La lingua è uno degli organi più importanti fra quelli che l'evoluzione ha messo a disposizione dei vertebrati. Costituito principalmente da mucose e muscoli striati, sulla sua superficie sono presenti le papille, che costituiscono le cellule sensoriali del gusto, e anatomicamente è distinguibile in due parti, differenti per aspetto come per funzionalità: la parte orale e quella strettamente più faringea.
Differenti specie hanno evoluto adattamenti specifici relativi alla consistenza, lunghezza e superficie della lingua. Purtroppo però i fossili che oggi disponiamo raramente hanno conservato le tracce di questo organo e non è possibile perciò avere una chiara idea sulla sua evoluzione o sulla sua origine. Quello che possiamo fare è sviluppare delle teorie sullo suo sviluppo osservando le specie attualmente viventi. A secondo del comportamento delle specie, la lingua dei vertebrati può infatti assumere forme completamente differenti e adempiere a bisogni che sono assenti in altri animali. Per capire quindi i suoi vari utilizzi e quali sono stati i processi che hanno permesso nuovi adattamenti, dobbiamo fare una piccola panoramica sulle diverse forme di vita.
Il gatto
La lingua del gatto è fra le prime a suscitare parecchie curiosità agli occhi degli osservatori, poiché a differenza di quella possiede ciascun essere umano è un organo dotato di una superficie sorprendentemente molto ruvida, dotata di papille filiformi che ricordano degli uncini ricurvi. Tali uncini fra l'altro sono più corti nella zona della punta, per poi assumere una maggiore lunghezza nella pozione faringea, in modo tale che il cibo e l'acqua vengano direttamente direzionate verso la gola. Queste papille, frutto dell'evoluzione della lingua dei grossi felini, sono formati da cheratina, la stessa proteina di cui sono fatti unghie e capelli, e vengono impiegate per lisciare la pelliccia dell'animale come se si trattassero dei denti di un pettine.
La lingua nel gatto possiede quindi funzionalità igieniche, poiché gli permette di lavare via lo sporco dalla sua pelliccia e di scacciare gli eventuali parassiti che vi aderiscono. Oltre a questo, svolge ovviamente anche il ruolo di organo di senso e sono proprio le papille filiformi ad essere i centri del gusto, poiché è sulla superficie degli uncini che vanno a concentrarsi le varie molecole che permettono ad un gatto di discriminare le varie forme di cibo tramite il sapore.
Le ragioni per cui i felini hanno introdotto questa tipologia di lingua è particolarmente discussa, dai biologi. Secondo alcuni un felino ancestrale avrebbe ottenuto un maggior vantaggio evolutivo rispetto alle altre specie introducendo il gesto della toelettatura come forma di difesa nei confronti dei parassiti o per migliorare le proprie chance riproduttive. Altri però affermano che i gatti abbiano assunto questo comportamento come comportamento antistress, utile ad abbassare i livelli di adrenalina nel sangue. Ciò avrebbe comportato un miglioramento delle condizioni di vita di quei felini che si leccavano in continuazione. Tuttavia, come sanno bene molti pet mate e i veterinari, una forma di toelettatura eccessiva può comportare un problema medico, con il gatto che riesce addirittura a sradicare intere sezioni di pelliccia attraverso il suo gesto del leccarsi. Dunque si consiglia a tutti i pet mate che hanno gatti in casa di fare attenzione, qualora il micio continuasse a leccarsi per ore: è un sintomo di un disturbo comportamentale.
La giraffa
La giraffa possiede una delle lingue più strane del regno animale. Di colorazione nera e talvolta violastra, assume tale tonalità a causa dell'eccessiva presenza di melanina sulla superficie delle sue mucose. Tale presenza del pigmento, che a noi esseri umani serve per schermare la nostra pelle dai raggi del sole, è spiegabile con la necessità da parte di questo alto animale di possedere un'appendice prensile capace di afferrare i germogli dei rami più bassi degli alberi, che non rischi di ustionarsi sotto i raggi del Sole. Qualora fosse stata di un altro colore, la lingua della giraffa infatti rischierebbe molto di più affezioni a carico della sua superficie e cadere vittima di un maggior numero di tumori, per via dei raggi ultravioletti. Possiamo quindi dire che anche in questo caso la melanina svolge efficacemente il suo compito di protezione.
La lingua della giraffa inoltre deve essere particolarmente flessibile e resistente, poiché deve riuscire a tirare verso il basso i rami di cui l'animale si nutre. Per questo è anche una delle lingue "terrestri" più lunghe del mondo, come testimoniano i suoi circa 53 cm.
Bisogna anche sottolineare che le giraffe sono solite pulirsi le orecchie e scacciare le fastidiose mosche che gli ronzano attorno, durante le stagioni estive, tramite la lingua. Grazie infatti alla sua lunghezza, riescono a portare la punta all'estremità dei loro padiglioni auricolari ed eventualmente eliminare la sporcizia che si accumula all'esterno.
Un altro compito importante che svolge la lingua di questi animali, negli esemplari maschi, è quello di accertarsi a quale stadio riproduttivo sono le femmine, partecipando attivamente al fenomeno del flehmen.
Il formichiere gigante
L'animale terrestre che presenta la lingua più lunga è sicuramente il formichiere gigante, che ha tramutato questo organo in una vera e propria arma di distruzione di massa nei confronti degli insetti di cui si nutre. Lunga anche oltre 60 cm, a secondo della stazza dell'esemplare, la lingua del formichiere è viscida, appiccicosa, molto flessibile ma praticamente impossibile da tendere, come fanno gli altri animali. Quando infatti un formichiere estroflette la propria lingua, essa pende a causa del suo stesso peso e risulta essere una lunga striscia di carne e mucose, che secernono una grande quantità di saliva.
La ragione per cui il formichiere dispone di questa strana lingua è legata ovviamente alla sua tipologia di nutrizione. Alimentandosi infatti di insetti che costruiscono delle colonie, come formiche e termiti, questo animale si è adattato per inserire la sua lingua all'interno della tana di questi invertebrati e di "raccogliere", tramite la loro bava appiccicosa, tutto ciò che gli capita a tiro. Dal punto di vista ingegneristico, potremmo dire così che la lingua dei formichiere risulta essere un nastro trasportatore, essendo in grado di catturare qualsiasi insetto sulla sua superficie e di risucchiarlo all'interno dello stomaco.
Proprio per insinuarsi anche nei meandri più nascosti e stretti delle colonie, questo organo è stato sottoposto a una pressione selettiva che l'ha condotto a diventare particolarmente lunga e sottile. Per ovviare però all'evidenti esigenze di spazio, il formichiere è stato costretto a fare molta attenzione nel modo di tenere la lingua all'interno della bocca. Non potendola infatti avvolgere su stessa come si fa con un normale cavo, quando retratta la lingua è trattenuta nell'orofaringe, in modo che non impedisca il corretto funzionamento della respirazione dell'animale. Inoltre la muscolatura che ne controlla la sua estroflessione si spinge ben oltre la faringe, caratterizzando parte delle vie superiori del tratto digerente dell'animale, e non presenta quasi nessun legame con l'osso ioide. Ciò comporta che la lingua del formichiere è completamente libera da qualsiasi vincolo scheletrico e può entrare ed uscire dalla bocca a velocità sostenute (quasi tre volte al secondo).
La Balenottera azzurra
La lingua più grande del mondo è quella della Balenottera azzurra. Misura infatti anche oltre 6 metri e può risultare così pesante che persino un elefante di sesso maschile sarebbe più leggero di qualche decina di chili. Le ultime misurazioni effettuate su esemplari spiaggiati, indicano difatti una media di 3-4 tonnellate di lingua per gli individui più grossi. Cosa però se ne fa una balena di una lingua così grossa?
In realtà questo organo svolge uno dei compiti più importanti all'interno di questo enorme animale di anche oltre 30 m: spingere l'enorme massa d'acqua che la balena incamera all'interno della bocca al momento della caccia, per far sì che la balena filtri attraverso i fanoni tutto ciò che ritiene commestibile. Un lavoro muscolare immenso, che deve operare in condizioni di pressione enormi e su quantità di liquidi proibitive per tutte le altre forme di vita sulla Terra.
Se dovessimo perciò immaginare la lingua di una balena come un oggetto, potremmo raffigurarla come un enorme pistone che si muove in senso orizzontale, spingendo via l'acqua in eccesso.
Da notare inoltre che come organo muscolare, la lingua delle balenottere è formata quasi esclusivamente da fibre e proteine. C'è pochissimo grasso sulla sua superficie ed è per questo che i predatori, giunti alla morte di una balena, ambiscono a cibarsene voracemente, con una vera e propria gara/lotta fra orche e squali per chi riesce ad accedere per prima al particolare trofeo.
Gli Squali
Gli squali sono un altro gruppo di animali che presentano una lingua alquanto particolare. Essi infatti non possiedono una lingua classica come le specie menzionate di sopra. Hanno infatti dei pezzi di cartilagine ricoperte da tessuto chiamate basihyal, che non presentano papille gustative e sono poste alla base della bocca.
Questa cartilagine non presenta ovviamente nessuna traccia di muscolo e ha solo minima capacità di movimento, legata all'articolazione con le mandibole. Alcune specie, come gli squali toro e gli squali tappeto, possono usare questa primordiale tipologia di lingua per risucchiare le prede. Tuttavia nella maggioranza dei casi l'unica funziona che svolge questo pezzo di cartilagine è quello di rendere più stabile la bocca durante il morso e quello di chiudere il canale che porta all'esofago, mentre lo squalo strappa la carne delle prede.
Solamente una specie, lo squalo tagliatore, sembra essere capace di usare a sua "lingua" in maniera differente, ovvero sfruttandola per dilaniare i pezzi di carne dalla sua preda, mentre questi cerca di scrollarsi di dosso il predatore.
In questo caso il senso del gusto viene garantito in questi animali dalle papille gustative che rivestono la bocca e la gola dello squalo, che preferisce però sfruttare l'olfatto e l'elettro recezione, tramite le ampolle di Lorenzini, per captare i segni e i profumi rilasciati nella corrente dagli altri animali.