cane riporta l’oggetto per consegnarcelo.

Ci sono molte cose da considerare anche in questo gioco, per esempio il modo in cui lanciamo l’oggetto, la forza che ci mettiamo e la traiettoria che gli diamo. Bisogna fare un po’ d’esperienza per evitare che il cane si possa far del male nell’inseguimento o nel tentativo di afferrare l’oggetto al volo, o mentre rotola velocemente al suolo, che sia una pallina o un frisbee.

Salti scomposti o repentine frenate potrebbero infatti causare dei danni alle articolazioni o strappi ai muscoli, soprattutto se il cane non ha fatto un minimo di riscaldamento. Facciamo anche attenzione al terreno di gioco, che non vi siano troppe asperità, ostacoli o buche. Teniamo presente infatti che quando il cane è molto eccitato, e tiene gli occhi puntati sul target, rischia di perdere consapevolezza di ciò che lo circonda. Anche qui il buon senso dev’essere la nostra prima guida.

Naturalmente è possibile, acquisita un po’ d’esperienza, concatenare giochi differenti in modo da equilibrare diverse facoltà nel cane, per esempio: possiamo nascondere una pallina sotto un mucchietto di foglie nel prato e chiedere al cane di cercarla; una volta trovata chiederli di portarcela in modo tale che noi gliela si possa lanciare; ecco che quando ce la riporterà lo gratificheremo e riprenderemo da capo andando a nasconderla nuovamente, e così via.

Esistono diversi libri che possono suggerirci giochi da fare con il nostro compagno, possono compensare magari una carenza di fantasia, l’importante è che si tenga ben presente quali elementi andiamo a sollecitare nel nostro cane, perché alla fin fine un gioco non è mai solo un gioco.

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Luca Spennacchio
Istruttore cinofilo CZ
Ho iniziato come volontario in un canile all’età di 13 anni. Ho studiato i principi dell’approccio cognitivo zooantropologico nel 2002; sono docente presso diverse scuole di formazione e master universitari. Sono autore di diversi saggi.
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