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14 Maggio 2022
9:00

Come gestire la muta del cane in primavera

Il cane perde il pelo due volte all'anno, in primavera e in autunno. La muta primaverile è più abbondante, perché il cane perde il pesante manto invernale. Vediamo come funziona e come affrontarla.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
muta cane

Con l’arrivo della primavera, l’aumento delle ore di luce che influenzano il fotoperiodo e il cambiamento del clima il cane è soggetto a una maggiore perdita del pelo, chiamata muta, che permette al cane di prepararsi all’arrivo della stagione più calda.

I peli non sono eterni ma seguono un loro ciclo vitale, che permette al cane di rinnovare il mantello. Di solito avvengono una muta completa in primavera e una parziale in autunno. In primavera cade infatti il manto invernale più pesante, che cede il passo a quello estivo, più leggero e meno fitto. In autunno il pelo rado della stagione estiva lascia il posto a uno strato di sottopelo più folto, che servirà a proteggere l’animale dal freddo invernale.

Quanto dura la muta del cane in primavera?

Di solito la muta può durare dalle 3 alle 7 settimane e avere delle variazioni a seconda della razza: il Chow Chow, il Pastore Tedesco, l’Akita Inu e l’Husky siberiano perdono ovviamente molto manto e hanno un tempo di ricambio più lungo rispetto al Barbone, allo Yorkshire, allo Schnauzer, al Lagotto e ad altri che non hanno il sottopelo, la cui muta sarà meno intensa, perché il loro pelo li protegge tutto l’anno.

Infine, i cani abituati a vivere all’aperto subiscono una muta più breve e intensa rispetto a quelli che vivono principalmente all’interno delle mura domestiche, perché meno influenzati dal fotoperiodo.

Come funziona la muta del cane

Ciò che scatena l’inizio della muta è il fotoperiodo, ovvero l’allungarsi o accorciarsi delle ore di luce rispetto alle ore di buio, in concomitanza del cambio di stagione e dunque delle temperature. Il fotoperiodo incide sull’andamento ormonale del cane, stimolando l’attività del follicolo pilifero, la quale si articola in tre fasi:

  • anagen, la fase di crescita;
  • catagen, la fase transitoria;
  • telogen, la fase di riposo in cui il follicolo pilifero si ritira fino a quando il pelo cade.

La caduta inizia dalla parte posteriore e passa poi alla parte anteriore, in maniera graduale. In questo periodo la pelle potrebbe essere più sensibile e l’animale potrebbe manifestare prurito, ma il processo di muta non è assolutamente doloroso.

Solitamente il mantello è costituito da due tipologie di pelo: pelo esterno di copertura o giarra, i cui peli sono più lunghi e forniscono protezione verso gli agenti ambientali; sottopelo o borra, che costituisce uno strato lanuginoso e corto con la funzione di fornire all’animale un isolamento dall’aria esterna, che non è presente in tutte le razze, ma è un elemento molto importante per le razze nordiche. Durante la muta primaverile si rinnova la giarra, durante quella autunnale si infoltisce la borra.

Come affrontare la muta del pelo del cane

Durante la muta il cane può avere prurito e arrossamenti a causa dei nodi dovuti al pelo che muore e cade, aggrovigliandosi. Poiché il pelo svolge un'importante azione protettiva verso gli agenti esterni come il sole, fungendo anche da isolante termico, e verso i parassiti, è fondamentale evitare di tosare il cane “a pelle”. Questo anche perché il cane non suda come noi, bensì disperde il calore attraverso la bocca, orecchie e zampe, dunque tosandolo viene esposto ancora di più ai danni solari diretti e ai colpi di calore.

Quello che si può fare è favorire la muta spazzolando il cane regolarmente, aggiustare la lunghezza del pelo se i nodi che si formano sono eccessivi, effettuare dei bagni medicati idratanti e lenitivi. Se si ha poco tempo o non si è pratici, ci si può rivolgere a un tolettatore esperto, dal quale recarsi regolarmente in modo che il mantello del cane sia curato durante tutto l’anno.

Si possono avere anche problemi come un'eccessiva perdita di pelo, diradamento di alcune zone, dermatite, forfora e secchezza della cute dovuta ad una alterazione del normale microbioma cutaneo. Questi casi potrebbero essere un campanello d'allarme di un'alimentazione non corretta o patologie in corso come la leishmaniosi, problemi epatici o renali e patologie ormonali. In questi casi è meglio recarsi con urgenza dal veterinario.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Eva Fonti
Medico Veterinario
Ho conseguito la laurea specialistica in Medicina Veterinaria nel 2009 presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II con una tesi sperimentale in chirurgia oftalmica, nel 2010 ho conseguito il perfezionamento in Radiologia Veterinaria. Nel 2013 ho inaugurato il mio ambulatorio in Minturno sul lungomare di Scauri.
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