Ogni essere vivente per poter vivere al meglio nel suo habitat naturale evolve gli adattamenti ad esso più appropriati. I cinque sensi dei pesci, ovviamente, si sono evoluti in modo da permettere a questi animali di sopravvivere sott'acqua sfruttando al meglio le risorse che può offrire questa tipologia di ambiente. Stiamo parlando, ovviamente, della vista, udito, olfatto, tatto e gusto che possono essere più o meno accentuati a seconda delle profondità alle quali vivono questi animali e in base anche alla loro alimentazione. In generale, si può dire che la vista permette loro di osservare l'ambiente circostante, individuare pericoli, prede, nascondigli e partner sessuali. Grazie ad essa riescono ad orientarsi e ad avere consapevolezza della loro posizione nello spazio. L'udito è un altro senso fondamentale per i pesci poiché gli consente di percepire suoni e vibrazioni nell'acqua. Anche l'olfatto è estremamente importante: grazie ad esso riescono a individuare e distinguere gli odori, capacità importantissima se si è alla ricerca di cibo o di un partner. Il gusto, proprio come negli esseri umani, serve ai pesci per differenziare tra loro i sapori e capire se qualcosa è edibile o meno. Ultimo, ma non per importanza, vi è il tatto. Questo senso è diffuso in tutto il corpo dei pesci, con particolare concentrazione di recettori sulla pelle e sulle pinne. Grazie ad esse riescono a rilevare le pressioni dell'acqua, la temperatura, le correnti e il contatto fisico con altri pesci.
Per capire meglio come funzionano i cinque sensi dei pesci, analizziamoli un per uno focalizzandoci sul modo in cui agiscono.
L'olfatto
I pesci hanno un sistema olfattivo ben sviluppato, che consente loro di percepire gli odori nell'acqua, ma funziona diversamente rispetto a quello degli esseri umani. Infatti, non presentano delle narici esterne, bensì delle aperture chiamate comunque narici o spiracoli, che si trovano sul lato della testa, di solito vicino agli occhi. Queste sono dotate di membrane olfattive altamente sensibili capaci di rilevare anche tracce molto diluite di sostanze chimiche presenti nell'acqua. Quando questa passa attraverso le narici dei pesci, le molecole odorose vengono catturate dai recettori olfattivi presenti sulle membrane i quali trasmettono poi i segnali al cervello del pesce. Questo, infine li elabora per interpretare gli odori circostanti permettendo all'individuo di capire se ciò che sta odorando è una preda, un predatore, un conspecifico, ecc. L'olfatto, inoltre, è fondamentale per per navigare nell'ambiente acquatico soprattutto per i pesci migratori che devono individuare i fiumi in cui si riproducono, anche a distanze considerevoli. Questi animali, infatti, sono in grado di riconoscere gli odori specifici dei loro territori e delle zone in cui si riproducono, informazioni grazie alle quali sono capaci di tornare alle stesse aree ogni anno.
La vista
Questo è uno dei sensi più importanti per questi animali in quanto permette loro di percepire luce e colori nell'ambiente acquatico grazie alla presenza di strutture specializzate e fotosensibili: coni e bastoncelli. Entrambi dispongono di speciali pigmenti capaci di catturare la luce; in particolare i bastoncelli contengono un pigmento chiamato rodopsina in grado di recepire gli stimoli luminosi deboli, consentendo la visione in bianco e nero. I coni invece sono di tre tipi in base al tipo di pigmento che contengono e possono percepire diverse lunghezze d’onda, consentendo la visione a colori.
Molte specie possiedono occhi ben sviluppati per percepire forme, movimenti e colori. Altre, invece, come i pesci che vivono a profondità bassissime, hanno occhi minuscoli che probabilmente sono destinati a scomparire, d'altronde che se ne fanno se sono circondati dal buio più totale? Altri ancora possono vedere addirittura nella luce ultravioletta, consentendo loro di rilevare pattern e segnali invisibili agli occhi umani.
In generale si può dire che la vista nei pesci ha un grande impatto sulla loro sopravvivenza. Basti pensare a un predatore che deve individuare una preda o alla preda stessa che per sfuggire dalle sue grinfie deve trovare al più presto un nascondiglio in cui rifugiarsi. Questo senso è importantissimo anche per l'orientamento: i pesci possono infatti memorizzare e riconoscere dei punti di riferimento visivi, come le caratteristiche del paesaggio sottomarino o la luce solare, per navigare e trovare il loro percorso.
Il gusto
Anche i pesci, esattamente come gli esseri umani, possiedono le papille gustative per percepire e identificare i vari sapori dispersi nell'acqua, soprattutto per capire se qualcosa è edibile o meno. Queste si trovano sia sulla bocca, su altre zone della cavità orale e anche sulle branchie e sono sensibili a tutte quelle che sono le sostanze chimiche disciolte nell'acqua. Alcuni specie, però, possono sentire i gusti tramite speciali baffi posti attorno alla bocca, chiamati barbigli e utili anche al tatto; altre ancora sono senza scaglie e hanno le papille gustative su tutto il corpo.
Nel momento in cui una certa sostanza chimica viene percepita dalle papille gustative, queste inviano un segnale al sistema nervoso del pesce che gli permette di capire di cosa si tratta e addirittura distinguere tra diversi sapori come il dolce, salato, acido e amaro. Interessante sapere che grazie ad esse i pesci riescono anche a percepire i feromoni disciolti nell'ambiente ed individuare, così, eventuali partner sessuali.
L'udito
Questo è un altro senso cruciale per i pesci, ma anche questo funziona in modo diverso rispetto a quello degli esseri umani. In questo contesto entrano in gioco le orecchie interne e la vescica natatoria, struttura situata nella cavità addominale che i pesci possono riempire o svuotare d'aria e che permette loro di avere un controllo sulla galleggiabilità.
Le orecchie interne dei pesci sono costituite da piccole strutture chiamate otoliti, che sono sensibili alle variazioni di pressione causate dai suoni nell'acqua. Quando le onde sonore raggiungono l'orecchio interno, provocano vibrazioni nell'otolite, che vengono rilevate dai recettori sensoriali. Questi segnali vengono poi trasmessi al cervello del pesce, consentendo loro di percepire i suoni e interpretarne le caratteristiche, come la direzione, l'intensità e la frequenza.
Vi starete chiedendo: che c'entra la vescica natatoria? Questa agisce come una sorta di amplificatore dei suoni, trasmettendo le vibrazioni sonore dalle orecchie interne ai recettori sensoriali. Inoltre, può anche agire come un organo di risonanza, migliorando la percezione dei suoni specifici. In altri gruppi di pesci, invece, la vescica natatoria ha la funzione di produrre suoni nel corteggiamento, a scopo aggressivo, o di avvertimento.
Come i sensi precedenti, anche l'udito è utilissimo per riuscire a decifrare meglio l'ambiente circostante, individuare le prede, i predatori e i partner sessuali. Inoltre, è importante per la localizzazione spaziale dei suoni nell'acqua. I pesci possono distinguere la provenienza dei suoni, grazie alla differenza di intensità e di tempistica tra le orecchie. Questa abilità di localizzazione acustica consente loro di orientarsi nel loro ambiente, evitare predatori e individuare le fonti di suono.
Il tatto
Anche in questo caso il senso del tatto è differente rispetto a quello degli esseri umani. I pesci, per percepire le vibrazioni e i campi elettrici in acqua, utilizzano due sistemi sensoriali: la linea laterale e le ampolle di Lorenzini. La prima si presenta come un lungo solco, spesso visibile nei pesci ossei, che corre lateralmente su entrambi i fianchi del pesce. Al loro interno sono presenti dei recettori sensoriali detti neuromasti. Essi sono diffusi in quantità variabili anche in altre zone del corpo e avvertono le vibrazioni dell’acqua, oltre alle variazioni di profondità, tramutando tutto questo in segnali nervosi.
Le ampolle di Lorenzini, invece, sono organi sensoriali che si trovano principalmente negli squali e in altre specie di pesci cartilaginei. Queste sono concentrate nella regione del capo e sono sensibili ai campi elettrici prodotti dagli animali e dall'ambiente circostante. Le ampolle di Lorenzini sono costituite da piccoli pori, ciascuno dei quali contiene cellule sensoriali specializzate chiamate elettrorecettori. Queste cellule possono rilevare anche deboli variazioni dei campi elettrici nell'acqua, consentendo ai pesci di localizzare potenziali prede, rilevare ostacoli o identificare cambiamenti nell'ambiente circostante.
Insieme, la linea laterale e le ampolle di Lorenzini forniscono ai pesci una percezione unica dell'ambiente acquatico dando loro informazioni preziose per la caccia, la navigazione e la comunicazione. Sono adattamenti fondamentali che aiutano i pesci a sopravvivere e a prosperare nel loro habitat acquatico.